Ieri, a Palermo, grande manifestazione dei Sindaci. E un ‘grande’ assente: il presidente Rosario Crocetta

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NON HA TROVATO IL TEMPO (O IL CORAGGIO?) DI AFFRONTARE GLI AMMINISTRATORI DEI COMUNI SICILIANI. SERVONO 60 MILIONI DI EURO PER SCONGIURARE IL DISSESTO DEI PICCOLI COMUNI DELL’ISOLA. MARTEDI’ PROSSIMO L’INCONTRO RISOLUTIVO. RESTANO SIDERALI LE DISTANZE TRA ANCI SICILIA E GOVERNO REGIONALE SU AREE METROPOLITANE E RISOLUZIONE DEL NUMERO DEI COMUNI. FILIPPO PARRINO, LEGACOOP SICILIA: “SE FALLISCONO I COMUNI FALLISCONO ANCHE LE IMPRESE”. IL ‘CASO’ DI TARSU E TARES A PALERMO.

Dopo la grande manifestazione di ieri – oltre 300 Sindaci siciliani a Palermo con assessori e consiglieri comunali – la situazione resta confusa e incerta. Il Governo regionale di Rosario Crocetta arranca. Promette che risolverà quanto meno il problema impellente, con una variazione di bilancio di 60 milioni di euro che la Giunta dovrebbe approvare.

L’appuntamento è rinviato a martedì prossimo. Ci dovrebbe essere lo stesso presidente della Regione Crocetta che, ieri, non era presenta a Palazzo d’Orleans per ‘misteriosi’ motivi di sicurezza. La sensazione – lo ripetiamo – è che il Governo regionale non sa che pesci prendere.

Ieri la delegazione dei Sindaci dei Comuni siciliani è stata ricevuta dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi, e dall’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti.

Si è parlato, in primo luogo, dell’emergenza. E l’emergenza è rappresentata da 60 milioni di euro. Se il Governo regionale non trova questi soldi i piccoli Comuni dell’Isola – quelli con meno di 5 mila abitanti – finiranno in dissesto finanziario.

Anche se la notizia non è molto ‘gettonata dai giornali, va detto che quasi tutti i Comuni dell’isola sono senza bilancio. Quasi tutti hanno impegnato i dieci dodicesimi dei propri bilanci per pagare il personale e le spese di funzionamento. Se verranno a mancare questi 60 milioni di euro ci sarà la dichiarazione di dissesto finanziario per oltre 200 Comuni siciliani.

Il Governo – assente il presidente della Regione: fatto incredibile nel giorno della manifestazione dei Sindaci: ma del Governo di Rosario Crocetta ormai non stupisce più nulla – ha fatto sapere di aver pronta la variazione di bilancio che dovrebbe essere varata dalla Giunta. C’è da credergli?

Ricordiamo che, sottobanco, lo stesso Governo regionale lavora per far scomparire i Comuni siciliani con meno di 5 mila abitanti. E’ il Governo regionale, infatti, che, con le proprie scelte contabili, sta mandando in dissesto oltre 200 piccoli Comuni. La nostra sensazione, insomma, è che duella di ieri – ovvero l’incontro tra la delegazione dei Sindaci guidati dal presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, e gli assessori Bianchi e Valenti possa essere stata una sorta di ‘commedia degli inganni’.

Per la cronaca, in due anni il fondo delle autonomie locali (i soldi stanziati dalla Regione per i Comuni) è passato da 914 milioni a 540 milioni di euro. Oggi i Sindaci chiedono che, ai 540 milioni, il Governo aggiunga 60 milioni di euro per evitare il dissesto di oltre 200 piccoli Comuni.

Il presidente dell’Anci, Amenta, non è tranquillo. Anzi. Del resto, come si può restare tranquilli con un Governo regionale del genere? Un Governo che ha ridotto quasi tutti i Comuni siciliani senza bilancio 2013 a fine settembre? La situazione è gravissima, anche se in tanti fanno finta di non capire.

“C’è un attacco ai piccoli Comuni – ci dice Amenta – ma si dimentica che i tre più grandi Comuni dell’Isola: Palermo, Catania e Messina sono in una situazione finanziaria disastrosa”.

La conferma che quanto dice Amenta è vero la dà proprio il Comune di Palermo. Proprio nel capoluogo siciliano,in queste ore, in consiglio comunale, è in corso un dibattito molto duro. Con l’amministrazione di Leoluca Orlando impegnata a far pagare ai palermitani, contemporaneamente, Tarsu e Tares. Il PD, con il consigliere Rosario Filoramo, ha chiesto la rateazione della Tarsu. Ma Orlando si oppone. In pratica, i palermitani stanno pagando on un’incredibile maggiorazione delle tesse sui rifiuti il peso dei tanti precari ‘stabilizzati’ dallo Stato e dalla Regione nell’ex Amia, oggi Rap, la società comunale che dovrebbe occuparsi dello smaltimento dei rifiuti.

