Il suo nome è Shea, nato in Senegal l'1 gennaio 1989. Era sbarcato lo scorso 15 aprile al porto del capoluogo siciliano unitamente ai migranti clandestini, soccorsi in acque internazionali dalla nave “Ellensborg”. Le incessanti indagini della Squadra Mobile di Palermo hanno consentito di dare un nome ed un volto allo scafista bloccato in Toscana
I migranti cristiani gettati in mare Arresto lo scafista
Il suo nome è Shea, nato in Senegal l’1 gennaio 1989, alias Seckou Diop, nato a Fanda (Senegal) il 5 agosto 1989. Diop, era sbarcato lo scorso 15 aprile al porto del capoluogo siciliano unitamente ai migranti clandestini, soccorsi in acque internazionali dalla nave “Ellensborg”. La Polizia di Stato, ad Arezzo, ha proceduto al fermo ritenendolo lo scafista della tragica traversata che ha visto, negli scorsi giorni, gettati in mare migranti di religione cristiana da parte di altri compagni di viaggio di religione musulmana.
Le incessanti indagini della Squadra Mobile di Palermo che avevano già portato all’arresto di 15 migranti per omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso, hanno consentito di dare un nome ed un volto allo scafista. Le risultanze investigative hanno, inoltre, permesso agli investigatori palermitani di scoprire come lo scafista, nascostosi tra i migranti, nelle more delle attività di indagine, fosse stato destinato ad un centro di prima accoglienza della regione Toscana.
Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile della Questura di Arezzo, allertato dai colleghi palermitani, ha sottoposto a fermo d’indiziato del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’uomo è stato riconosciuto come il conducente del gommone che, salpato dalle coste libiche, ha condotto circa 100 migranti in acque internazionali al fine di favorire il loro ingresso irregolare nel territorio nazionale. L’uomo è stato rintracciato in una struttura di accoglienza nel comune di Foiano della Chiana (AR).
Il senegalese, che aveva già iniziato a produrre alias della propria identità, è stato sottoposto a fermo di indiziato del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dal fatto che le persone trasportate erano state esposte a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità, viaggiando in condizioni di sovraffollamento ed in assenza di dotazioni di sicurezza individuali.