“Ho aderito a Forza Italia. Ma il mio Partito nel territorio non c’è”

LA LETTERA DI UN GIOVANE CONSIGLIERE DI CIRCOSCRIZIONE A PALERMO. “VOGLIAMO UN PATITO VERO, CON LE PRIMARIE E UNA CLASSE DIRIGENTE STRUTTURATA NEL TERRITORIO”

da Tommaso Di Matteo
Capogruppo Forza Italia Ottava Circoscrizione di Palermo

Egregio Direttore,

Chi scrive è un giovane ventenne consigliere di circoscrizione a Palermo, che giorno per giorno per apportare il proprio doverosissimo contributo al miglioramento di una città tanto bella quanto complicata rinuncia alla propria vita privata, che con enorme entusiasmo ha deciso di aderire a Forza Italia, entusiasmo che è andato scemando quando ha visto e constatato che il partito politico nel territorio non c’è. E che, a mio avviso, al momento non vi è alcuna volontà di costituirlo.

Detto questo, affido alla sua sensibilità giornalistica ed al giudizio dei suoi lettori alcune mie riflessione sul partito che vorrei

La Forza Italia che vorrei è un partito trasparente che dovrebbe tenersi in piedi dal basso in alto e non dall’alto in basso: un partito radicato tanto negli ideali di libertà quanto nel territorio e tra la gente. La casa ideale di chi non può condividere la politica giustizialista e poco liberista del PD,  piuttosto che la politica urlata di Grillo.

Un movimento politico che riparta dal saper ascoltare, interpretare e combattere per i bisogni dei cittadini, che dia contribuiti efficaci e concreti tanto in Europa quanto nel più piccolo Comune italiano. Soprattutto un partito che si costruisca su congressi e su primarie libere e aperte, che cancelli l’immagine della Minetti e di Fiorito e che offra la possibilità a noi giovani di poterci misurare alla pari anche con chi da prima di noi ha incominciato ad occuparsi dell’amministrazione pubblica, sperando che proprio chi ha più esperienza abbia la saggezza di mettersi al fianco dei ragazzi come un maestro fa con i propri allievi.

Un partito che rinunci senza se e senza ma ai rimborsi elettorali, che non si costruisca su segreterie politiche “old stile” viste come mete di pellegrinaggio, ma su assemblee programmatiche dove poter confrontare le proprie idee

Qualcuno ha detto che sarà un partito leggero. Potrei essere d’accordo: basta che poi quest’ultimo epiteto non diventi lo specchio di un oligarchia capeggiata da soggetti che non vincerebbero nemmeno le elezioni condominiali.

Viviamo nell’era della comunicazione in tempo reale, di Facebook e di Twitter. Dobbiamo incominciare a prendere coscienza che abbiamo il fondamentale bisogno di avere uomini delle istituzioni al servizio delle persone rintracciabili con un sms, se non con un tweet, trasparenti in tutto e per tutto, a partire dai loro redditi.

Su questo voglio essere molto chiaro: è finito il tempo dell’Onorevole in auto blu, irrintracciabile, mai presente in Parlamento che promette e che mai mantiene. Inoltre, se vogliamo tornare a vincere è necessario che questa rinascente fazione politca diventi capofila di una nuova coalizione popolare e liberale che riunisca immediatamente l’area culturale dell’ex Casa delle libertà, che non può non stare insieme, ma che per stare insieme ha bisogno di qualche profeta in più e di allontanare i tanti mercanti che da troppo tempo occupano il tempio

Femamente convinto che solo tornando tra la gente ritorneranno i successi elettorali.

 

 


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