Avrebbero ordinato a 85 persone di raccontare di essere i sopravvissuti a un naufragio. Ma le testimonianze non hanno convinto la polizia di Pozzallo, che ha individuato tre persone accusate di aver organizzato il viaggio. Tra loro anche due presunti sorveglianti di un campo in Libia. «Abbiamo inventato tutto, c’era stato detto di dire così»
La bugia imposta dagli scafisti per salvarsi Il racconto: «50 migranti morti in mare»
Avrebbero ordinato di raccontare alle autorità italiane che nel corso della traversata 50 compagni di viaggio erano caduti in mare, morendo annegati. Tra le vittime, anche gli organizzatori della traversata. Ma la polizia di Pozzallo è riuscita a verificare come la versione – riportata in maniera contraddittoria da un gruppo di migranti – fosse falsa. La storia è stata raccontata dal gruppo di 85 persone che facevano parte del gruppo di 290 migranti sbarcati ieri nel Ragusano dopo il salvataggio in mare avvenuto due giorni fa da una nave della marina militare tedesca. Le forze dell’ordine hanno fermato tre presunti scafisti di origini eritree: Tedros Nugusa (32 anni), Moussa Ahmed (25 anni) e un minorenne di 17 anni, E.G. Due di loro sarebbero stati vigilanti incaricati di sorvegliare il gruppo in attesa di partire dalle coste della Libia. «Questi due erano quelli che appena ci alzavamo all’interno del capannone, anche solo per andare in bagno, ci picchiavano con dei grossi bastoni ed erano armati di pistole – è la testimonianza riportata dalla questura di Pozzallo – Dovevano vigilare affinché nessuno allontanasse attirando controlli sul capannone».
Subito dopo lo sbarco sono iniziati gli interrogatori delle 85 persone. Gli organizzatori del viaggio avrebbero imposto loro di raccontare del naufragio, nel corso del quale a morire sarebbero stati anche gli scafisti. Ma la versione dell’accaduto fin da subito ha destato sospetti. Solitamente su un gommone viaggiano dai 90 ai 110 passeggeri. Aggiungendo le 50 presunte vittime ai superstiti, il numero raggiunto è stato considerato inverosimile per una sola imbarcazione. «Abbiamo inventato tutto, c’era stato detto di dire così perché non avreste arrestato gli scafisti – avrebbero confessato agli inquirenti – Nessuno di noi è caduto in acqua, siamo tutti sani e salvi grazie al vostro aiuto, scusateci».
Durante la perquisizione, addosso a uno degli arrestati sono stati trovati duemila dollari cuciti in una tasca interna dei pantaloni. Per le forze dell’ordine l’arresto dei due presunti sorveglianti è un’operazione importante. Dall’inizio dell’anno sono 27 le persone arrestate nella cittadina ragusana con l’accusa di essere gli organizzatori delle traversate. Il gruppo di 290 persone è in corso di trasferimento perché sono previsti nuovi sbarchi durante la giornata sia nella costa orientale che a Messina, dove sono in arrivo in 516.