L’ultimo colpo interno al centrodestra arriva dal governo nazionale e fa il danno di una bomba. La Protezione civile ha negato alla Sicilia lo stato di emergenza dopo gli incendi della corsa estate, con i danni record causati soprattutto a luglio, con sei vittime e danni accertati per 150 milioni di euro. E la cosa […]
Foto di Colajanni Rosaria
Incendi di luglio, da Roma il No allo stato di emergenza per la Sicilia. Scoppia la polemica: Musumeci nel mirino
L’ultimo colpo interno al centrodestra arriva dal governo nazionale e fa il danno di una bomba. La Protezione civile ha negato alla Sicilia lo stato di emergenza dopo gli incendi della corsa estate, con i danni record causati soprattutto a luglio, con sei vittime e danni accertati per 150 milioni di euro. E la cosa che stride di più è che la protezione fa capo al ministero guidato da Nello Musumeci, ultimo presidente della Regione siciliana prima di Renato Schifani, che con l’attuale governatore – ovviamente – condivide l’appartenenza alla stessa coalizione di centrodestra. «Pur comprendendo il disagio determinatosi in conseguenza degli eventi – si legge in una nota della protezione civile nazionale firmata dal dirigente Fabrizio Curcio – gli stessi dovranno essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuiti dalla normativa vigente alle amministrazioni e agli enti ordinariamente preposti».
«Non condividiamo e troviamo ingiustificato il rigetto della richiesta dello stato di emergenza per gli incendi che dal 23 luglio hanno colpito la nostra Isola – replica Salvo Cocina, capo della protezione civile siciliana». E nel pomeriggio Nello Musumeci prova pure a metterci una pezza, convocando proprio Curcio e Cocina a una riunione che si terrà a Roma mercoledì prossimo per riesaminare il caso. Ma la bomba era già esplosa. «L’ennesimo schiaffo alla Sicilia da parte di un governo nazionale che, con l’inerzia complice di Schifani, sta distruggendo la Sicilia – il commento del Movimento 5 stelle – La verità è che le vere calamità per la nostra isola non sono solo gli incendi e le alluvioni, quanto gli esecutivi che ci governano a livello regionale e nazionale. Stanno distruggendo la Sicilia, se non vanno a casa per noi sarà la fine».
«Roma sbatte la porta in faccia alla Sicilia – dice Ismaele La Vardere (ScN) – E la beffa è che la risposta arriva dalla protezione civile che fa riferimento proprio a Nello Musumeci ex governatore siciliano. Una bocciatura allucinante che dimostra come lo stesso governo si sia lavato le mani e abbia lasciato sola la Sicilia. Come risponde Schifani a questo documento che isola ancora di più il suo Governo e che dimostra come Roma abbandoni la Sicilia?». E ancora «Già a ottobre avevamo denunciato la discriminazione operata dal governo Meloni nei confronti della Sicilia e il mancato riconoscimento dello stato di calamità conseguente agli Incendi – si aggiunge al coro il Partito democratico – Con mesi di ritardo oggi assistiamo alla confessione di Musumeci e al solito intollerabile scaricabarile. La verità è che la Sicilia e i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto. Anzi il governo Meloni bocciava a più riprese le nostre proposte per intervenire finanziariamente. Che differenza con la solerzia, giusta, per ristorare i danni nelle altre regioni». E domani davanti a Palazzo dei Normanni ci si aspetta anche una contestazione popolare.