L'azienda multinazionale svedese, fino a qualche mese fa, non sapeva di avere un grosso debito nei confronti dell'ente comunale etneo che, a sua volta, non era a conoscenza del fatto di vantare un credito. Adesso una determina dirigenziale chiarisce tutto
Il Comune chiede all’Ikea oltre tre milioni di euro Errore degli uffici scoperto dopo quattordici anni
«Siamo fatti per cambiare» è lo slogan di Ikea. L’azienda multinazionale svedese a Catania, però, deve essere anche pronta per pagare. La cifra, che supera i tre milioni di euro, spetta al Comune di Catania da circa 14 anni, peccato che dagli uffici se ne siano accorti solo tre mesi fa.
C’è una determina dirigenziale dello scorso luglio, infatti, che ha per oggetto la «Rideterminazione del contributo concessorio riferito alla concessione edificatoria ex Iko 2 srl (zona industriale di Catania, contrada Buttaceto – via Passo del Cavaliere)». La firma è dell’ex direttore della Direzione urbanistica Biagio Bisignani. L’errore fatto quasi tre lustri fa dagli uffici etnei salta fuori nel corso di una pre-istruttoria per un nuovo intervento edilizio nella zona industriale. Durante l’iter che serve per stabilire il contributo che il privato deve versare all’amministrazione, è stato accertato che il rilascio della concessione edificatoria per la realizzazione dell’Ikea è avvenuto senza la prevista richiesta di alcun contributo concessorio.
«L’intervento ricadente in zona industriale è esonerato dal pagamento degli oneri concessori in quanto la legge equipara le attività di distribuzione commerciale all’attività di produzione industriale». È il dicembre del 2005 quando questa dicitura – che fa riferimento all’articolo 30 comma 1 della legge regionale 29 del 1995 – viene messa nero su bianco nella concessione edificatoria che il Comune di Catania dà alla Iko 2 srl (il cui amministratore unico in quel momento è Cesare Meregalli), la ditta che per conto di Ikea Italia property srl deve realizzare il centro commerciale dedicato a mobili, complementi d’arredo e oggettistica per la casa. Adesso, dal Comune bussano alla porta di Ikea per avere «il contributo concessorio che non è stato precedentemente richiesto dall’amministrazione avendo questa erroneamente valutato l’intervento edilizio quale attività di distribuzione commerciale e quindi esonerato dal pagamento degli oneri».
Un errore di interpretazione e di valutazione perché «si è potuto osservare – si legge nel nuovo documento – che le tipologia di attività commerciale che prevedono la gratuità dell’intervento edilizio, non può ricomprendere anche l’attività svolta dalla Ikea». Nella struttura alle porte della città dell’Elefante viene svolta una pura attività commerciale al dettaglio. E questo tipo di esercizio non rientra tra quelli per cui è previsto l’esonero dal pagamento dei contributi concessori ma tra le attività la cui concessione è «subordinata alla corresponsione di un contributo commisurato alla incidenza delle spese di urbanizzazione primaria e secondaria, nonché al costo di costruzione», come recita proprio l’istituto della concessione edificatoria.
Adesso, l’azienda proprietaria della struttura di oltre 29mila metri quadrati e un costo stimato di 15.428.811,67 euro (con riferimento al computo metrico), deve pagare al Comune di Catania la somma complessiva di 3.182.858,02 euro: 3.028.596,90 euro di oneri di urbanizzazione e 154.288,12 euro per il costo di costruzione. «Vista la modalità di ispezione e verifica tardiva – si legge nella determina – l’ufficio urbanistico ha determinato di non applicare gli interessi per l’attualizzazione dell’importo dovuto». Adesso, resta da capire se Ikea provvederà al pagamento che potrebbe tappare un buco delle casse di un Comune in dissesto. Dall’ufficio comunale, al momento, non si hanno informazioni in merito alla prosecuzione di questo procedimento.