Informazione e Regione: mettiamo i fondi europei a disposizione dei giornalisti e non soltanto degli editori

LA PROPOSTA/ SE LE RISORSE FINANZIARIE DELLA REGIONE E DI BRUXELLES POSSONO ANDARE A CHI EDITA I GIORNALI, NON SI CAPISCE PERCHE’ NON DEBBANO SOSTENERE ANCHE CHI SCRIVE

I due provvedimenti varati dalla politica siciliana in favore degli editori dei giornali cartacei siciliani – Giornale di Sicilia, La Sicilia di Catania, La Gazzetta del Sud, la Repubblica e Il Quotidiano di Sicilia – stanno suscitando un vespaio di polemiche.
Scriviamo i provvedimenti e non il provvedimento, perché le iniziative sono due: il regalo di Natale da un milione e 300 mila euro circa che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ‘infiocchettato’ in questi

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

giorni per i cinque editori dei cinque quotidiani e la legge approvata dall’Ars che è stata avviata alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione – e quindi in via di promulgazione – senza le parti impugnate: cosa che consentirà il finanziamento della medesima legge con copiosi fondi europei non appena saranno disponibili i circa 10 miliardi di euro della Programmazione 2014-2020 destinati alla Sicilia.
Visto che, di fatto, la Regione si accinge a riversare nelle ‘casse’ di queste cinque gloriose testate un a barca di soldi pubblici – denaro dei contribuenti siciliani, perché i fondi europei non sono altro che una minima quota parte dei soldi che l’Italia eroga all’Unione europea con il finanziamento ordinario annuale e con il Fiscal Compact (Fiscal Compact al quale la Regione siciliana contribuisce con circa un miliardo di euro all’anno: soldi che Roma si tiene dall’Irpef dei siciliani per poi ‘girarla’ a Bruxelles) – ci sembra molto normale che i siciliani ne abbiano un tornaconto.
Come? Semplice: invece di erogare contributi a ‘babbo morto’, la Regione siciliana diventi azionista di questi cinque giornali cartacei. Del resto, qualche anno dopo aver sbaraccato Ems, Espi e Azasi, la Regione ha costituito una quarantina di società private più gli Ato idrici e gli Ato rifiuti.
Bene, si istituisca anche un Ato informazione. Un Ambito territoriale ottimale per l’informazione, mettendo dentro tutti i soggetti che operano nel mondo dell’informazione siciliana che, a vario titolo, prendono soldi dalla Regione: eventualmente, anche quelle Agenzie di stampa titolari di interventi economici da parte della Regione. Idem per quelle strutture giornalistiche che forniscono altri servizi alla stessa Regione (per esempio, le rassegne stampa).
Una volta costituito questo Ambito territoriale dell’informazione sapremo, in primo luogo, quanto costa all’amministrazione regionale l’informazione in Sicilia: dato che oggi non conosciamo.
A questo punto, la Regione, visto che ci mette i soldi, diventando editore in quota parte (per la parte, cioè, del valore dei soldi che appronta, raffrontata al capitale sociale di ogni società editoriale), avrebbe una legittima, propria voce in capitolo nell’interesse della collettività.
Tradotto: un editore, fino a quando ci mette i soldi propri, è libero. Ma se prende il denaro pubblico, beh, è giusto che divida il potere decisionale con i rappresentanti dei cittadini (che alla fine sono quelli che tirano fuori i soldi).
Questo consentirebbe – sempre per la parte del capitale sociale di ogni società editoriale che diventerebbe di proprietà della Regione – di gestire questa parte di editoria ‘regionalizzate’ nell’interesse dei giornalisti e non degli editori.
Facciamo un esempio. Una parte di questi fondi destinati dalla Regione all’editoria potrebbe essere impiegata, da ogni editore, per far lavorare, ad esempio, per tre-quattro mesi all’anno i giornalisti siciliani disoccupati.
Si tratterebbe, in altro parole, di mettere a disposizione dei giornalisti un quota di questi fondi regionali che, altrimenti, finirebbero, al netto dei costi, nelle tasche dei soliti editori.
Non ci vengano a dire che non si può fare. Perché la legge regionale sull’editoria, in via di promulgazione, è stata approvata per consentire agli editori di accedere ai fondi strutturali della Ue.
Ora, se i fondi strutturali – che per definizione dovrebbero servire alla realizzazione delle infrastrutture – possono finire nelle tasche degli editori, beh, possono essere utilizzati anche per sostenere i tanti giornalisti disoccupati che ci sono in Sicilia.
I fondi europei destinati alla Sicilia che verranno utilizzati per cinque giornali cartacei dell’Isola non possono servire solo per ripianare i debiti degli editori. Non sarebbe una cosa seria.  


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Ma non si parlava, tipo, di turismo sostenibile, eco bio qualcosa? No perché mi pareva di avere sentito che eravate diventati sensibili alla questione ambientale e che vi piaceva, tipo, andare nella natura, immergervi nella ruralità, preoccuparvi dell’apocalisse solare. Probabilmente avrò capito male.Qui, nel sudest siculo, fino a non molto tempo fa, ricordo un turismo […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]