Il mondo delle cooperative siciliane non ci sta. Le frequenti dichiarazioni del presidente della regione, rosario crocetta, sulla gestione dell'ircac, l'istituto per il credito alle coop e sui presunti "interessi nascosti" dei protagonisti del mondo della cooperazione siciliana, hanno spinto legacoop, confcooperative e agci a prendere carta e penna e a mettere i puntini sulle i.
Ircac: “Crocetta è male informato, nomini il Cda piuttosto”
Il mondo delle cooperative siciliane non ci sta. Le frequenti dichiarazioni del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, sulla gestione dell’Ircac, l’Istituto per il credito alle coop e sui presunti “interessi nascosti” dei protagonisti del mondo della cooperazione siciliana, hanno spinto Legacoop, Confcooperative e Agci a prendere carta e penna e a mettere i puntini sulle i.
Lo fanno con una lettera aperta, firmata dai presidenti regionali Elio Sanfilippo, Gaetano Mancini e Michele Cappadona dai toni garbati, ma densa di ‘precisazioni’. Soprattutto su alcuni passaggi relativi all’attuale funzionamento dell’Istituto, sui quali il Presidente “è stato male informato”.
“Le Centrali Cooperative non hanno alcun interesse nascosto essendo escluse dalla gestione dell’istituto già da 5 anni, da quando cioè il Governo, allora temporaneamente presieduto da Leanza per le dimissioni di Cuffaro, decise di aprire una stagione commissariale che si è protratta, va detto, contro ogni previsione di legge, fino ad oggi” scrivono le tre organizzazioni nella missiva.
E questa sembra essere una frecciata bella e buona: c’è un commissariamento che dura da troppo tempo e che penalizza le attività creditizie dell’Istituto. Perché il governo non ha ancora provveduto a risolvere questa anomalia? Che interessi ci sono dietro la volontà di tenere nel limbo una Istituzione che garantisce un minimo di credito alle imprese siciliane? Una situazione, tra l’altro, che invece di favorire le coop, sembrerebbero penalizzarle, visto che non sono più nel cda, decaduto con l’insediamento del commissario straordinario diventato ordinario.
Uno dei motivi di questo ritardo, potrebbe essere il progetto di accorpare l’Ircac alla Crias e all’Irfis. Progetto di cui in Sicilia si parla da un decennio, di difficilissima realizzazione, che resta sulla carta, ma che rischia di bloccare quello che già esiste. “Crocetta nomini il cda piuttosto e garantisca piena operatività all’Ircac- dicono a LinkSicilia dal mondo delle coop- non si può bloccare un Istituto che dà credito alle imprese, in un momento in cui le banche hanno chiuso le porte, per inseguire un progetto”.
E ancora, una risposta all’accusa, più o meno velata, secondo cui gli enti che amministrano l’Ircac, si ‘pappano’ gli interessi sui fondi gestiti:
” LIRCAC ha una disponibilità liquida depositata presso Unipol Banca, quale tesoriere dellente, di 105.894.051 di euro di cui impegnati 96.184.277 euro. La Unipol Banca corrisponde direttamente alla Regione Siciliana – e non allIRCAC – sui detti depositi, un tasso di interesse pari al 6,50%. Le spese di funzionamento dellIRCAC- sottolineano Legacoop, Agci e Confcooperative – su cui appunto non gravano i compensi degli amministratori, non vengono coperte dagli interessi prodotti, ma, come prevede lart. 55 della L.R. n. 10/99, dalla commissione sui finanziamenti gestiti. Quindi non è vero che ci sono stati soldi dell’Istituto o della Regione impegnati per i compensi degli amministratori”.
E poi l’affondo:
“È vero invece che il fondo dell’IRCAC è stato bloccato, o almeno che sia stata bloccata la sua parte più consistente. Il particolare di non poco conto, che evidentemente non Le è stato riferito, è che tale blocco non è dipeso dall’IRCAC ma dalla Regione Siciliana, con propri decreti. Provveda pertanto la Regione, revocando i suoi decreti che oggi, probabilmente, a distanza di tanti anni, non hanno più ragione di spiegare effetti di impegno, a sbloccare quelle somme ed a metterle realmente a disposizione delle cooperative siciliane. Il recupero derivante dalla revoca da parte della Regione dei suddetti decreti porterebbe ulteriore liquidità allIRCAC (che ad oggi opera con soli 9.000.000 circa) libera da impegni, per il sostegno e il rilancio della cooperazione siciliana.
Le Centrali desiderano unicamente che le cooperative siciliane continuino a garantire alla Regione le performance che hanno garantito in questi anni, ovvero il 4,1% di crescita occupazionale nel periodo 2008-2011 (dato elaborato su fonte INPS gestione lavoratori dipendenti e Censis/Telemaco-Unioncamere) e ciò in piena crisi e mentre gli altri riducevano gli occupati. E poiché siamo sicuri che anche Lei, Presidente abbia a cuore lo stesso obiettivo ci auguriamo, appunto, che al più presto voglia convocarci per ascoltare le nostre proposte in materia di credito e di sviluppo cooperativo. Poi sarà ovviamente Lei a valutarle ed a decidere se sono sensate o meno”.
Insomma, la battaglia è appena cominciata… (as)