Il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso ripercorre la sua esperienza a fianco del grande regista che oggi festeggia il compleanno. «A distanza di tempo, ho capito che la sua meticolosità è il più grande insegnamento che mi ha trasmesso». E annuncia: «Sto scrivendo un libro su quell'esperienza»
I 60 anni di Tornatore, il ricordo del piccolo Totò «Nei suoi film c’è la Sicilia che vuole sognare»
«È un grandissimo professionista, pignolo e preciso sul set ma durante la pausa è una persona piacevolissima». Così Totò Cascio, il piccolo protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, ricorda il grande regista siciliano Giuseppe Tornatore, che oggi compie sessant’anni.
«Le riprese sono iniziate proprio nel maggio del 1988 – continua Cascio -. Io avevo otto anni e, dopo aver superato una selezione fotografica e un paio di provini, mi sono trovato sul set, diretto da Tornatore. Il suo perfezionismo, nonostante avesse solo 33 anni, mi faceva arrabbiare molto. Anche se ero un bambino, mi faceva ripetere più volte le stesse scene. Oggi, a distanza di tempo, ho capito che quella sua meticolosità è il più grande insegnamento che mi ha trasmesso. Tornatore sa il fatto suo e non scende mai a compromessi. Queste cose le porto ancora nella quotidianità».
Trapela ancora oggi una fortissima emozione dalla voce di Totò Cascio mentre ricorda quei momenti. Emozioni che il regista bagherese ha saputo trasmettere, nel corso della sua lunga carriera, attraverso due binari: quello internazionale con La leggenda del pianista sull’Oceano, La migliore offerta, Una pura formalità e quello siculo con Nuovo Cinema Paradiso, Baària, L’uomo delle stelle, Malèna, solo per citare i più famosi. Perché il regista premio Oscar – come è stato definito da Marc Evans, autore del documentario Giuseppe Tornatore, Un sogno fatto in Sicilia – «non è soltanto un regista italiano ma è anche un siciliano. E questo fa la differenza».
Anche la sorella del regista, Daniela Tornatore, ricorda «l’estrema meticolosità nel fare le cose che ci accomuna. Mio fratello – aggiunge – è un uomo semplice, una grande testa, un grande cuore ma soprattutto una persona per bene». Il film preferito? «Non riesco a giudicare nessuno dei suoi film – ammette – perché non riesco a non pensare che lo abbia fatto mio fratello. Però mi ha emozionato l’ultimo, La Corrispondenza».
«Per noi siciliani Tornatore è un patrimonio – aggiunge Totò Cascio -. Nei suoi film c’è la Sicilia che sogna e che vuole sognare. Un’isola che è stata valorizzata nei suoi aspetti più peculiari: ancora oggi Bagheria, Palazzo Adriano, Siracusa e Cefalù, luoghi nei quali sono stati girati molti di film di Tornatore, accolgono turisti provenienti da tutto il mondo. Sono passati quasi trent’anni da quel maggio del 1988, ma per me Tornatore rimane un mito e spesso cerco di imitarlo per la sua unicità. In questo momento sto scrivendo un libro per raccontare l’esperienza di Nuovo Cinema Paradiso, che rimane indelebile nella mia mente».