Un tavolo tecnico per rendere di nuovo fruibili i beni comunali abbandonati. A organizzarlo il consiglio della municipalità etnea e la commissione comunale tributi, presieduta da Salvatore Tomarchio. Che dice: «Il primo obiettivo è mappare gli edifici sui quali intervenire». E sostiene l'affidamento degli stessi a cittadini o associazioni quale necessaria conseguenza dell'iter
IV municipalità, riqualificare i beni degradati «Intervenire su un immobile per volta»
«Redigeremo una mappa puntuale e aggiornata su tutti gli immobili comunali da riqualificare per darne fruibilità ai cittadini». Apre così l’incontro tra il consiglio della IV municipalità, alcuni consiglieri comunali e la Commissione comunale Tributi il presidente della stessa Salvatore Tomarchio. «L’idea è quella di coinvolgere anche i cittadini, ai quali spetta il compito di segnalarci aree e immobili abbandonati, spesso causa di noncuranza da parte dell’amministrazione», continua Tomarchio. Secondo il presidente le priorità, al netto di alcuni sopralluoghi già effettuati, sono diverse. Tra questi l’Istituto Vitagliano Brancati di Librino e il circolo didattico Padre Santo Di Guardo di San Giovanni Galermo dove si registra, soprattutto per il secondo edificio, una «devastazione totale». L’idea che emerge dall’incontro porta nella nella direzione dell’affidamento dei beni abbandonati alle associazioni e ai cittadini che ne presentano richiesta.
I termini degli eventuali affidamenti sono ancora da definire, così come le aree sulle quali concentrare l’interesse. «C’è già un regolamento precipuo a questo atto ma intendiamo intervenire su alcuni punti, come ad esempio i tempi dell’affido e i requisiti necessari a richiederlo», precisa Tomarchio. «A San Giovanni Galermo gli immobili sui quali lavorare anche per fare cassa non mancano», aggiunge il presidente della IV municipalità Emanuele Giacalone. La modalità definita è quella di lavorare in sinergia con il consiglio comunale e con le commissioni competenti, dal Bilancio ai Lavori pubblici.
«Il Parco degli Ulivi, il campo sportivo di San Giovanni Galermo, il lavatoio di Cibali, piazza Bonadies, alcuni complessi di via Volturno, e l’Istituto scolastico di via Belvedere sono solo alcuni degli esempi urbanistici che vorremmo tornassero perfettamente fruibili alla cittadinanza», fa alcuni esempi Giacalone. Che sostiene l’utilità di eventuali sponsorizzazioni e fondi comunali per sottrarre il patrimonio elencato «ai topi e ai vagabondi». Per l’ex presidente della I commissione consiliare permanente della IV municipalità Francesco Nauta la priorità spetta a un immobile sito in via Merlino – vicino a Villa Gentile Cusa – per la quale lui stesso aveva proposto una nuova funzione da commissariato di polizia.
«Mi auguro che entro un anno riusciamo a riqualificare almeno un edificio», precisa Giacalone. Ed è proprio questo il metodo che si intende adottare, ovvero concentrarsi su un determinato immobile di volta in volta. A suggerirlo anche la consigliera del Partito democratico Ersilia Saverino, già membro della commissione comunale al Bilancio e ai Lavori pubblici. «Non possiamo mettere tutto in un unico calderone, meglio concentrarsi su un progetto preciso e magari piccolo da presentare all’amministrazione. Sarebbe già un buon risultato», afferma Saverino. «Chiederemo un consiglio comunale straordinario sull’argomento dei beni comunali abbandonati», annuncia il consigliere Carmelo Coppolino. «Prima però conviene avere le idee chiare su dove e come intervenire», conclude Giacalone.