Tornando ai Comuni, restano le distanze siderali tra i Comuni siciliani e il Governo regionale. Un Governo oggettivamente inadeguato, che ha programmato la nascita delle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina per cercare di salvare questi Comuni a spese di una cinquantina d piccoli Comuni che scomparirebbero.

“Con la certezza – precisa il presidente dell’Anci Sicilia, Amenta – che i piccoli Comuni che verrebbero inglobati in queste tre aree metropolitane diventerebbero squallide periferie. Cosa, questa, alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze”.

Il “No” dell’Anci Sicilia riguarda anche il progetto del Governo – mai fino ad oggi materializzatosi – di far sparire i 200 e oltre Comuni con meno di 5 mila abitanti. “Anche su questo punto, se tale progetto dovesse prendere forma – precisa Amenta – la nostra opposizione sarà durissima.

Intanto sono molte le reazioni politiche alla manifestazione di ieri. Per Rita Borsellino, eurodeputata, leader di Un’altra Storia, “i Comuni siciliani hanno l’acqua alla gola e versano in una grave situazione economico-finanziaria che va affrontata con urgenza. Il peso dei tagli agli enti locali è un grave danno al Bene comune. E’ necessario riportare il dibattito politico su questo tema, perché i Sindaci possano far funzionare la ‘macchina’ amministrativa dei loro Comuni in maniera efficiente ed efficace per i cittadini, per il bene comune appunto”.

Marco Falcone, vice presidente del gruppo parlamentare del Pdl all’Ars: “Martedì prossimo – dice il parlamentare – presenterò in Commissione Bilancio, assieme al collega Vinciullo, una risoluzione con la quale impegniamo il Governo ad utilizzare 30 dei 70 milioni di euro ottenuti quali minori tagli

finanziari operati nei confronti dei Comuni della Sicilia dal Governo nazionale. Anche se questa somma non è risolutiva delle varie emergenze che devono affrontare i Sindaci siciliani, rappresenta, comunque, un atto concreto e una boccata d’ossigeno per le asfittiche casse delle loro amministrazioni”.

Lo stesso Vinciullo e la parlamentare di Grande Sud-Pid, Bernadette Grasso, annunciano una “una soluzione equa, atta a salvare le economie dei Comuni siciliani”. Spiegano i due deputati dell’Ars : “Innanzitutto, incrementiamo di 25 milioni il fondo già stanziato, a oggi pari a 280 milioni che non sono comunque sufficienti. Per una maggiormente equilibrata distribuzione delle risorse, di questi 305 milioni, almeno 100 dovranno essere destinati ai piccoli Comuni (fino a 5 mila abitanti) i quali ne hanno bisogno già per le spese correnti.”.

“Inoltre – proseguono Vinciullo e Grasso – dovremo reperire altre somme e la soluzione ideale a questo fine sarebbe il recupero dei 110 milioni di trasferimenti che lo Stato ha tagliato con gli ultimi suoi provvedimenti in materia. Per questo – concludono i due parlamentari – è urgente l’istituzione urgente di un tavolo programmatico per ottenere da Roma la compensazione per queste entrate ridotte, perché i Municipi né possono andare in fallimento né possono tagliare servizi essenziali alle comunità da essi amministrate”.

Già, i tagli di Roma e le compensazioni. Oltre all’Imu, venuta meno, i Comuni siciliani sono stati oggetto dei già citati tagli della Regione (trasferimento regionali ridotti da 914 a 540 milioni di euro) e, soprattutto, dei tagli operati dal Governo nazionale. I soldi, Roma, dovrebbe compensarli con la perequazione fiscale e infrastrutturale prevista dalla legge nazionale sul federalismo fiscale. Ma l’applicazione di questa legge, in Sicilia, è bloccata dalla Conferenza Stato-Regione: organo che, con la connivenza dell’attuale Governo regionale (e con la responsabilità dell’assessore Bianchi), sta penalizzando la Sicilia e i Comuni siciliani bloccando l’applicazione di questa legge.

Sulla crisi finanziaria dei Comuni interviene anche il capogruppo del Pdl all’Ars, Nino D’Asero: “Bisogna trovare una soluzione definitiva – dice D’Asero – perché gli enti locali escano una volta per tutte da questa situazione di crisi. L’emergenza è una situazione straordinaria: non si può vivere in continua emergenza”. “L’immobilismo di questo Governo regionale – conclude D’Asero – non aiuta di certo, in questo caso come del resto nei riguardi di qualunque problema colpisca la nostra Isola. Fra le altre cose, il Governo dovrebbe costituirsi parte in causa nei confronti di quello nazionale e avviare delle trattative, anche per mezzo dell’istituzione di un tavolo ad acta, che mirino a un più congruo trasferimento delle risorse. La Regione, da parte sua, deve riuscire a individuare nuove risorse da destinare agli enti locali. Per questo, ci battiamo in commissione Bilancio e continueremo a farlo in ogni sede istituzionale”.

