«In certi posti bastano dieci persone per mettere su un'organizzazione che prende il controllo di un quartiere», dice il dirigente della squadra mobile Marco Basile. A gestirla, in una zona di San Giovanni Galermo, sarebbero stati i fratelli Orazio e Luigi Tenente
Il «Tenente» era diventato padrone di via Balatelle Spaccio sotto le palazzine da duemila euro al giorno
«L’aspetto più importante di questa indagine è di restituire alle persone oneste spazi e zone dove sembra che regni l’anarchia». Guarda a un piano il più generale possibile il dirigente della squadra mobile etnea Marco Basile, chiamato a commentare il «soddisfacente» esito dell’operazione Cattivo tenente. Il nome lo ha suggerito facilmente la famiglia alla testa di questo «piccolo gruppo» non collegato, come sarebbe emerso dalle indagini, a clan o ad altre organizzazioni più grosse: Orazio Tenente, pregiudicato, sarebbe stato il coordinatore indiscusso delle operazioni che avevano trasformato via Balatelle, nel quartiere di San Giovanni Galermo, in un redditizio fortino dello spaccio di sola marijuana. «La media era di 200 cessioni di stupefacente al giorno, con ricavi dai duemila euro in su», calcola il vicequestore aggiunto Paolo Lisi.
Il braccio destro di Orazio Tenente sarebbe stato il fratello Luigi. I loro nomi rientrano fra gli arrestati che in totale sono 13: sei in carcere, due ai domiciliari e cinque sottoposti all’obbligo di firma. Il richiamo va poi al celebre film del 1992, regia di Abel Ferrara. Non c’è da stupirsi di numeri così ristretti e dell’assenza di altisonanti richiami alla malavita organizzata. «In certi posti bastano anche solo dieci persone per mettere su un’organizzazione criminale che prende il controllo di un intero quartiere», sottolinea Basile. La scelta di occuparsi solo di marijuana, poi, assicura rapidi e corposi guadagni al gruppo. Elogi al lavoro degli uomini della questura: «Non è facile introdursi nella piazza di spaccio, collocare le telecamere e raccogliere quei gravi indizi che servono». «Questa operazione – ha aggiunto Basile – rappresenta la migliore risposta alla delinquenza diffusa che rende impossibile la vita di chi vuole vivere civilmente in certe parti difficili della città, la questura è impegnata ogni giorno su questo tipo di attività investigative».
Le indagini erano partite nel maggio del 2017, grazie al lavoro congiunto di squadra mobile e commissariato di Nesima, sotto il coordinamento della procura. Per quasi due anni, dunque, gli occhi degli inquirenti sono stati puntati sul «grande afflusso da direttrici variegate, anche da fuori provincia» di consumatori di erba in via Balatelle. A soddisfarli la ben oliata turnazione di pusher e vedette sotto la regia di Tenente. L’attività di spaccio, come approfondito dalla polizia, avveniva sotto i portici delle palazzine della zona. Tre spacciatori per turno, due le fasce orarie (10-14 e 15-20) e un approvvigionamento costante da alcune strategiche botole di ferro ricavate dal terreno. Paghe giornaliere «da 50 a 80 euro». Era Orazio Tenente, secondo gli inquirenti, a dare il via ai rifornimenti alle «toppe» quando le buste da 60 stecchette di marijuana, in media, si esaurivano.