Il laboratorio politico di AmunìSicilia: tanta passione, ma anche un po’ di confusione

IERI A PALERMO L’INIZIATIVA DI GIUSY SAVARINO, CHE PUNTA A UNIFICARE IL CENTRODESTRA SICILIANO. MAGARI PROVANDO A REALIZZARE LO STESSO OBIETTIVO A ROMA. NON MANCANO LE AMBIGUITA’: E’ IL CASO DI ALFANO E D’ALIA, CHE GIOCANO DU DUE O TRE TAVOLI CONTEMPORANEAMENTE…

di Carmelo Raffa

Nella giornata di ieri si sono svolti i lavori tra esponenti politici che, almeno a parole, si dichiarano di appartenere alla cultura del centrodestra. La principale ispiratrice di questa iniziativa è stata Giusy Savarino che in passato ha avuto anche un’esperienza parlamentare all’Assemblea regionale siciliana e che poi è stata, come abbiamo evidenziato più volte, vittima della lungaggine della Giustizia. Un incubo dal quale, dopo otto anni, è uscita fuori a testa alta.

AmmunìSicilia, Associazione moderati uniti, si prefigge un obiettivo molto complesso: riunificare le tante anime (in alcuni casi perse…) del centrodestra siciliano e dare un contributo affinché ciò avvenga anche a livello nazionale.

Nella mattinata di ieri si sono insediati i sei tavoli tematici che hanno coinvolto amministratori, dirigenti politici, professionisti e semplici cittadini. Tutti a discutere di riforme, fisco, temi etici, lavoro, agricoltura, turismo, giustizia.

Dopo di ciò, alle ore 12,00 l’On. Daniele Capezzone ha presentato il libro “Per la rivincita” alla presenza dell’ex Ministro, Saverio Romano, della parlamentare di Forza Italia Gabriella Giammanco e dal giornalista di Live Sicilia Salvo Toscano.

Capezzone in questo libro descrive come si può invertire la rotta del carico fiscale restituendo ai contribuenti 40 miliardi di tasse in meno. Secondo Capezzone, Matteo Renzi molto difficilmente porterà a termine questa manovra, perché condizionato dalle anime della sinistra.

Sempre a parere di Capezzone, a fine anno Renzi si ritroverà in forte difficoltà con gli italiani, tenendo in considerazione che il Pil (Prodotto interno lordo) non tende a salire ed anzi dalle ultime rilevazioni ha subito un ulteriore abbassamento dello 0,1% (Banca d’Italia).

Gabriella Giammanco ha parlato di errori commessi dal centrodestra in passato, perché si è pensato di più agli organigrammi di partito che alle cose che interessano la gente, non presentando in tal modo alternative agli elettori. Bisogna ripartire con spirito critico, perché l’argomento tasse costituisce un punto forte per la credibilità di Forza Italia e che non potrà essere concretizzato da Renzi perché per la sinistra costituisce un tabù.

Saverio Romano ha affermato che il libro fornisce elementi per il dibattito del centrodestra ed ha enfatizzato i lavori dei tavoli tematici.

Romano descrive la situazione economica di oggi peggiore di quella lasciata dal Governo presieduto da Silvio Berlusconi che, secondo i dati elaborati vedeva un debito pubblico a quota 118%, mentre oggi è aumentato sfiorando 136%.

“Hanno fatto ingoiare agli italiani rospi grossi come elefanti senza riuscire a far diminuire il debito pubblico”, ha detto Romano. Quanto a Matteo Renzi, ha concluso l’ex Ministro, “copia le peggiori tradizioni della sinistra rivendendole come le migliori del centrodestra: enuncia alcuni punti che fa dimenticare agli italiani, facendo credere che siano già stati realizzati”.

Nel pomeriggio è stata la volta di due talk show: uno regionale con i capigruppo alll’Ars e i coordinatori regionali dei partiti di centrodestra, moderato da Salvo Toscano, e uno nazionale moderato da Francesco Verderami del Corriere della Sera.

