Imu al sei per mille sulla prima casa, l’aliquota massima, e rate Tarsu ravvicinate, con tre scadenze a fine luglio, a fine settembre e una terza rata a dicembre con un aumento dello 0,3 per cento. Questo l’esito dell’ultimo Consiglio comunale della sindacatura di Raffaele Stancanelli. Che, per una sorta di corto circuito istituzionale, è anche la prima di quella di Enzo Bianco: in attesa dell’insediamento dei nuovi, in aula sono presenti i vecchi consiglieri comunali, convocati per dare via libera a due atti rimasti in sospeso che, fino a qualche mese fa, hanno provocato aspre contestazioni alla giunta uscente da parte dell’opposizione. E tocca proprio a Saro D’Agata, neo assessore e capogruppo uscente del Partito democratico in Consiglio, e maggiore oppositore delle delibere sul bilancio firmate dall’ex assessore al bilancio Roberto Bonaccorsi (ora sindaco di Giarre), illustrare gli atti in aula, delibati dalla nuova giunta per pura e semplice «continuità amministrativa, un atto necessario», spiega il consigliere-assessore.
I due provvedimenti approvati ieri pomeriggio erano del resto da compiere obbligatoriamente per accedere al fondo di rotazione regionale, la cosiddetta procedura di pre-dissesto che è ancora al vaglio della Corte dei conti e del Viminale, e che consentirà al Comune di Catania di evitare la dichiarazione di default, con 140 milioni di euro di debiti accertati al bilancio consuntivo 2011. E l’aumento dell’Imu, in particolare, consentirà all’ente di accedere a cinque milioni di euro di trasferimenti statali. «Abbiamo comunque introdotto una riduzione dell’Imu per le seconde case con fitto concordato, passando dal 10,6 al 9,6 per mille, e la norma nazionale blocca il pagamento dell’imposta per l’abitazione principale al momento», spiega D’Agata.
Nell’aula si respira un’aria da ultimo giorno di scuola, tra saluti, allegria generale e gli atti approvati con larghissima maggioranza: all’unanimità, 35 consiglieri, dicono sì all’atto sull’Imu. 26, con 5 astenuti, approvano la calendarizzazione della Tarsu. Quasi un record di presenze per un Consiglio comunale abituato ai rinvii per assenza del numero legale. Ma quello che a più riprese in aula è stato definito «un atto di responsabilità», dai consiglieri intervenuti sull’ordine dei lavori, ovvero Salvo di Salvo e gli uscenti Nuccio Condorelli, dai critici Giacomo Bellavia e Manfredi Zammataro – gli unici a far notare il cortocircuito dell’adozione di un atto della vecchia amministrazione – e da Puccio La Rosa autore anche di un Ordine del giorno sulla riduzione dell’Imu per le proprietà indivise quali le Cooperative approvato dall’aula e formalmente dal neo assessore D’Agata -, potrebbe avere una spiegazione più legata ai nodi di natura politica ancora da sciogliere: l’attesa per un eventuale posto nella nuova amministrazione sembra aver stimolato il presenzialismo. Sono infatti ancora quattro gli assessori da nominare, e la corsa ad un posto in giunta sembra ancora tutta da giocare. Con un’unica certezza: il presidente uscente Marco Consoli che si è prodigato per portare in aula un’ampia maggioranza, quando bastavano solo 23 consiglieri presenti. Per lui, come ha dichiarato lo stesso sindaco Enzo Bianco, nella prossima giunta ci sarà «un ruolo di primo piano», da assessore se non addirittura come vicesindaco.
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