Che faccia ha il mostro? Perché il vicino di casa diventa un assassino? Piero Bocchiaro, docente di origini palermitane, cerca di spiegare cosa si cela dietro la violenza umana nel suo libro Psicologia del male
Il volto ordinario del male
Pestaggi, stupri di gruppo, uccisioni. È il male a fare notizia, il male nelle sue sfaccettature varie che si presenta all’ora di pranzo o di cena, in un qualsiasi telegiornale. Alla descrizione dell’episodio segue un commento o a volte un tentativo di spiegazione che sempre più spesso ci appare goffo, lasciandoci insoddisfatti. Ci accorgiamo che il violentatore o l’omicida non hanno le fattezze da mostro che si pensava dovessero possedere. Ci rendiamo conto che le teorie costruite per aiutarci a fare chiarezza non sono, spesso, che luoghi comuni e pensieri tradizionali. Per chi vuole capire, allora, non resta che ricominciare daccapo. Magari facendosi le domande giuste e cercando le risposte in territori nuovi.
Cosa spinge una persona comune a compiere un’azione crudele? Lo chiediamo a Piero Bocchiaro, esperto di psicologia sociale e autore di “Psicologia del male” (Laterza, 2009). «La spiegazione va cercata, in molti casi, nella situazione in cui l’individuo si ritrova ad agire anziché nella sua personalità. Gente comune viene imbrigliata in un vortice di forze presenti nel contesto immediato che orientano verso il male. Nessuno ne parla perché nessuno ha coscienza di queste forze. Mi riferisco ad esempio al conformismo o alla deumanizzazione, solo per citarne un paio». Noi esseri umani siamo dunque vulnerabili — più di quanto amiamo credere — al potere della situazione e in molti casi, soprattutto quando la situazione è insolita ed estrema, agiamo guidati dalle norme che si attivano in quel microcontesto anziché dai nostri abituali canoni morali.
Il libro di Bocchiaro sta riscuotendo un grande successo anche tra i non addetti ai lavori, grazie all’unione di una tesi innovativa con un linguaggio sempre chiaro ed elegante. Il tutto introdotto da Philip Zimbardo, figura tra le più autorevoli nel panorama della psicologia mondiale, che per l’appunto firma la prefazione al libro. «Sì, Zimbardo ed io ci conosciamo da diversi anni, e lui stesso mi ha proposto di scrivere la prefazione al libro. Attualmente lavoriamo a un progetto di ricerca mirato a comprendere cosa spinge le persone a ribellarsi al male. Dopo aver speso la sua carriera nell’indagare il lato oscuro dell’essere umano, qualche anno fa mi propose di studiare sperimentalmente il lato buono, o meglio, quelle risorse che ci permettono di contrastare le forze malvagie. Ed è un progetto che sta già dando ottimi risultati, svelando ancora una volta l’importanza del contesto immediato nel guidare la condotta».
Libri come quello di Piero Bocchiaro, insomma, si rivelano utili perché, oltre a liberarci da credenze consolidate ma sterili, ci indicano la via per incrementare la probabilità di agire al meglio nelle varie circostanze di vita.