Spiega il parlamentare regionale del Pdl, Nino Germanà: “Tagliare le risorse ai Comuni non significhi affatto risparmio per la spesa pubblica, poiché ogni taglio va a discapito di un servizio. Cercare di mantenere il servizio stesso, per le amministrazioni, significa invece utilizzare fondi che la stessa amministrazione non possiede, non può gestire, dunque il crack economico. Di conseguenza, una crisi finanziaria degli enti locali non potrà che pesare gravemente sulle ‘casse’ pubbliche, sia regionali come statali”.

“Altro che risparmio – aggiunge Germanà – il fallimento delle amministrazioni locali farebbe da traino a quello dell’ente intermedio e nuocerebbe gravemente alle ‘casse’ statali. Ecco perché la cura deve essere preventiva, se ancora di prevenzione si può parlare. Un paio di grossi Comuni del Nord dell’Italia hanno già dichiarato fallimento. Non vogliamo che accada anche in Sicilia. Occorre, dunque, incrementare, finché si è ancora in tempo, i fondi destinati ai Comuni. Per questo, abbiamo già chiesto, fin dall’ultima seduta della Commissione Bilancio, l’aggiunta di ulteriori 25 milioni di euro. Nonché la formazione di un tavolo di concerto con il governo nazionale.”

Molto duro il commento dei parlamentati del Movimento 5 Stelle dell’Ars. “Crocetta snobba la protesta dei sindaci siciliani – dicono i deputati grillini di sala d’Ercole -. Assenza vergognosa che conferma ancora una volta la siderale distanza tra le istituzioni e la gente”

“Devo ammettere – afferma il parlamentare regionale grillino, Salvatore Siragusa – che fa una certa impressione vedere i Sindaci protestare. Essi rappresentano i cittadini, sono la prima istituzione, quella direttamente a contatto con la popolazione, e la protesta di ieri, assolutamente fondata e che trova il nostro appoggio e la nostra vicinanza, non fa altro che testimoniare il solco che si è aperto tra i cittadini ed il ‘Palazzo’ del potere regionale. Non fa quindi onore al presidente Crocetta la sua assenza. E’ ormai chiaro che gli interessi che intende tutelare non sono quelli di tutti i siciliani. Occorre dare priorità al territorio ed alle necessità che da esso provengono. Si trovi come ripristinare il fondo Enti Locali e si mettano i Comuni nelle condizioni di affrontare l’imminente scadenza degli Ato”.

“Ormai – aggiunge Matteo Mangiacavallo, altro parlamentare di Sala d’Ercole del Movimento di Beppe Grillo – è diventata una routine non mantenere gli impegni. Alle parole degli scorsi mesi devono seguire i fatti, senza se e senza ma. Ci aspettiamo che dopo la protesta di ieri intervenga il Governo con un semplice atto amministrativo, quello che i Sindaci si aspettavano sin da subito”.

Sulla manifestazione di ieri dei Sindaci interviene anche la Legacoop Sicilia. “Non c’è più tempo – leggiamo in un comunicato della Legacoop -. La politica deve intervenire con urgenza per rivedere i limiti imposti dal Patto di stabilità interna. Le imprese siciliane continuano a chiudere non solo per assenza di commesse, ma per i crediti vantati dalle pubbliche amministrazioni. E a breve – avverte Filippo Parrino, dirigente regionale della Legacoop Sicilia – non sarà più possibile offrire assistenza agli anziani e ai disabili”.

“Anche lì dove la disponibilità di risorse c’è – aggiunge Parrino – siamo al paradosso, visto che i Comuni e le Regioni non possono spendere questi fondi proprio a causa del patto di stabilità. Legacoop ha più volte richiamato l’attenzione del Governo nazionale affinché si sblocchino le risorse pubbliche e si paghino le imprese che forniscono servizi alla pubblica amministrazione . Questo stato di cose non esiste in nessuna altra parte del mondo, gli interventi ad oggi sono scarsi e non incisivi. Si investono centinaia di milioni per promuovere nuove imprese, ma non ci si cura di sostenere chi ha già occupati ed è fornitore della pubblica amministrazione. Le imprese resistono finché possono, ma spesso dopo anni di attesa non riescono ad ottenere più il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva e quindi non possono più ricevere i pagamenti della pubblica amministrazione o partecipare a gare pubbliche”.

Foto di prima pagina tratta da palermomania.it

 


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