Le strade di Palermo sono tappezzate da locandine che ritraggono cinque personaggi caricaturali - il razzista, il fascista, l'omofobo, lo xenofobo, il misogino - che fanno una sorta di mea culpa. A realizzare l'azione il collettivo fiorentino guerrilla spam
I manifesti che invitano a istruirsi per non essere cattivi esempi «Da sola la cultura non rende migliori ma può essere un vaccino»
Chi conosce le strade di Palermo li avrà visti un po’ ovunque. Soprattutto nel centro storico: a Ballarò, al Capo, in Vucciria, alla Kalsa. Sono i manifesti che invitano a istruirsi per non essere cattivi esempi, verrebbe da dire. Ovvero razzista, fascista, omofobo, xenofobo, misogino. Cinque modelli di manifesti che recitano la scritta Istruisciti per non diventare come me e sotto delle teste caricaturali e grottesche, come fosse un mea culpa.
A realizzare l’azione il collettivo fiorentino guerrilla spam, appena ripartito per la città toscana. «Il progetto si chiama La voce del popolo – spiega Matteo – All’inizio avevamo realizzati i manifesti quasi per noia. Poi in realtà la cosa ha funzionato, un sacco di gente ci chiedeva se era possibile scaricarli, stamparli, realizzarne degli adesivi. Così sono stati messi in libera condivisione, e quindi chiunque può diffondere la nostra azione».
La tappa nel capoluogo siciliano giunge dopo quelle di Torino, Firenze e Bologna. I manifesti hanno avuto un forte impatto: sui social stanno girando moltissimo, e non è raro vederli strappati, coperti e raschiati. Evidentemente da chi prova fastidio a ritrovarsi immedesimato nei personaggi caricaturali. «Questo non vuol dire che studiando una persona diventa automaticamente migliore – precisa Matteo – Ci sono tantissimi esempi in tal senso, penso ad esempio ai gerarchi nazisti che erano molto istruiti e poi uccidevano con le camere a gas gli ebrei. Però come collettivo crediamo che un’istruzione adeguata e un certo tipo di studio della nostra possa essere una sorta di vaccino per questo genere di personaggi grotteschi che prendono sempre più piede. La nostra insomma vuole essere una critica spietata, senza troppi giri di parole. Su strada bisogna essere diretti».