Il laboratorio politico ha visto, alle 15.30, i capigruppo dell’Ars e i coordinatori regionali dei partiti di centrodestra discutere del futuro dei moderati isolani. Il dibattito, coordinato dal giornalista Salvo Toscano, ha visto la partecipazione di Piero Alongi, deputato regionale Ncd, Giampiero Cannella, coordinatore regionale Fratelli d’Italia, Toto Cordaro, capogruppo Pid-Grande Sud, Enzo Gibiino, coordinatore regionale Forza Italia, Marco Falcone, capogruppo Forza Italia, Nello Musumeci, presidente commissione Antimafia, Rino Piscitello, coordinatore regionale Pds-Mpa, e Santi Formica, capogruppo Lista Musumeci.

È stato un dibattito interessante per la presenza di esponenti di varie anime presenti all’Ars dove continua a regnare a fasi alterne il Crocetta pensiero. Della discussione siamo rimasti colpiti da quello che ha detto Rino Piscitello.

“Il riequilibrio tra Nord e Sud è irraggiungibile, vista l’attuale situazione economica disastrosa dell’Italia”, ha detto Piscitello. In assenza di una seria fiscalità di vantaggio (zona Franca), alla Sicilia non resta che una sola via: l’autodeterminazione.

Altro intervento che citiamo è quello di Nello Musumeci che, senza alcun rancore nei confronti di quelle aree di centrodestra che, non sostenendolo alle elezioni regionali del 2012, hanno determinato la vittoria del comunista Crocetta. ha ricordato: “Ero tranquillamente a casa e mi hanno cercato per poi votarmi le spalle”. Musumeci ha parlato di necessità di ricostruire il centrodestra dichiarando partendo dalle primarie che, ha precisato, “diventano essenziali”. Quanto a Crocetta, Musumeci ha detto che rappresenta la maledizione della politica: “E’ comunista della doppiezza e dell’ambiguità”.

Un intervento fuori onda è stato quello dell’Imprenditore Tommaso Dragotto che ha chiesto ai dialoganti dov’erano i parlamentari siciliani del centrodestra dopo le elezioni politiche del 2001, quando lo stesso centrodestra conquistò nell’Isola tutti i 61 seggi del maggioritario.

Dragotto ha fatto una seria riflessione “mentre i leghisti dicevano no o sì, i siciliani dicevano sempre sì”. Ciò sicuramente ha portato vantaggi al ricco Nord e danni seri ed irrimediabili ai siciliani.

Tommaso Dragotto ha concluso il suo intervento chiedendo la serietà dei consiglieri regionali del centrodestra all’Ars e dicendo loro che è giunta l’ora delle dimissioni per mandare a casa il Governo Crocetta.

La conclusione dei lavori ha visto il dibattito nazionale moderato da Francesco Verderami del Corriere della Sera a cui cui hanno preso parte gli ex ministri Giorgia Meloni (FdI), Raffaele Fitto (FI), Gianpiero D’Alia (UDC), il sottosegretario Simona Vicari (NCD), il presidente di AmunìSicilia Giusy Savarino, il senatore Enzo Gibiino (FI) e il senatore Antonio Scavone (GAL).

Raffaele Fitto, rispondendo alle domande di Verderami ha detto:

“Innanzitutto occorre chiudere sulle polemiche pregresse. La situazione economica complicata del nostro Paese costituisce un vero problema per Matteo Renzi. Alla fine dell’anno potrebbe venire fuori il grosso bluff di questo personaggio. Infatti Renzi, con molta probabilità, non potrà rispettare gli impegni contratti in considerazione che la crescita diminuisce e che, di converso, la disoccupazione aumenta”.

“Le difficoltà per il centrodestra – ha continuato Fitto – sono da attribuire alle difficoltà di parlare alla base. Le riforme dovranno essere affrontate con chiarezza”.

In particolare, Fitto ha espresso perplessità su ciò che sta accadendo sulla questione del Senato, dove Berlusconi, di fatto, è alleato di Renzi.

Fitto ha ribadito di essere più che convinto che il centrodestra dovrà effettuare, per la leadership, le primarie e che questa soluzione è stata individuata dallo stesso Berlusconi.

Raffaele Fitto ha escluso la possibilità che Forza Italia rientri nel Governo.

