Con trent'anni di ritardo, o giu' di li', i sindacati autonomi si accorgono che, in sicilia, nelle assunzioni nella pubblica amministrazione, la politica aggira la costituzione. Ma va!
I Cobas: “Tre assunzioni clientelari alla SAS”. E nelle altre società regionali e negli uffici della stessa Regione quanti sono stati gli assunti con concorso pubblico? Misteri sindacali…
CON TRENT’ANNI DI RITARDO, O GIU’ DI LI’, I SINDACATI AUTONOMI SI ACCORGONO CHE, IN SICILIA, NELLE ASSUNZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, LA POLITICA AGGIRA LA COSTITUZIONE. MA VA!
Nella Regione siciliana di Rosario Crocetta si licenzia e si assume. Si mandano a casa 100 docenti precari dell’Istituto provinciale “Ninni Cassara” e, in compenso, come denunciano in una nota i Cobas della Regione siciliana, si assumono tre persone e, tra questi, anche un dirigente. Leggiamo assieme il comunicato diramato ieri dai Cobas.
“Giuseppe Di Stefano, presidente della SAS, società Servizi Ausiliari Sicilia ad intero capitale pubblico della Regione Siciliana (la società che ha inglobato altre tre società regionali: Multiservizi, Beni culturali e la Biosphera ndr) con circa 2000 dipendenti, si appresterebbe ad assumere alcuni soggetti senza alcuna procedura concorsuale a evidenza pubblica, nonostante la censura già espressa dal proprio ‘Collegio dei sindaci’ e da alcuni pareri legali rilasciati gratuitamente dallavvocato Claudio Alongi, consulente della Società.
Infatti, il presidente SAS Di Stefano avrebbe coinvolto un ‘noto studio legale’, che in data 9 settembre scorso avrebbe rilasciato un ulteriore parere, a pagamento, che – se venisse preso in considerazione – annullerebbe la censura dellorgano interno di vigilanza (Collegio dei sindaci) e dello stesso consulente legale, procedendo ad assunzioni per chiamata diretta per raccomandazione legale.
Il Cobas-Codir, pertanto, chiede al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, di procedere al commissariamento della SAS per questo grave episodio che fa perdere di credibilità alle istituzioni regionali a causa del messaggio che passerebbe fra tutti i siciliani disoccupati non raccomandati che subirebbero – ancora una volta – lo sfregio da una Società a capitale pubblico che procederebbe alla scelta dei lavoratori da assumere senza procedure a evidenza pubblica e riservate solo a chi fa parte del sistema clientelare della malapolitica e della malaburocrazia pubblica e parapubblica.
In ogni caso il Cobas/Codir invierà alla Procura della Repubblica di Palermo e alla Procura della Corte dei Conti tutti gli atti conosciuti e relativi a questa vicenda che, qualora portata a termine, rappresenterebbe un caso emblematico di una Sicilia che non vuole cambiare e che non vuole tenere conto dei giovani meritevoli per la gestione della cosa pubblica e para-pubblica”.
In realtà, i tre assunti sarebbero tre ex dipendenti della Multiservizi, una delle tre società che hanno dato vita alla SAS. I tre che dovrebbero essere assunti sono Antonio Zagarella (per lui un contratto di dirigente), Vincenzo Cottone (funzionario direttivo) e Giovanni Farina (istruttore direttivo).
Detto tra noi, le accuse lanciate dai Cobas arrivano con ‘appena’ un trentennio e forse più di ritardo. Nei primi anni ’80 del secolo passato – quando forse il presidente della SAS, Di Stefano e i dirigenti dei Cobas frequentavano il Liceo, o forse la scuola media, iniziava l’ ‘epopea’ della legge 285. A questa e con questa sarebbero seguite le cooperative giovanili e i precari della legge Goria di fine anni ’80.
Nella nostra lunga carriera di cronisti politici di concorsi, nella Regione siciliana, ne abbiamo visto veramente pochi. Abbiamo assistito, alla fine degli anni ’90, alla liquidazione di Ems, Espi e Azasi (per la cronaca, nelle decine e decine di società di queste tre presunte ‘holding’ della Regione non ricordiamo una sola assunzione per concorso) e, a partire dai primi anni del 2000, alla creazione di oltre, nuove 40 società regionali.
Non ricordiamo un solo concorso per l’assunzione di personale in queste società della Regione. Mentre ricordiamo una legge nazionale e una legge regionale che hanno consentito l’assunzione (leggere ‘stabilizzazione’) negli uffici della Regione, della Province, dei Comuni e delle società di Regione, Province e Comuni di migliaia di soggetti. Tutti ‘stabilizzati’ senza concorso.
In questo momento, tra Regione, Province (che non sono ancora state abolite, contrariamente a quello che si pensa) e Comuni ci sono ancora circa 80 mila precari. Che non verranno mai ‘stabilizzati’ non perché la politica siciliana si oppone, ma perché òla Regione siciliana è al verde.
A conti fatti, l’assunzione senza concorso di tre soggetti nella SAS – proveniente da una società nella quale erano stati assunti sempre senza concorso – non ci sconvolge più di tanto.
Anche perché, da nostri calcoli, i dipendenti della Regione siciliana assunti per concorso non dovrebbero superare il 3-4 per cento.
In questo scenario di raccomandati la denuncia dei Cobas non ci appassiona. Se non altro perché è un po’ ‘tardiva’.
Noi, semmai, poniamo un altro tema: l’amministrazione regionale, quest’anno, ha i soldi per pagare i dipendenti delle società partecipate dalla stessa Regione? La nostra, credeteci, non è una provocazione. Al contrario, è una domanda legittima.