Il nuovo Batman è arrivato in città. Attraverso il suo disegnatore, Gregory Capullo, detto Greg, classe 1962, presente all’edizione 2014 di Etna Comics, la fiera del fumetto di Catania. Il fumettista statunitense ha esordito a metà degli anni novanta in una testata della Marvel comics dove ha disegnato delle storie sui mutanti. Successivamente passò alla neonata Image comics, etichetta creata da due big del fumetto fuoriusciti proprio dal colosso dei fumetti: Todd McFarlane e Jim Lee. Un salto nel vuoto per Capullo a cui, nel 2011, è seguito il ruolo di disegnatore della testata regolare di Batman per Dc comics, la principale concorrente di Marvel. Ecco come il fumettista ha risposto alle domande di CTzen sul suo esordio, la carriera e le prospettive future.
Cos’ha significato per lei passare dalla casa delle idee già colosso del fumetto mondiale a un’etichetta neonata e indipendente?
Beh, ero felicissimo di lavorare alla Marvel, era il mio sogno sin da quando ero un bambino. È stato grande per me, dopo un anno di attività con Quasar,ricevere in gestione una testata come X Force. Era incredibile. Non passarono nemmeno sei mesi che Todd McFarlane mi contatta e mi chiede «Ehi, Greg, vorresti venire a lavorare per me?». Io risposi «Sei pazzo? La Marvel mi affida X Force e tu mi chiedi se voglio lavorare per una piccola nuova azienda col rischio di rimanere a pancia in su senza lavoro domani?». Mi rispose chiamandomi femminuccia. La Marvel giocò un ruolo fondamentale nella formazione di grandi artisti come Jim Lee, delle superstar. Loro capirono di non avere più bisogno della Marvel e crearono la Image, ma la loro politica fu quella di non forzare nessun artista a passare con loro, Todd mi diede del tempo. Io sono una persona leale e decisi di non muovermi fino alla fine del mio ciclo di storie, quindi richiamai Todd McFarlane e chiesi «Hai ancora un lavoro per me?». Lui rispose di sì, voleva farmi valutare diverse serie, ma io sapevo già su quale serie lavorare. Così mi affidò Spawn che ho gestito per quasi nove anni.
Lei ha rilevato Spawn quando Todd McFarlane lo aveva già portato al successo. Una vera sfida, di fronte a pochi anni di attività, avere in mano il personaggio di punta di una casa editoriale. Lei diede un vero e proprio taglio personale a questo personaggio, quale fu la risposta del pubblico?
È vero, Spawn venne capullizzato, i lettori all’inizio mi odiarono. Mandavano lettere di proteste con scritto «Todd torna, odiamo Greg» che Todd simpaticamente stampava e attaccava in giro. Ma mi disse di non preoccuparmi, perché i lettori avrebbero finito con l’amare il mio tratto. Infatti le cose si capovolsero e, quando abbandonai Spawn, furono in molti a mandarmi lettere pregandomi di riprendere a disegnarlo. Tutt’ora, nonostante Batman, i fan mi chiedono di tornare su Spawn.
Quanto del suo Spawn è presente nel suo Batman? sono innegabilmente due personaggi che hanno grandi parallelismi, come l’oscurità, il tema dell’eroe tormentato e le storie contornate da grandi drammi.
All’inizio della mia gestione i fan di Batman avevano paura che lo rendessi simile a Spawn. Sai, mantello esageratamente lungo e altre stupidaggini di questo tipo. Io sono un professionista e questi sono due personaggi differenti, nonostante i parallelismi a cui accennavi. Non potevo trattarli allo stesso modo, partivo dal concetto che se anche mettessi insieme cento persone con simili parallelismi avrebbero comunque caratteri profondamente diversi l’uno dall’altro. E, nonostante volessi fare mio questo Batman, ci sono degli aspetti intoccabili nel suo universo: Sam&Twich, Gordon, Bullock e il Joker. Certo, ci sono più parallelismi di quanti ne immagini, ma l’unica cosa che da Spawn ho traghettato su Batman sono le ombre, le atmosfere gotiche. L’esercizio che non ho mai fatto nella realizzazione del mio Batman è pensare a come avrei realizzato quelle scene se al suo posto ci fosse stato Spawn. Ho trattato questo Bruce Wayne come un nuovo personaggio.
Lei rientra nel pantheon dei migliori disegnatori di comics, assieme ad artisti del calibro di Jim Lee, Gary Frank, Marc Silvestri e Ivan Reis. Ciò che vi accomuna è che ogni vostra tavola è una gioia per gli occhi. Sappiamo qual è il Capullo’s style adesso, ma all’inizio il Greg Capullo in erba a chi si ispirava maggiormente?
Di sicuro John Buscema (disegnatore di serie importanti come Silver Surfer e Conan Il barbaro, ndr), era veramente sottovalutato e, nonostante tutto, disegnò ogni possibile personaggio della Marvel comics definendo insieme a Stan Lee lo standard degli eroi Marvel. È davvero il Michelangelo dei comics, aveva capito come riprodurre su carta la forma umana. Siamo d’accordo su questo con Marc Silvestri (disegnatore storico di Incredibili X- MEN e successivamente Wolverine, ndr), per noi John Buscema è sicuramente l’uomo con la U maiuscola. Per quanto riguarda l’ispirazione al di fuori del mondo dei comics non posso che menzionare Frank Frazzetta (pittore e scultore americano, ndr). I suoi lavori per me erano come quelli di un dio sceso in terra in pratica.
Qual è nel panorama attuale dei comics l’artista che lei ammira di più?
Sono tanti, quello che facciamo è un duro lavoro che richiede tanta disciplina, mi sembrerebbe ingiusto menzionarne solo uno. Fuori ci sono numerosi talenti, quelli che non ammiro tanto sono quelli che mandano al diavolo le scadenze (ride).
Quale personaggio le piacerebbe disegnare nel prossimo futuro, quando e se si concluderà questa sua avventura con Batman?
Per quanto riguarda DC comics mi piacerebbe disegnare Superman, Freccia Verde o le storie della Justice League. Riprenderei alcuni personaggi alla Image e per quanto riguarda la Marvel disegnerei con entusiasmo Spiderman, Daredevil, Thor, in pratica gli eroi della mia infanzia. Diciamo la verità, disegnerei qualsiasi personaggio della Marvel (sorride).
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