Al Comune arriveranno 19 milioni di euro in meno dalla Regione, da qui l'esigenza di equilibrare il bilancio. A farne le spese potrebbero essere anche gli enti che permettono a oltre 600 minorenni di svolgere attività pomeridiane parallele a quelle scolastiche. Guarda le foto
Istituti socio assistenziali ancora a rischio Protesta in piazza di operatori, genitori e bambini
Il terzo settore catanese è nuovamente appeso a un filo. Questa mattina operatori e responsabili, ma soprattutto genitori e bambini che partecipano alle attività di 12 istituti Uneba etnei si sono ritrovati in piazza Università per protestare contro la prospettiva di nuovi tagli al settore della socio-assistenza. I servizi offerti da questi enti attualmente permettono a oltre 600 minorenni di svolgere attività pomeridiane parallele a quelle scolastiche. Si tratta di strutture finanziate dal Comune che forniscono servizi alle famiglie in difficoltà economiche.
Per rispondere alle esigenze di equilibrare il proprio bilancio, l’amministrazione Bianco potrebbe togliere tre milioni di euro al terzo settore, dovendo essa stessa rispondere a un taglio di fondi regionali di 19 milioni di euro. Da palazzo degli Elefanti è giunta la garanzia di voler scansare ogni riduzione dei finanziamenti. «I motivi della protesta sono chiari», spiega Salvo Caruso, presidente dell’Uneba. «Rispetto alla diminuzione di fondi, all’interno della riunione di oggi non ci sono state fatte promesse, i dati sul bilancio sono ancora in fase di studio e approfondimento», precisa.
La manifestazione odierna ha portato all’ingresso di una delegazione dei manifestanti a palazzo degli Elefanti, ricevuti dal sindaco Enzo Bianco, ascoltati dall’assessore ai Servizi Sociali Angelo Villari e il segretario particolare del sindaco Francesco Marano. L’incontro è stato rassicurante per gli scioperanti, ma maggiori notizie, probabilmente definitive, saranno comunicate dall’amministrazione solo in una prossima riunione che si terrà l’8 giugno. Tutto rimane dunque in stand-by.
La proposta fatta dagli istituti è stata di usare i fondi della legge 285/87 per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza per continuare a utilizzare i cosiddetti voucher. «L’assessore Villari ha promesso di scongiurare la possibilità dei tagli previsti – prosegue Caruso – e qualora fossero inevitabili, d’incontrare singolarmente ogni associazione per trovare un giusto equilibrio tra risorse e scelte di allocazione».
Per il settore dell’assistenza sociale quest’ultima crisi non è una novità. A Catania nel 2013 si era verificata la stessa prospettiva di taglio netto ai finanziamenti, ma la reazione degli istituti fu talmente decisa che si arrivò all’occupazione della sede dell’assessorato ai Servizi sociali – allora guidato da Fiorentino Trojano – da parte dell’istituto Sacro Cuore con il sostegno della stessa Uneba.