In Sicilia aumenta il costo di ombrelloni e sdraio, ma l’Isola è ancora la più conveniente d’Italia

Andare al mare in Sicilia è ancora più caro, ma solo per i siciliani. Salgono i prezzi di lettini, sdraio e ombrelloni negli stabilimenti balneari dell’Isola, i cui prezzi restano tuttavia tra i più bassi in Italia, cosa che la rende sempre più appetibile ai turisti. A dirlo è l’osservatorio del turismo di Federconsumatori, che ha pubblicato l’ultimo rapporto sui dati di prezzi dei lidi e dei servizi in spiaggia su scala nazionale.

Dal rilievo operato sulla base della media dei costi previsti da tre-cinque zone turistiche per ogni regione, emerge che in Sicilia nel 2023 per affittare un ombrellone servono mediamente sei euro, a cui ne vanno aggiunti altri 5,33 per ogni sdraio e 6,50 per ogni lettino. Noleggiare un pedalò costa in media 7,33 euro, mentre un abbonamento giornaliero si attesta sui 23 euro, contro i 381,33 euro dell’abbonamento mensile. Il campione di riferimento della ricerca di Federconsumatori prende in considerazione in particolare le spiagge del Palermitano, del Catanese e della provincia di Trapani.

Prezzi tutto sommato popolari, se si pensa che nella media nazionale un ombrellone costa 12,70 euro, più del doppio che sull’Isola, addirittura il triplo se confrontato con una regione come la Puglia, dove l’ombra costa cara: 17,37 euro di media. Stando al dato nazionale, una sdraio costa mediamente 8,54 euro, un lettino 11,79, mentre servono 10,26 euro per un pedalò, 32 euro per un giornaliero, 718,08 per un mensile e oltre duemila euro per un abbonamento stagionale, contro gli appena 945 euro necessari per lo stesso servizio in Sicilia (sempre in Puglia, ne servono più di tremila). Il trend degli aumenti comunque segue sull’Isola lo stesso andazzo di quello nazionale, che si attesta sugli undici punti percentuali.

Il report non considera tuttavia il costo delle cosiddette postazioni, pacchetto che comprende di solito ombrellone e due lettini, quasi sempre offerto dai gestori delle spiagge siciliane, che – quanto meno nel Palermitano – si aggira attorno ai 25 euro al giorno, che diventano 30-35 nel periodo di altissima stagione, tra luglio e agosto. Va anche detto che è anche pratica frequente, anche se non è la regola, quella di dimezzare il costo delle postazioni qualora l’acquisto per l’intera giornata dovesse avvenire superate le 14.

«la Sicilia resta ancora accessibile a un pubblico abbastanza vasto – commenta il presidente siciliano di Federconsumatori Alfio La Rosa – Certamente, però, sono finiti i tempi in cui con 20 euro
una famiglia andava in spiaggia attrezzata per un giorno intero
». Quello in corso tuttavia potrebbe essere l’ultimo anno con tariffe del genere, vista l’imminente scadenza delle concessioni balneari, che nel 2024 dovrebbero andare nuovamente a gara. «Tema delicatissimo», lo definisce La Rosa, ma anche incredibilmente spinoso, con la politica chiamata a prendere una decisione che rischia di scontentare non poche persone, con i gestori dei lidi in testa. E col rischio che altre spiagge finora libere vengano colonizzate da nuovi stabilimenti balneari. Ma sul tema lo scontro politico da tempo divide non solo maggioranza e opposizione in Regione, ma persino diverse anime delle stesse coalizioni.

«Chiediamo ufficialmente che la Regione affronti questa fase così importante senza chiudersi nelle stanze del palazzo – conclude La Rosa – i contributi delle associazioni dei balneari, di quelle ambientaliste e di quelle di tutela dei consumatori, come Federconsumatori Sicilia, sarebbero utilissimi per raggiungere velocemente la quadra evitando tanto le speculazioni, quanto le sterili polemiche. Il turismo ci vuole, ma non può essere selvaggio».



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