La bohème di Puccini inaugura la stagione del Bellini

Al Teatro Massimo Bellini di Catania è tutto pronto per la sontuosa inaugurazione della nuova stagione di opere e balletti, la prima avviata nel clima più sereno della ripresa  postpandemica. A Catania, come nelle sale grandi e piccole di tutto il mondo, si rinnova così un rito  secolare e soprattutto un  gesto corale di aggregazione, a suggellare il ritorno alla normalità anche nel panorama musicale.

Lo conferma il successo della campagna abbonamenti in corso, che ha premiato le scelte gestionali ed artistiche del sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano e del direttore artistico Fabrizio Maria Carminati. Una risposta straordinaria, quella della città ma anche delle province limitrofe, grazie ad una contenuta politica dei prezzi, come evidenzia il commissario straordinario Daniela Lo Cascio

Il cartellone, che prevede cinque opere e due balletti, si aprirà sabato  26 novembre alle 20:30 con quella che è forse l’opera più  amata di Giacomo Puccini, certamente il titolo più rappresentato di tutto il repertorio teatrale sia musicale che drammatico. Parliamo de La bohème, titolo principe del teatro musicale, presto entrato nell’immaginario collettivo, superando le folte legioni degli appassionati. 

Lo spettacolo, che impegna Orchestra, coro e tecnici del Teatro Massimo Bellini, sarà  in scena fino al 4 dicembre per un totale di otto rappresentazioni, di cui una fuori abbonamento. 

Sul podio lo stesso direttore artistico Fabrizio Maria Carminati, bacchetta di fama internazionale. A firmare la regia è l’argentino Mario Pontiggia,  metteur en scene di chiara fama. Tra gli interpreti principali i soprani Valeria Sepe e Jessica Nuccio, protagonisti dell’odierna scena lirica. L’imponente allestimento realizzato dal Teatro Massimo di Palermo si avvale delle scenografie di Antonella Conte, i costumi di Francesco Zito, le luci di Bruno Ciulli

Di spicco, come anticipato, anche il cast vocale distribuito nelle diverse repliche. Nel ruolo di Mimì si alterneranno i soprani Valeria  Sepe  (26 e 29/11; 1 e 4/ 12) e Mihaela  Marcu  (27 e 30 /11; 2 e 3/12); in quello di Musetta i soprani Jessica  Nuccio  (26 e 29/11; 1 e 4/12) ed  Eugenia Vukkert  (27 e 30/11; 2 e 3/12); in quello di Rodolfo i tenori Giorgio Berrugi (26 e 29/11; 1 /12 ), Zi-Zhao Guo (30/11 e 2/12), Iván Ayón-Rivas (4/12) e David Astorga (27/11 e 3/12); in quello di Marcello i baritoni  Vincenzo Taormina e Luca Bruno, in quello  del musicista Schaunard i baritoni Italo Proferisce ed Enrico Marrucci, in quello del filosofo Colline i bassi George Andguladze e Ugo Guagliardo. Completano il cast: Riccardo Palazzo (Parpignol), e Abdre Tabili (Benoit e Alcindoro). 

Guida il Coro del Teatro Massimo Bellini il maestro Luigi Petrozziello. In scena anche il Coro di voci bianche Interscolastico Vincenzo Bellini, istruito da Daniela Giambra.  

A questa folta e altamente qualificata compagine artistica toccherà l’impegno di fare rivivere sulla scena l’immortale partitura composta da Puccini nel 1896, su libretto in quattro quadri di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratto a sua volta dal romanzo d’appendice Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, pubblicato nel 1851.  


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo