Il Pd siciliano dal “turismo elettorale” di Patti alle mille clientele

Si vanno piano piano chiarendo i contorni dell’inchiesta giudiziaria, denominata “Fake”, che ha coinvolto, a Patti, grosso centro della Provincia di Messina, 156 persone con l’ipotesi di brogli elettorali. Coinvolti, com’è noto, dirigenti locali del Pd e persino una parlamentare nazionale dello stesso Partito democratico appena eletta: Maria Tindara Gullo.
Confessiamo che siamo rimasti molto stupiti nel leggere l’intervista che il Sindaco di Patti, Mauro Aquino, Pdl, ha rilasciato al quotidiano on line , “Tempo Stretto”. Non sono le parole del primo cittadino che ci hanno lasciato di stucco, ma l’atmosfera che ha accompagnato le elezioni comunali di Patti celebrate nella primavera del 2011.

Durante la campagna elettorale, l’allora candidato Sindaco del Pdl aveva denunciato una sorta di “turismo elettorale”. In pratica, cittadini di altri centri che venivano invitati a trasferirsi a Patti con promesse varie in cambio del voto.

Sarà l’inchiesta a svelare quanti cittadini di altri centri si sono trasferiti a Patti poco prima delle elezioni. E sarà la magistratura ad accertare se tali trasferimenti – là dove si sarebbero configurati – sono stato il frutto di ‘patteggiamenti’.

In questa sede quello che ci preme sottolineare è il mutamento ‘genetico’ che ha colpito una certa sinistra siciliana. Sia chiaro: la sinistra – sia quella di estrazione socialista, sia quella di estrazione comunista – in Sicilia ha sempre manifestato fenomeni degenerativi. Ma accanto alle degenerazioni c’era un tessuto politico e culturale robusto, legato a una tradizione di legalità e di lotta alla mafia.

Con riferimento alla tradizione comunista siciliana, dalla fine del Pci fino a prima della nascita del Pd le degenerazioni erano presenti, ma non in modo diffuso. E, soprattutto, c’era una sorta di ‘sacralità’ politica che impediva di oltrepassare certi limiti.

Dal 2008 in poi, subito dopo le elezioni, qualcosa, nel Pd siciliano è cambiata. E’ come se un gene del male abbia iniziato a produrre effetti politici ed etici perversi.

Con molta probabilità – come ci è capitato di scrivere più volte – alle elezioni regionali del 2008, l’accordo tra l’allora candidato alla presidenza della Regione, Raffaele Lombardo, e il Pd potrebbe essere stato siglato prima del voto.

Da allora gli argini del Pd siciliano si sono rotti. Disastroso quello che è avvenuto nella formazione professionale, dove gli stesi dirigenti del Pd sono diventati i titolari di società che operano nel settore.

Ma la formazione è solo uno dei tanti aspetti di una degenerazione politica ed etica a catena. Emblematico quello che è avvenuto con la gestione dell’acqua. Un referendum nazionale ha sancito, nel nostro Paese, il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua.

Un comitato composto da Sindaci, sindacalisti e, in generale, liberi cittadini, dal 2011 sino alla fine della passata legislatura ha provato a far discutere dall’Ars un disegno di legge di iniziativa popolare per il ritorno all’acqua pubblica. Tutto inutile. Ad opporsi a questo disegno di legge,in prima fila, c’era il Pd.

Semplicemente incredibile quello che è avvenuto l’estate scorsa. Molti Comuni si sono rifiutati di cedere le strutture idriche comunali ai privati. Proprio perché forti del referendum già citato che prevede il ritorno all’acqua pubblica.

Il Governo Lombardo-Pd, per tutta risposta, inviava commissari nei Comuni che avevano il compito di scippare le strutture idriche pubbliche per consegnare ai privati.

L’estate scorsa, in molti Comuni siciliani, più volte è stata sfiorata la rissa. Con i Sindaci e i consiglieri comunali che difendevano le infrastrutture idriche dal tentativo dei commissari, inviati dal Governo regionale, di trasferirle ai privati.

In alcuni casi i dirigenti del Pd locali si sono trovati in disaccordo con i dirigenti del Pd regionale. Perché, ovviamente, il Pd regionale era d’accordo con Lombardo.

Dal 2008 in poi, pur di arraffare qualcosa, gli ex comunisti hanno accettato tutto: anche di governare con un presidente inquisito per mafia. Dimenticando che, qualche anno prima, avevano condotto una battaglia politica contro Totò Cuffaro, accusato, alla fine, di un reato dove, come nella vicenda Lombardo, c’entrava anche la mafia.

La bramosia di potere dei dirigenti regionali del Pd ha impedito la celebrazione del referendum, chiesta dalla base del Partito per pronunciarsi sull’appoggio dello stesso Partito democratico al Governo Lombardo. E ha portato lo stesso Pd ad eliminare Rita Borsellino dalla ‘corsa’ a Sindaco di Palermo solo perché si opponeva all’inciucio tra Pd e Lombardo.

La fame di potere di questi personaggi del Pd non ha avuto limiti. Noi, l’anno scorso, abbiamo registrato le lamentele di almeno tre politici di spessore che lamentavano la continua presenza, negli assessorati non gestiti dal Pd, di parlamentari di questo Partito che chiedevano ora il contratto per un consulente, ora l’appoggio per un amico, ora questa cosa, ora quell’altra cosa.

Emblematico, al riguardo, il caso di una società regionale che opera nel cinema – società che fa capo, amministrativamente, all’assessorato al Turismo – che ha dovuto, a tutti i costi contrattualizzare un consulente sponsorizzato da un parlamentare del Pd.

I dirigenti del Partito politico che, in quel momento, gestivano l’assessorato al Turismo -Futuro e libertà – facevano presente che quella del Pd era una prepotenza allo stato puro: una sorta di invasione di campo. Ma, alla fine, il Pd l’ha avuta vinta. Ed è andata così anche in altri assessorati.

I risultati finali di questa trasformazione ‘politica-teratologica’ del Pd sono disastrosi. Questo partito, alle ultime elezioni politiche, ha perso, in Sicilia, 250 mila voti circa rispetto alle politiche del 2008. E 200 mila voti circa li ha persi alle elezioni regionali dello scorso ottobre rispetto alle già disastrose regionali del 2008.

E’ in quest’atmosfera che, nella primavera del 2011, vanno in scena le elezioni comunali di Patti. Con un Partito ridotto ormai a una ‘macchina di clientele’, non c’è da stupirsi se, pur di acchiappare voti, si invitavano i cittadini di vari Comuni a trasferirsi a Patti per “turismo elettorale”.

Così come non c’è da stupirsi se il Pd non ha mai preso le difese dei cittadini che lottano contro l’installazione del Muos a Niscemi, vera e propria violenza del militari americani in Sicilia, con la ‘benedizione dell’ex Ministro, Ignazio La Russa e del passato Governo Lombardo-Pd. O dei cittadini che lottano contro gli elettrodotti di Terna, in provincia di Messina. Anzi – lo abbiamo scritto ieri – il Sindaco di Milazzo, del Pd, cerca invece di ‘tranquillizzare’i cittadini massacrati dall’inquinamento cinico ed elettromagnetico.

Per non parlare del Pd di Siracusa che insiste ancora con l’industrializzazione in un’area che andrebbe bonificata chiudendo le raffinerie e e gli stabilimenti chimici che ormai occupano poche persone e inquinano l’ambiente. Lo stesso Pd che sponsorizzava la realizzazione delrigassificatore tra Mellli e Priolo, in un’area già inquinata e altamente sismica.

Ma a cosa serve un Partito politico del genere?

 


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