Il luogotenente di Matteo Renzi in Sicilia cerca di riorganizzare il partito, orfano di mister preferenze Luca Sammartino. «Lo spazio per questa forza di centro è veramente grande, altro che sopravvivenza», dice rivolgendosi alla platea
Italia Viva, Faraone chiama a raccolta i renziani etnei «Siamo centristi. Draghi? Ispirati dalle sue politiche»
Vietato parlare di sopravvivenza. È una risata quasi isterica quella del senatore Davide Faraone, presente alla reunion dei renziani etnei accorsi alla convocazione per riorganizzare il partito, davanti alla domanda sugli obiettivi della forza politica di Matteo Renzi. In Sicilia, infatti, bisogna fare i conti con la fuoriuscita di mister preferenze, Luca Sammartino, e con le elezioni regionali che si avvicinano. Italia Viva, infatti, deve ancora decidere cosa fare da grande. Assente dal campo progressista, impegnato con le primarie, raduna i simpatizzanti per chiarire le linee da seguire. Abbastanza chiare: sostenere il modello e il governo di Mario Draghi.
«Quelli del 40 per cento erano – dichiara Faraone – altri tempi. Come si vede in politica, è capitato a Matteo Salvini, al Movimento 5 Stelle, capiterà a Giorgia Meloni, si cresce e si cala con una facilità estrema rispetto al passato dove eravamo abituati a partiti politici che mantenevano, ideologicamente, la loro struttura nel tempo. Noi abbiamo il dovere di costruire una forza centrista, moderata che rappresenti le politiche del modello Draghi. Lo spazio per questa forza è veramente grande, altro che sopravvivenza».
E guardando in faccia la platea, si sottolinea subito la necessità di ricostruire una realtà responsabile, per consegnare al Paese stabilità e crescita. Per questo serve partecipazione. E via alla raccolta dei contatti in sala per le prossime occasioni di confronto. «Per Italia Viva – dice Salvo Nicosia, coordinatore provinciale etneo – è sempre il momento di dire come la si pensa. Con chi stare, dal nostro punto di vista, viene dopo. Staremo con chi, come noi, ha voglia di cambiare in positivo questa terra, di non perpetrare ancora le ritualità che hanno trascinato la Sicilia e Catania in una condizione che è sotto gli occhi di tutti. Si apre una stagione che, probabilmente, ci porterà a vedere uno scenario politico mutato, rispetto a quello vissuto negli ultimi anni. Sosteniamo con forza la prosecuzione del governo Draghi. Immaginiamo che anche in questa regione e in questa città, esperienze di buon governo alla Draghi, possano e debbano essere al centro della progettualità».