Ora le riviste hard nascono qui. Alcune sono direttamente finanziate anche dalle casse dell'università. Alecia della Boston University: "Sono fiera del mio corpo. Perché non mostrarlo?"
Il sesso esplode nei college Usa
LOS ANGELES – Le università americane parlano un nuovo linguaggio e, soprattutto, lo scrivono. Si sono messe a pubblicare, talvolta finanziandole, riviste pornografiche redatte e dirette dagli stessi studenti. E’ un fenomeno nato di recente e si estende a macchia d’olio. Pubblicazioni di questo genere sono diventate un trend in crescita, quasi un business: Harvard, Yale, Boston University, Vassar, Columbia, University of Chicago, Stanford e Ucla hanno imitato Hugh Hefner e il suo Playboy. Prestigiosi istituti noti per la loro serietà, con i loro motti ispirati allo studio e alla religione sembrano voler sovvertire le regole.
Il sesso non rappresenta più un tabù per nessuno. E adesso si mostra senza veli anche negli atenei. Tra i giornali sessuali popolati dagli studenti, si trovano quelli più dilettanteschi e quelli più audaci, quelli più ricchi e quelli che nascono e periscono col finire dei semestri scolastici. Il punto di riferimento per tutti, con tanto di ambizioni editoriali che mirano ad avere un seguito oltre le mura del college è Boink, della Boston University. Alecia Oleyourryk, fondatrice del giornale sostiene: “Forse quello che facciamo dà sui nervi a qualcuno, ma il sesso è dappertutto e per questa generazione lo è sempre stato. Un corpo è un corpo. Io sono orgogliosa del mio corpo e non vedo perché non dovrei mostrarlo. Non mi impedirà di trovare un lavoro, non è più il tempo de ‘La lettera scarlatta’ ”.
H Bomb, finanziato direttamente dall’amministrazione di Harvard con un assegno da 2mila dollari, si è posizionato in qualità di giornale letterario su sesso e questioni sessuali e vanta di copertine dal titolo “Come ho perso la verginità”. L’unica lamentela della direttrice della rivista, Ming Vandenberg, è stata quella che avrebbe preferito se gli studenti fotografati per il suo giornale restassero anonimi ma la sua richiesta non ha avuto successo. “Vogliono che tutti sappiano, – afferma – vogliono essere notati”. Se non mancano i critici e le donne che vedono in questo nuovo modo di fare sfruttamento e violenza, ci sono anche i difensori della causa. Le studentesse che posano in vari stadi di nudità sono ragazze della porta accanto, naturali, non siliconate o ritoccate da chirurghi di turno. Ma non sono le sole: davanti all’obiettivo posano spesso anche gli uomini. Mentre alcuni giornali hanno voluto restare all’interno dei colleges, altri – tra cui Boink – hanno osato distribuire i loro numeri nelle edicole di Boston e di altre metropoli americane. Inoltre, a breve, uscirà Warner Books Boink, The Book, una collezione di foto e scritti erotici di studenti provenienti da tutta l’America.
Questa tendenza sembra avere un successo tale che chi rimane fuori dal giro corre ai ripari: alla Stanford University si lamentano di non avere nulla di simile a un sex magazine e che il massimo di erotismo nell’ateneo è un’innocente passerella in costume, a bordo piscina, dei ragazzi della squadra di nuoto.
di SARAH OSTINELLI