Il governo Musumeci ha finanziato la progettazione della riqualificazione del palazzo settecentesco dove dovrebbero essere trasferiti gli uffici. Gli attivisti però ricordano come esista già un piano per rilanciare il quartiere dormitorio. «Serve investire lì»
L’idea di trasferire la Soprintendenza all’ex Santa Marta CittàInsieme: «Che n’è stato del Piano di Zona di Librino?»
Il destino dell’ex ospedale Santa Marta-Villermosa è ormai segnato, con la demolizione del fabbricato dismesso risalente agli anni ’50-’60 e il progetto di realizzare una tanto discussa quanto grande piazza con un colonnato. Nei piani della Regione, però, ci sarebbe l’idea di valorizzare e riqualificare l’intera area di circa quattromila metri quadrati in cui ricade anche il palazzo settecentesco che dovrebbe essere restaurato per ospitare gli uffici della Soprintendenza etnea. Tanto che lo scorso 21 dicembre lo stesso presidente Nello Musumeci ha firmato una delibera di giunta per «l’intervento di restauro e risanamento conservativo per la rifunzionalizzazione del complesso immobiliare». Un documento preliminare per l’avvio delle procedure di affidamento delle attività di progettazione di lavori la cui spesa è già stata stimata dalla stazione appaltante (Disa) in oltre otto milioni di euro, 8.209.916,77 per la precisione. Intanto la Regione ha stanziato la somma per il progetto dell’opera (719.316,77 euro) ma, come si legge nella stessa delibera, «nelle more della individuazione delle risorse da destinare all’attuazione del predetto intervento». Dunque, in attesa di capire come e dove reperire i fondi necessari.
Un’attesa che preoccupa gli attivisti di
CittàInsieme. «Ci chiediamo se dalla Regione abbiano la sicurezza di riuscire a reperire le risorse economiche per rendere concreta la realizzazione di questo progetto già finanziato», dice a MeridioNews Mirko Viola. Già da quando il progetto di riqualificazione era stato presentato, non erano mancate le critiche da parte di comitati, associazioni e cittadini che si sono sentiti esclusi da una importante scelta urbanistica sulla città. «Adesso – sottolinea Viola – notiamo una certa incertezza rispetto al futuro di questo luogo su ci si sta concentrando mentre, nel frattempo, a Librino esiste già un Piano di Zona che andrebbe semplicemente attuato». In effetti, nel Piano di Zona di Librino è previsto debba sorgere un centro direzionale per uffici pubblici, nell’area di viale Librino.
«Vorremmo capire se quell’area non interessa più in questo senso e se ci si sta concentrando su altre zone della città», chiedono gli attivisti di CittàInsieme che sull’argomento avevano già scritto una lettera aperta al presidente Musumeci firmata anche dalla Rete Piattaforma per Librino. «Non abbiamo mai ricevuto risposte – lamenta Viola – e chiederemo un’audizione per affrontare la questione. Intanto, continuiamo a credere che su Librino serva un’opera di valorizzazione: non è solo un quartiere dormitorio ma ha un valore strategico invidiabile in termini di parcheggi, collegamenti con la metropolitana, collegamenti autostradali e viabilità che lo rende facilmente raggiungibile dal resto della città e dai Comuni dell’hinterland». Un principio di inversione di tendenza da parte della politica sembrava essere arrivato con l’apertura dell’ospedale San Marco nel quartiere. «Assessorati comunali, cittadella delle forze dell’ordine, uffici giudiziari, nuovo stadio e centri direzionali darebbero un grande impulso a quest’area – conclude Viola – garantendo il giusto mix tra edilizia residenziale e
servizi
dei quali i circa 80mila abitanti hanno estremo bisogno».