Intel, per Cgil la candidatura di Catania è tramontata  «Sarà in Veneto o Piemonte. È una bocciatura politica»

Intel a Catania non aprirà. Lo dicono in una nota i sindacalisti catanesi di Cgil. Se fino a qualche mese fa era nell’aria il tramonto dell’idea che avrebbe dovuto portare la multinazionale statunitense all’ombra dell’Etna, adesso i sindacati ne danno praticamente il fallimento di quello che doveva essere un altro fiore all’occhiello dell’Etna Valley insieme alla già presente azienda di microprocessori StMicroelectronics. A vincere la concorrenza con la Sicilia sembra essere stato il Nord Italia. «Purtroppo avevamo ragione: la sede di un nuovo impianto di Intel, per il quale era candidata Catania, sorgerà in Piemonte o in Veneto», dichiarano il segretario generale di Cgil Sicilia, Alfio Mannino, e il segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, Carmelo De Caudo.

Ed effettivamente anche questa soluzione sembrava diventare sempre più concreta dopo le interlocuzioni dei mesi scorsi intraprese dai componenti dell’ultimo governo guidato da Mario Draghi, che contava tra le sue file il ministro l’esponente della Lega Giancarlo Giorgetti al ministero per lo Sviluppo economico. Nonostante le flebili speranze, la Regione Siciliana aveva anche provato a dare delle soluzioni con la riforma dell’Irsap (Istituto regionale alle attività produttive), con l’assessore Mimmo Turano che aveva annunciato le possibilità di ampliamento delle aree artigianali. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio aveva infatti fatto sapere come tra la multinazionale e il Piemonte e Veneto ci fosse un patto di riservatezza per un futuro investimento. 

Una trattativa fallita per la Sicilia, sia sul piano occupazionale che produttivo. Senza contare la possibilità di ampliare l’offerta attrattiva per la presenza di industrie. Un passaggio, questo, sottolineato anche dagli stessi sindacalisti. «La competenza e l’esperienza industriale a Stm è stata volutamente dimenticata e dunque cancellata – affermano – L’attivismo di questi giorni del ministro leghista Giorgetti nella trattativa con Intel a favore di Mirafiori ha avuto il suo esito, che per il nostro territorio ha il sapore di una bocciatura politica». «Un anno fa – conclude Cgil – avevamo lanciato l’allarme, prevedendo quest’esclusione proprio a seguito delle indicazioni di un ministro che anziché perseguire il bene comune e guardare ai territori con oggettività e distacco, ha preferito suggerire l’esito di un’importante operazione industriale che garantirà molti posti di lavoro. I lavoratori catanesi e i giovani esperti del settore, ringraziano».


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo