Grid open day: verso un unico archivio del sapere

Una potenza di calcolo e una capacità di archiviazione gigantesche al servizio della conoscenza scientifica come di quella umanistica. Sono le caratteristiche della piattaforma Grid, di cui lunedì, ai Benedettini, hanno discusso insoeme fisici, storici e letterati. La piattaforma interessa ormai tutti gli istituti di ricerca del globo, almeno limitatamente ai paesi sviluppati, in ambito scientifico-tecnologico, storico-archivistico, medico, musicale e non solo. Ma cos’è e da dove nasce tale piattaforma? A spiegarlo è Roberto Barbera, responsabile della Grid e dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).

«La piattaforma Grid nasce dalla necessità di fornire risorse di calcolo “federate”, che possano risolvere problemi scientifici attraverso la catalogazione comune di dati, in numero nettamente superiore rispetto a quelli raccolti in un singolo dipartimento. Il nome Grid è mutuato da “power grid”; così come non abbiamo coscienza della rete elettrica a cui facciamo riferimento quando utilizziamo una presa di corrente, allo stesso modo si accede alla rete per reperire dati di cui si disconosce la reale provenienza. L’obiettivo che si vuole raggiungere in Sicilia è quello di creare uno spazio di collaborazione tra i vari istituti di ricerca, in grado di fornire servizi e possibilità di sviluppo alle medie e piccole imprese».

Un ruolo importante nell’espansione di tale piattaforma è svolto dalla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, che, come aggiunge Barbera, «ha recepito l’importanza di tale progetto, che in ambito umanistico può essere utilizzato come disco di archiviazione. Si parla dunque di una piattaforma di conoscenza per la fruizione di testi antichi».

Le operazioni di catalogazione infatti, sono indispensabili in qualsiasi contesto bibliotecario, tradizionale o innovativo, e la facoltà di Lettere ha già da tempo avviato progetti in tale ambito: pensiamo alla catalogazione informatizzata che da anni si fa nella Biblioteca di Facoltà, o al lavoro della prof.ssa Simona Inserra per il cdl di Scienze dei Beni Culturali a Siracusa; o ancora alla Biblioteca Digitale ideata e realizzata dal prof. Gino Longhitano.

Così come non va dimenticato il lavoro svolto dal laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva (la.mu.s.a.) della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania da Alessandro De Filippo (e dai suoi collaboratori). «La collaborazione – spiega De Filippo – è nata su richiesta dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che si occupa della dissemination, cioè di far conoscere il progetto Grid e contemporaneamente di coinvolgere al suo interno nuovi progetti di ricerca. Uno dei passi importanti per sviluppare la piattaforma Grid è condividerla con altre realtà, cioè mettere in rete tra loro contenuti di natura diversa e provenienti da ricerche differenti».

Il Grid è un’e-infrastruttura, che mette a disposizione fondamentalmente due elementi: la potenza di calcolo (2000 processori) e la capienza di archiviazione (300 TeraByte). «Aprendo alle Facoltà umanistiche – sottolinea De Filippo – il Grid ha compiuto un passo importante per il suo stesso sviluppo e ha offerto notevoli risorse alla nostra ricerca. Noi come laboratorio multimediale di sperimentazione audiovisiva (la.mu.s.a.) della Facoltà di Lettere abbiamo fatto da ponte tra ricerca umanistica e ricerca scientifica. Noi lavoriamo da sempre con il digitale: video, fotografia, grafica vettoriale, digitalizzazione di testi, editoria multimediale. Era naturale che in qualche modo rappresentassimo il “punto d’accesso” della Facoltà al Grid. Il ruolo che ci spetta ora sarà meno visibile, ma molto più delicato, perché faremo i facilitatori della comunicazione nello scambio di conoscenze tra la Facoltà e il Grid. La giornata di studi Open Grid day serve proprio a questo, perché dà la possibilità di conoscere cosa c’è e cosa si potrà costruire insieme».

Bisogna capire però se esista o meno una possibilità di “libero” accesso da parti di tutti gli utenti alla piattaforma. «Vorrei sciogliere un equivoco – aggiunge De Filippo –. Il Grid non è un sito internet. L’accessibilità dei dati viene vagliata e si differenzia di caso in caso. Il Grid offre una infrastruttura solida, ampia e sicura. I dati sono conservati, protetti, resi accessibili a chi ha le corrette autorizzazioni. Conservare i propri dati in Grid non significa condividerli. Significa solo conservarli e proteggerli. Il discorso della condivisione va pensato, deciso e attuato in un secondo momento. Possiamo decidere di rilasciare i permessi (rights) a tutti coloro che ne fanno richiesta oppure fare una selezione di dati e stabilire che alcuni sono accessibili con certi rights e altri no. Ogni volta che Grid “ospita” un progetto, sono i responsabili di quel progetto a stabilire l’accessibilità dei dati archiviati. Grid è un’infrastruttura, offre spazio, offre una stanza piena di scaffali perfetti, funzionanti e sicuri, dove gli ospiti possono archiviare i propri dati; poi sono gli ospiti che decidono a quanti utenti duplicare le chiavi della stanza. Ci vuole un certificato d’accesso, che vale solo per un singolo utente, solo per certi dati specifici e solo per un periodo di tempo stabilito».

Dal punto di vista tecnico, contare sulla potenza di calcolo offerta da questa e-infrastruttura vuol dire impiegare poco tempo per fare cose complicatissime che prima richiedevano elaborazioni di mesi se non di anni. «Quando nel ’95 ho cominciato a montare in digitale – racconta ancora De Filippo –, con una macchina che costava 60 milioni di lire per fare una semplice dissolvenza incrociata tra due clip ci volevano 5 minuti di rendering. Oggi un qualsiasi pc portatile da mille euro calcola la stessa dissolvenza in tempo reale. Pensate di avere 2000 processori che calcolano le vostre operazioni. Che cosa volete calcolare? Il difficile, per la mia generazione, è non desiderare in piccolo. Probabilmente per voi studenti sarà più semplice». Anche perché la tecnologia odierna non pone limiti ai desideri.


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