Il casinò al posto delle piste ciclabili? I grillini e Vinciullo contro: il vizio al posto del verde in bici…

Roulette e Black Jack in Sicilia con i fodni europei destinati alle Greenways?

Fondi europei a un ipotetico casinò siciliano invece che alle piste ciclabili? La notizia, rimbalzata sulla stampa, diventa materia di un’interrogazione parlamentare. A presentarla sono Valentina Zafarana e Claudia La Rocca, parlamentari di Sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle, e Vincenzo Vinciullo del centrodestra.

“Le Greenways per quest’anno non si faranno più – si legge in un comunicato del gruppo parlamentare dell’Ars del Movimento 5 Stelle -. Non ci sono più i tempi, secondo l’assessorato regionale per le Infrastrutture, per far ripartire entro la fine dell’anno il meccanismo che avrebbe dovuto portare la Regione a finanziare con fondi europei la creazione di percorsi naturalistici o piste ciclabili recuperati dalla riconversione di ferrovie dismesse e abbandonate”.

“I fondi europei (17 milioni di euro) – prosegue il comunicato dei grillini – che sarebbero dovuti servire per finanziare le opere non sarebbero comunque persi, ma, secondo alcune indiscrezioni e notizie pubblicate dalla stampa, potrebbero venire dirottati alla realizzazione di un casinò in Sicilia”.

Roulette e Black Jack al posto delle biciclette? Possibile? Per sgomberare il campo da ogni equivoco Valentina Zafarana e Claudia La Rocca si rivolgono al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e agli assessori al Bilancio (in realtà è all’Economia ndr), Luca Bianchi, al Turismo, Michela Stancheris, e alle Infrastrutture, Nino Bartolotta per sapere “se risponde al vero la notizia, apparsa su alcuni organi di stampa, secondo la quale, le somme già stanziate per le Greenways sarebbero state destinate alla realizzazione di un Casinò in Sicilia, perché in questo caso oltre al danno subito ci sarebbe la beffa, in quanto si sottrarrebbero somme destinate a tutte le fasce di popolazione siciliana e al turismo di qualità per destinarle a fasce sociali ricche e soprattutto dedite al vizio del gioco, con effetti sicuramente diseducativi sulla popolazione siciliana”.

“Crocetta – afferma Claudia La Rocca – risponda al più presto e smentisca le voci che sarebbero nettamente contraddittorie con quanto appreso da noi all’assesorato Infrastrutture, dove ci hanno detto che i 17 milioni previsti per il Piano strategico regionale per la mobilità dolce e/o non motorizzata (greenways), con la delibera di giunta 63, sarebbero stati spostati alla linea per “Interventi strutturali e infrastrutturali attuazione portualità turisitica”.

Le Greenways si sarebbero arenate a partire dal 2009. Da allora per l’esame dei progetti si sono succedute tre commissioni che hanno fallito il loro compito.

“Non è possibile – commenta Valentina Zafarana – che si debba procedere alla nomina di ben tre commissioni per approdare a un nulla di fatto. E la cosa è ancora più grave se si pensa che i progetti presentati erano tutti esecutivi”.

“La Sicilia – afferma La Rocca – non può essere ancora vittima della burocrazia, chiediamo concretezza. E’ obbligo e dovere del Governo usare al meglio i fondi comunitari per investire sul territorio al fine di innescare meccanismi virtuosi. Dopo la norma sull’Albergo diffuso, dobbiamo, in maniera trasversale, continuare a puntare sul turismo sostenibile”.

I primi step per la programmazione 2014-2020 intanto sarebbero già stati concordati: a settembre è infatti stata calendarizzata una conferenza di servizi per coinvolgere i Comuni interessati e le ferrovie per risolvere il problema della proprietà delle reti ferroviarie dismesse.

“Se ci fosse la volontà politica – afferma Valentina Zafarana – si potrebbe ripartire già da ora, senza aspettare la nuova programmazione”.

In effetti, va detto che un paio di settimane fa, a sorpresa, l’assessore Stancheris si è schierata per l’apertura dei casinò in Sicilia. A cominciare, supponiamo, da quello di Taormina chiuso nei primi anni ‘60 del secolo scorso e mai più riaperto.

La vicenda denunciata dai tre parlamentari mette in cattiva luce l’assessore Bartolotta, considerato tra i più bravi (o tra i meno ‘affonda-barche’, a seconda dei punti di vista) della Giunta Crocetta. In nove mesi, in effetti, almeno per la parte che gli compete, Bartolotta avrebbe potuto fare di più per le piste ciclabili. O forse, chissà, non è dipeso da lui.

Nota a margine

I parlamentari del Movimento 5 Stelle e l’onorevole Vinciullo fanno bene a denunciare la mancata realizzazione delle piste ciclabili. Detto questo, noi non siamo contro l’apertura dei casinò in Sicilia. Anzi, per essere precisi, la vera vergogna, tutta italiana, è che nel Nord Italia, di casinò, ce ne sono quattro e nel Sud nemmeno uno.

La scusa è che nel Sud ci sarebbero le mafie che se ne impadronirebbero. Una doppia bestialità.

In primo luogo, perché si dà per assodato che lo Stato italiano, in una parte del Paese, non riuscirebbe a far aprire un casinò senza cedere alla mafia: e questo è falso e assurdo.

In secondo luogo, perché la “Palma” è già al Nord, come scriveva Leonardo Sciascia, già dalla fine degli anni ‘70. Oggi mafia e ‘ndrangheta sono presenti nel Nord Italia, ma i casinò non sono stati chiusi.

La verità è che il “no” di Roma ai casinò in Sicilia e, in generale, nel Sud è una delle tante prevaricazioni che lo Stato italiano opera ai danni di una parte del Paese e, in particolare, della nostra Regione. Ed è anche per questo che, in Sicilioa, cresce, di giorno in giorno, l’insofferenza verso uno Stato ‘brigante’, per dirla con Simone Gatto.

g.a.

 


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