Il Governo Crocetta tra il ‘tiro alla fine’ sulla sanità e il ‘Bordello’ del Bilancio

UN ‘CASINO’ DEL GENERE NON SI ERA VISTO NEMMENO NEGLI ULTIMI GIORNI DEL TERZO GOVERNO MILAZZO. NEGLI UFFICI DELLA REGIONE NON FUNZIONA PIU’ NULLA. IN UNO SCENARIO DOVE L’UNICA CERTEZZA E’ IL CAOS SPUNTA L’OMBRA DI UN MUTUO DALLE PARTI DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE. POSSIBILE? NOI NON CI CREDIAMO…

Un ‘bordello’ simile, nella politica siciliana, non si era mai visto. Racconta un ex deputato regionale della sinistra, che preferisce non comparire: “Nemmeno negli ultimi giorni del terzo Governo Milazzo, quando tutto era in vendita, c’era un casino del genere. Quello che sta succedendo tra Palazzo d’Orleans e Palazzo Reale o dei Normanni non si era mai visto…”.
In effetti, a noi, più che una fase politica difficile e tormentata, sembra una barzelletta. Si pensa una cosa, se ne dice un’altra e se ne fa un’altra ancora. Si ‘viaggia’, insomma, tra la tragedia e la farsa.
A metà dicembre non c’è ancora il Bilancio 2014, anche se ‘approvato’ dalla Giunta e ‘presentato’ in conferenza stampa. Con un Ragioniere generale costretto a ragionare con un assessore regionale che lavora in Sicilia, ma fa gli interessi di Roma.
Con le nomine dei direttori generali della sanità trasformate in una sorta di tiro alla fune: l’assessore Lucia Borsellino che tira da una parte per la selezione a quiz; e i deputati della sua stessa maggioranza che tirano per abolire la nomine a quiz. Una scena ridicola se non ci fosse di mezzo la salute di 5 milioni di siciliani. Ma l’attuale Governo non riesce ad offrire di meglio. (a sinistra, i futuri manager della sanità siciliana che ‘discutono’ sulle nomine: se farsi nominare con i quiz o senza quiz…).
In tutto questo il Commissario dello Stato impugna la legge sull’editoria, perché i 15 milioni di euro stanziati non ci sono. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Se l’Ufficio del Commissario dello Stato non avesse impugnato la norma, gli ‘editori’ avrebbero messo un’ipoteca sui finanziamenti europei futuri. Per poi ‘armare una trurilla’ con la Regione, rivendicando i soldi: nel caso specifico, i fondi europei della Programmazione prossima ventura.
Per chi non l’avesse chiaro, il Commissario dello Stato non ha impugnato solo la legge sull’editoria: ha impugnato la destinazione vincolata di 15 milioni di fondi europei prossimi venturi. ‘Sgamata’, insomma, una bella ‘operazione’ degna, in tutto e per tutto, del Governo Crocetta.
Gli unici a perdere veramente sono gli editori delle tv, che hanno speso un sacco di soldi per adeguarsi al digitale terrestre e sono stati mollati!
Ma il vero, grande ‘bordello’ è il Bilancio 2014. Soprattutto alla luce delle indiscrezioni che giungono da radio tam tam. A quanto pare i problemi, più che appianarsi, si complicano. A far saltare tutto è il prelievo forzoso che Roma pretende dalla Regione siciliana: da 800 milioni a 1 miliardo e 200 milioni di euro (la cifra esatta ancora non si conosce). 
Questo prelievo sta mandando in tilt tutti i conti: soprattutto i conti che riguardano i precari degli enti locali (da 24 mila a 30 mila: anche in questo caso, il numero esatto non si conosce).
Si pensava di far quadrare tutto con l’ormai ‘famigerato’ mutuo da quasi un miliardo che il Governo Crocetta vorrebbe far contrarre alla Regione. Ma a incasinare tutto – e questa è un’indiscrezione da verificare – ci sarebbe la notizia di un ulteriore mutuo che avrebbe preso forma dalle parti dell’assessorato regionale alle Attività produttive, ‘feudo’, da cinque anni, di Confindustria Sicilia.
Questo mutuo c’è? Non c’è? E se c’è a quanto ammonterebbe? E fino a che punto la Regione – se il mutuo ‘produttivo’ delle Attività produttive fosse già stato contratto e fosse di una certa entità – potrebbe indebitarsi ancora?
Noi, ovviamente, non crediamo alla storia di questo mutuo a ‘umma ‘umma. Perché l’assessore Linda Vanchieri, al limite, è un po’ ‘birbante’, ma non la facciamo così ‘bandita’. E perché, in ogni caso, un argomento così importante non sarebbe sfuggito all’Ars.
A nostro avviso – e qui lo ribadiamo – i problemi del Bilancio 2014 sono legati al prelievo preteso da Roma.
Probabilmente, in un passaggio così delicato, al Governo regionale sarebbe servito un assessore siciliano in grado di battere i pugni sul tavolo a Roma e di far valere gli interessi della Sicilia. Invece ci ritroviamo con un assessore – Luca Bianchi – imposto dal PD romano per fare tutto, tranne che gli interessi della Sicilia. Un assessore che ‘batte’ i pugni in Sicilia per far valere gli interessi di Roma…
Bianchi, che noi critichiamo spesso, fa il suo lavoro. I suoi veri interlocutori sono nella Capitale. Ed è il Governo romano che pretende di spennare i siciliani per tenere i “conti a posto”: cioè per portare i soldi dei siciliani alle banche e agli speculatori della finanza europea (leggere Fiscal Compact e Two Pack).
Bianchi, se tutto andrà bene (per Roma, ovviamente), verrà premiato. Mentre i siciliani la prenderanno nel…


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