I giovani imprenditori siciliani a sostegno di Musumeci «La giovinezza non è solo una questione anagrafica»

Il 5 novembre la Sicilia sarà chiamata a eleggere il suo nuovo presidente e, tra nomi ufficiali e altri ancora in bilico, si sta ultimando il puzzle delle alleanze e quello delle nuove realtà che puntano a far quadrato attorno ai candidati. Una di queste è il movimento civico dei giovani imprenditori, che sta facendo registrare un crescente numero di adesioni trasversali sia geograficamente che ideologicamente e che ha scelto di sposare la causa del candidato Nello Musumeci.

«La nostra non è una scelta legata alle logiche dei partiti, ma alla persona – spiega Piero Ambra, uno dei referenti, nonché vicepresidente nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio -. La sensibilità è verso Nello e Diventerà bellissima, le strategie politiche al momento non ci interessano. Stiamo pensando ai contenuti e il nostro candidato dev’essere come un padre con un grande spessore morale, disposto a lottare per una terra non di privilegi ma di opportunità per tutti».

Ambra è, insieme a Mavie Fesco, catanese vicepresidente nazionale di Federalberghi, e Nicolò Lo Piccolo, uno dei giovani imprenditori che hanno promosso l’iniziativa e che ora si dicono «piacevolmente travolti da decine di telefonate di professionisti e imprenditori, di studenti e giovani amministratori locali, di artigiani, agricoltori ma anche di quanti hanno dovuto emigrare e che sarebbero felici di rientrare in Sicilia dopo una fuga forzata». Nei giorni scorsi sono stati costituiti alcuni gruppi di lavoro, programmate varie iniziative, e l’idea sarebbe quella di presentare liste in ogni provincia. «Daremo vita – continua Ambra – a una struttura snella. Utilizzeremo la tecnologia, ma anche i metodi tradizionali come il porta a porta. Puntiamo ad avere un riferimento e un gruppo operativo in ogni centro della Sicilia».

«Siamo tre ragazzi che hanno maturato le proprie esperienze imprenditoriali in diversi settori – aggiunge Mavie Fesco, operatrice nel campo turistico – e che hanno voglia di partecipare attivamente alla creazione del futuro della Sicilia a livello progettuale e amministrativo. Abbiamo entusiasmo, tanti spunti sui quali confrontarci e abbiamo già avuto modo di incontrare e sentire molti giovani, avvertendo forte la loro esigenza di tornare a essere i padroni del proprio futuro, di sentirsi protagonisti in una Sicilia purtroppo sofferente e privata di ogni ambizione».

Potrebbe sembrare curioso che un così nutrito gruppo di giovani scelga di sostenere la candidatura di un candidato anagraficamente molto distante da loro, ma Fesco illustra subito le proprie ragioni: «Il nostro è un progetto indipendente, ma ci sentiamo vicini a Musumeci perché in lui abbiamo trovato un referente per il dialogo sulla Sicilia che vorremmo. La giovinezza non è solo una questione anagrafica, ma anche di idee – sostengono – I giovani hanno bisogno di un riferimento nel quale riconoscersi in termini di credibilità, affidamento e capacità amministrativa. L’età è importante, ma lo è altrettanto avere un progetto credibile».

Tra le prime proposte avanzate ci sono l’apertura dello sportello imprese in ogni Comune per la semplificazione burocratica, l’introduzione di incentivi fiscali per chi prediligerà la vendita di prodotti siciliani, un bando per i giovani e il rilancio turistico per l’assegnazione di aree demaniali libere. A proposito di turismo, al momento l’imprenditoria «sta sperimentando la resilienza assoluta a un passato che l’ha messa in ginocchio». E per ripartire c’è bisogno di «aprirsi al mondo e a nuovi mercati, destagionalizzare e saper comunicare», anche per permettere a chi ha dovuto lasciare quest’Isola di rientrare. «La nostra – conclude – non è una terra facilmente dimenticabile ed è fondamentale dare un’opportunità a chi ha dovuto investire fuori per il proprio futuro».

Secondo Ambra, la ricetta per il rilancio non potrà fare a meno del concetto di rete e del patto generazionale con cui i giovani imprenditori sentono di scommettere sul leader di Diventerà bellissima. «Quando usciremo ognuno fuori dal nostro orticello e un progetto agricolo o artigianale si metterà a disposizione di un progetto commerciale, diventando un progetto di filiera – spiega – avremo superato le barriere dell’egoismo e potremo promuovere il brand Sicilia a tutti i livelli. Non abbiamo la presunzione di dire che sappiamo governare ed è per questo che preferiamo scegliere un modello di governo che ha già dato ampie garanzie di riuscita». 


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