Simona Vicari del Nuovo centro destra ha evidenziato le differenze profonde che ci sono all’interno del centrodestra.

In Europa, ha detto la Vicari, c’è un Governo di larga coalizione con d’entro Popolari e Socialisti. In Europa ci sono partiti europeisti che aderiscono al PPE ed anti europeisti collocati in altri gruppi. In Italia ci sono forze di centrodestra all’interno del Governo Renzi ed altre all’opposizione. Occorre, ha affermato Simona Vicari, unire i moderati che sono alternativi alla sinistra e che all’interno non ci sia una forza egemone nei confronti delle altre. Il prossimo confronto si realizzerà sulla riforma elettorale ed in quella sede si vedrà se c’è la volontà di tutelare le forze minori.

L’ex Ministro dell’UDC Giampiero D’Alia ha parlato di un’Italia profondamente cambiata e che ciò si è denotato con le ultime elezioni politiche che ha visto il successo del Movimento Cinque Stelle. D’Alia ha affermato che nelle riforme previste si può anche riflettere sulla possibilità del Capo dello Stato sia scelto dai cittadini.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha fatto una premessa: “Il centrodestra in questo momento non esiste”. Per invertire la tendenza bisogna “ammettere gli errori del passato che hanno visto prevalere interessi di partito e che l’elettorato giustamente non ha capito”.

Occorre, ha continuato Giorgia Meloni, “ripartire dai contenuti e dalle idee del centrodestra”.

La Meloni si è soffermata anche sul cosiddetto golpe effettuato dall’Europa contro il Governo Berlusconi ed in ciò ha citato anche le ultime informazioni che allo scopo si è cercato di coinvolgere il Presidente degli Stati Uniti Obama. Berlusconi, ha detto ancora Meloni, “era forte perché sostenuto dal consenso popolare perché i poteri forti gli erano dichiaratamente contrari”.

Sulle riforme la Meloni ha dichiarato contrarietà e perplessità:

“Con l’attuale situazione e tenendo in considerazione i risultati delle ultime regionali il PD avrebbe nel nuovo Senato il 70% dei componenti e crescerebbe la percentuale dei senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica che in atto sono 5 su 315 e rimarrebbero con la nuova riforma 5 su 100”.

Sulla crisi economica abbattutasi durante il Governo Berlusconi Giorgia Meloni è stata chiara: “La responsabilità è stata dei tedeschi. La Bundesbank ha messo sul mercato tutti i titoli italiani in suo possesso, determinando il panico ed il crollo del loro valore”.

Sull’Europa la Meloni ha ancora detto che non è pensabile per l’Italia sopravvivere con 75 miliardi addossati ogni anno che significheranno macelleria sociale e recessione.

L’esponente del Gal Antonio Scavone ha criticato Matteo Renzi per aver minimamente inserito nel suo programma la parola “Mezzogiorno”. Ciò ha significato un’inversione di tendenza rispetto al precedente Presidente Letta che aveva ammesso “l’Italia riparte se riparte il Mezzogiorno”. Scavone ha parlato anche dei pericoli che incombono sulle aree del Centro Sud che potrebbero avere conseguenze anche per le Università che sarebbero danneggiate al Sud e privilegiate al Nord per effetto di un’Italia destrutturata.

La Meloni riprendendo la parola ha invitato i presenti a sottoscrivere la richiesta che si introducono le primarie nel centrodestra e ciò potrebbe senz’altro facilitare la nascita di una nuova coalizione.

All’appello della Meloni ha risposto prontamente Saverio Romano che si è precipitato a sottoscrivere l’appello.

Nota a margine

Dopo questo fruttuoso o infruttuoso dibattito che cosa possiamo dire noi di linkSicilia?

Certamente va dato il giusto merito a Giusy Savarino ed agli altri organizzatori del serio impegno profuso ed una cosa è certa: loro ci credono!

Ma gli altri? D’Alia e Alfano, per esempio, lavorano per un nuovo centrodestra o, come abbiamo ventilato nel nostro giornale nelle scorse settimane, sono già schierati con Totò Cardinale – e quindi con una parte del PD – per sostenere Matteo Renzi alle prossime elezioni politiche?

Chi vivrà, vedrà!


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