Il ministro Angelino Alfano in visita a Catania «Terroristi tra i migranti? Non ci sono prove»

Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha presenziato a Catania il vertice organizzato alla Prefettura con le forze dell’ordine delle province di Catania, Messina, Ragusa, Siracusa ed Enna. Sono stati oltre 20 i rappresentati delle forze armate presenti alla riunione con il ministro, tra loro anche il sindaco di Catania Enzo Bianco in qualità di rappresentante del distretto del Sud-Est. L’incontro è durato oltre un’ora e mezza. Al suo termine si è tenuta una conferenza stampa in cui, insieme ai punti all’ordine della riunione, è stato comunicato quanto discusso in particolare sul fenomeno dell’immigrazione. «Catania rimane una trincea che lo Stato presidia con tutta la propria forza – dichiara Alfano – Catania e la Sicilia orientale sono dei luoghi particolarmente sensibili per la criminalità organizzata e anche per quanto riguarda i fenomeni migratori». Durante la conferenza, Alfano specifica come nel corso dell’incontro sia stato «fatto il punto affinché si possa mettere in efficienza tutto il sistema e realizzare gli obiettivi preposti di equa redistribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale». Il ministro dedica spazio alla comunicazione dei numeri che hanno interessato l’attività delle forze dell’ordine della Sicilia orientale nel 2014. «Abbiamo posto attenzione a tutte le questioni che riguardano l’ordine pubblico, la sicurezza e tutte le materie che sono di competenza del ministero dell’Interno nella Sicilia orientale – dichiara il ministro – penso che i risultati dell’incontro possano considerarsi positivi». 

Concentrandosi in particolare sui dati riguardanti Catania e provincia, sono stati elencati diversi elementi favorevoli. «Abbiamo potuto costatare un trend decrescente per l’andamento della delittuosità, il numero dei delitti è calato del dieci per cento. Questo andamento consolida un dato già presente nel 2014 rispetto al 2013. Il trend di Catania città è equivalente ad un calo dell’11 per cento». Il ministro Alfano dichiara poi di aver riscontrato in servizio a Catania 4.161 unità delle forze dell’ordine e valuta «particolarmente significativo» il sostegno dato dalle forze armate attive nell’operazione Strade sicure. «Il contingente è impegnato anche nei servizi di vigilanza nei centri per i migranti», specifica. Ottimo anche il bilancio per la cattura dei latitanti: «Nel 2014 ne sono stati catturati quattro dell’elenco tra i più pericolosi, con l’arresto in questi giorni di Sebastiano Mazzei si è aggiunta la cattura di un altro latitante di significativa pericolosità». Sono buoni anche i dati riguardanti la sottrazione dei beni alla criminalità organizzata. Nel 2014 sarebbero stati sottratti 645 beni per un valore di 145 miliardi di euro, oltre che confiscati altri mille beni per un valore di 102 milioni di euro. «Abbiamo potuto constatare la sinergia nell’attività delle varie forze dell’ordine della Sicilia orientale; voglio dire con questo che il nostro compito, il compito dello Stato, è facilitato da quest’azione di coordinamento che si svolge ad alti livelli».

Tema centrale della conferenza è stato – come anticipato – quello delle migrazioni. Dopo le ultime stragi, l’Europa sembra aver trovato motivazioni per agire nel Mediterraneo, ma l’invio dei team internazionali schierati da Frontex non ha ottenuto la piena fiducia del governo italiano. «Prima l’Europa si mostri veramente aperta e solidale perché qui abbiamo fatto tutto da soli – dichiarato Alfano – Noi abbiamo colto la presenza delle navi europee, adesso, prima di chiedere altre cose, serve che l’Europa sia solidale dal punto di vista economico che dell’accoglienza». Il ministro dell’Interno punta a una distribuzione pari tra i territori italiani e gli Stati europei dei migranti. «Abbiamo una bussola che è quella dell’equa distribuzione in Europa e in Italia. Saremo credibili solo se avremmo avuto già noi la forza di distribuire gli immigrati equamente sul territorio nazionale. La Sicilia non può subire l’ingiustizia di accogliere il 90 per cento degli sbarchi e oltre il 20 per cento dell’accoglienza da sola». Accenno è stato fatto anche alla crisi libica e alle conseguenze che una eventuale azione di forza scelta delle Nazioni unite potrebbe portare sull’Italia. «Quel che accadrà è ancora da vedere – ha dichiarato il ministro Alfano – sono convinto che l’azione fatta dal nostro governo di portare a priorità mondiale la crisi libica possa produrre risultato a livello di decisione dell’Onu. Sosteniamo la soluzione portata avanti da Bernardino Leon per un governo di unità nazionale. Noi siamo davanti la Libia, per questo gli sbarchi non potrà toglierceli nessuno».

In campo internazionale il ministro Alfano – infine – fa presente l’allerta sempre alta che il ministero dell’Interno riserva nelle attività di prevenzione al terrorismo. «Il nostro sistema è sempre all’opera, ci sono riunioni settimanali del comitato di Analisi strategica antiterrorismo, per avere tutte le informazioni che arrivano anche dallo scambio con altri Paesi». Sulla scorta di quest’attività costante il ministro ha ribadito da Catania l’assenza di prove della presenza di terroristi tra i migranti. «Lo ripeto anche questo pomeriggio: non abbiamo prove che ci siano terroristi infiltrati tra i migranti. Al tempo stesso nessuno però può escluderlo, per questo, il nostro livello di attenzione rimane altissimo».


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