Proiettato mentalmente verso il match contro la Cremonese in programma domenica allo stadio Zini, il tecnico non ha ancora smaltito la rabbia per il modo in cui è maturato il rocambolesco 2-2 contro gli abruzzesi: «Con un successo saremmo andati a Cremona con uno spirito diverso. Dobbiamo migliorare sul piano della mentalità»
Il pareggio a Pescara serva da lezione Tedino: «Certi errori non vanno ripetuti»
Il Palermo ha voltato pagina dopo il pareggio ottenuto a Pescara. Dopo sette giorni, tuttavia, il retrogusto amaro per il modo in cui è maturato il risultato di 2-2 è ancora presente nella bocca dei rosanero e in particolare del tecnico Tedino: «Mi ha fatto arrabbiare il gol preso all’inizio del secondo tempo – ha ammesso l’allenatore friulano durante la conferenza odierna al Tenente Onorato – abbiamo commesso una disattenzione che non può permettersi una squadra che vuole arrivare lontano. Peccato perché eravamo stati bravi a mantenere certi equilibri dopo lo svantaggio iniziale e a ribaltare il risultato e invece, dopo l’intervallo, siamo un po’ mancati dal punto di vista della mentalità». La sensazione è che, con un successo, i rosanero avrebbero dato un grande segnale di forza al campionato e un impulso importante al proprio cammino: «Dobbiamo rispettare quello che dice il campo e cioè che in questo momento siamo anche noi nel gruppone ai vertici della classifica. Sono convinto che, se avessimo vinto, saremmo andati a Cremona con uno spirito ancora più garibaldino. Diciamo che a Pescara è passato un treno importante sul quale non siamo riusciti a salire e che adesso dovremo viaggiare su un vagone con meno confort. È chiaro che essere davanti adesso per poi non esserlo al termine della stagione non ha molto senso ma è anche vero che per essere davanti dopo devi gettare adesso le basi. Avremmo qualche punto in più se fossimo stati sempre al completo e – anche se non mi piace parlare di episodi arbitrali – se avessero convalidato i due gol regolarissimi realizzati contro Frosinone e Pescara».
Il presente, al di là di tutto, si chiama Cremona: «La Cremonese non la definirei neanche una neopromossa. Si tratta di una buonissima squadra guidata da un tecnico che conosco bene (Tesser, ndr) e composta da giocatori come Brighenti, Mokulu e Paulinho che in questa categoria fanno la differenza. Ci aspetta una partita molto complicata, in uno stadio pieno, contro una delle prime formazioni del campionato per indice di pericolosità. Una sfida ostica ma che potrà darci qualcosa in più, se interpretata nella maniera giusta, dal punto di vista dell’autostima in base al risultato e anche alla prestazione». Domenica, allo Zini, potrebbe rientrare il difensore Bellusci reduce da quasi un mese di stop forzato a causa di un infortunio muscolare: «Per noi è un giocatore molto importante. Ha le caratteristiche, in termini di intensità e ‘istinto animale’, che deve avere un difensore difficilmente superabile. L’importante è che stia bene, fisicamente e anche mentalmente».
L’assenza dell’ex Catania in queste settimane ha complicato i piani dell’ex tecnico del Pordenone che, tra infortuni e giocatori impegnati con le Nazionali («Non andremo a Cremona con un vantaggio in più perché ci sono i ‘nazionali’ ma certamente siamo contenti di potere contare su giocatori forti che faranno il possibile per vincere la partita»), nella prima porzione di questo campionato di fatto non ha mai avuto tutti gli effettivi a disposizione: «Lavorare insieme è un aspetto molto importante. Per compiere il salto di qualità – spiega – dobbiamo mostrare sempre l’entusiasmo che ha la squadra ed evitare errori gratuiti cercando, ad esempio, di essere più bravi nella lettura dei tanti mini-break che ci sono nel corso di una partita». È innegabile, in ogni caso, che Tedino finora ha svolto un buon lavoro. Riconosciuto, peraltro, da Zamparini che lo ha definito il Sarri della B: «Ma io non sono degno di essere paragonato a Sarri perché ancora non ho fatto nulla. Conosco Maurizio dal 2004 e mi hanno fatto piacere i suoi complimenti quando ero a Pistoia. Abbiamo delle analogie nel senso che anche lui ha fatto dei passi avanti e ottenuto risultati attraverso un determinato percorso ma non potrei mai essere paragonato a lui anche perché io sono solo un piccolissimo tassello di un puzzle di tremila pezzi. Lui, nel mosaico Napoli, è un già un tassello importante».