IV circoscrizione, due linee Amat soppresse  Residenti infuriati: «Siamo isolati. Pronti a manifestare»  

Sono rimaste inascoltate le proteste dei residenti dei quartieri di Corso Calatafimi, Borgo Molara, Boccadifalco e Baida, che sono scesi in piazza contro la soppressione, da parte dell’Amat, delle linee 906 e 923 (in totale dieci le linee sospese in tutta la città) e la riduzione anche del 50% delle tratte intermedie che collegano i quartieri periferici al centro. Le loro richieste sono cadute nel vuoto e l’azienda sembra non aver alcuna intenzione di fare marcia indietro. A confermarlo e puntare il dito contro l’azienda municipalizzata dei trasporti di Palermo, è stato il presidente della quarta circoscrizione, Silvio Moncada, che nei giorni scorsi ha guidato un sit-in davanti la sede dell’azienda, in via Roccazzo, e ora non esclude nuove forme di protesta.

«La risposta alle nostre richieste è stata negativa – ha detto Moncada a Meridionews – secondo l’azienda non sussistono le condizioni, mancano le vetture e gli autisti, e non possono dirottare i mezzi da altre linee. Ieri non ho parlato con il presidente dell’Amat ma con l’ingegnere Carollo che ha ribadito la stessa versione». Una posizione che suscita ancora di più l’indignazione e il mal di pancia nei residenti, tenuto conto che ufficialmente il provvedimento è stato adottato per contenere i costi ma, nel frattempo, con 15 giorni in anticipo rispetto allo scorso anno, è stato avviato il collegamento gratuito tramite navette tra cinque parcheggi e le borgate marinare e Monte Pellegrino.

«Dopo le nostre proteste – ha sottolineato – non nutrivo molta fiducia in una rapida soluzione. Venerdì, infatti, nell’ultimo incontro con il presidente ha riferito di problemi legati al bilancio per giustificare la soppressione delle due corse. Eppure da un lato tagliano le linee – ha proseguito – mente dall’altro attivano le navette gratuite. Capisco la necessità di agevolare i flussi in estate verso mete più turistiche, ma non comprendo perché questo debba andare a discapito del servizio pubblico, utilizzato soprattutto da chi deve ritirare la pensione, fare la spesa o andare dal medico: mi sembra ridicolo». 

Per Moncada il presidente Gristina «ha preso impegni precisi con noi sabato e ha promesso che avrebbe dato delle risposte per soddisfare le esigenze della cittadinanza. Sarebbe sufficiente – ha ribadito – garantire una corsa al mattina e una al pomeriggio». Appelli, tuttavia, caduti nel vuoto e ora i residenti hanno minacciato nuovamente di manifestare per difendere i loro diritti. «Oggi ne abbiamo parlato in consiglio  – ha aggiunto Moncada – ma non abbiamo stabilito ancora nulla in merito ad altre forme di protesta. Sappiamo che domani il presidente Grisanti dovrebbe andare in consiglio comunale per riferire delle soppressioni delle linee. Se verrà confermato, non è esclusa la nostra presenza per far sentire la nostra voce».

A ritenere la crisi dell’azienda la vera motivazione per la soppressione anticipata delle linee, sono anche i sindacati: «Aver anticipato di 15 giorni rispetto agli anni passati la soppressione temporanea per i mesi estivi di ben dieci linee è uno dei tanti sintomi della crisi dell’Amat – ha sostenuto il segretario regionale dei Cobas settore trasporti, Antonino La Barbera – con un parco mezzi ormai ridotto all’osso, ha enormi difficoltà a garantire un servizio di trasporto pubblico efficiente. Pur prevista dal programma d’esercizio, la soppressione delle linee 906, 907, 923, 961, 971, 978, 837, 644, 318, 221, che verranno ripristinate nel mese di settembre, aggrava la già precaria mobilità cittadina. Non si possono isolare le periferie o penalizzare i collegamenti tra rioni».


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