Il prezzo della Fedeltà del maresciallo Giangrande Autore: «Mi ha insegnato come si accetta il destino»

«Mio padre, Giuseppe Giangrande, è figlio di questa terra e oggi avrebbe voluto esserci ma conoscete la sua tragedia che lo ha costretto a letto da ben quattro anni e quindi muoverci da Prato – racconta Martina – è davvero complicato come un po’ lo è diventata la mia vita, ma non mi lamento. Devo andare avanti per garantire a mio padre la serenità e garantirgli la libertà. Ho una forza che nemmeno io pensavo di avere ma la soluzione era reagire ad una situazione che non ho voluto ma è arrivata». In queste parole emozionate e pronunciate in occasione della presentazione del volume scritto dal colonnello Roberto Ricciardi, dal titolo Il prezzo della Fedeltà che racconta la storia del maresciallo Giangrande, c’è il pensiero di una ragazza che si è trovata ad accudire suo padre dimenticando amici, discoteche e un lavoro sicuro dopo anni di precariato.

Un messaggio non di dolore ma di speranza per i giovani, presenti nella sala San Benedetto del Complesso monumentale Guglielmo II, gli studenti del Liceo scientifico e classico dell’istituto superiore “Basile – D’Aleo” di Monreale intitolato ai due capitani dei carabinieri negli anni 80’ per mano mafiosa. «Cosa volete essere?» esordisce così l’autore del romanzo invitando, davanti alle più alte cariche istituzionali, i giovani a intraprendere qualsiasi percorso lavorativo con dignità, senso del dovere e onore.

«La parola onore ha mosso e muove l’intera vita del maresciallo Giangrande che non conoscevo personalmente – ha sottolineato l’autore Roberto Riccardi, capo Ufficio stampa del comando Generale dell’Arma – piano piano ho iniziato a frequentarlo e posso dire con certezza che lui mi ha insegnato come si accetta il destino. Mi ha colpito anche il fatto che lui parla ancora da carabiniere, come se la divisa non l’avesse mai lasciata, e soprattutto non rimpiange quel 28 aprile 2013 quando era in servizio davanti palazzo Chigi e Luigi Preiti lo ha colpito».

Alla presentazione del volume davanti il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che ne ha curato la prefazione, anche il direttore della testata giornalistica regionale Rai, Vincenzo Morgante e l’ex direttrice del Tg3, Bianca Berlinguer che è rimasta colpita proprio dalla figura di Martina appena ventiseienne ma dotata di un coraggio sorprendente, alla quale il padre non ha risparmiato una dedica speciale con una lettera inserita tra le pagine conclusive del libro .

Il maresciallo Giangrande in poche righe ma profonde, ha ringraziato la ragazza per le cure amorevole che gli riserva ogni giorno, augurandole che possa riprendersi n mano la sua vita e avere dei figli di cui andare orgogliosa come è accaduto a lui. La storia quindi di un uomo, del suo sacrificio ha ricordato in chiusura il generale Del Sette ma è anche la storia di un corpo militare qual è l’Arma dei Carabinieri che nel momento del dolore e delle difficoltà diventa una famiglia a cui stringersi. Il libro è stato dedicato a due uomini dell’Arma prematuramente uccisi Gianluca Sciannaca e Antonio Taibi, e anche a Mimmo Intravaia, l’appuntato dei carabinieri morto a Nassyria.


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