L'associazione ambientalista avvia la campagna di protesta, tramite voto, contro quei politici che sostengono l'utilizzo delle energie fossili piuttosto che quelle rinnovabili. «Pensiamo sia giunto il momento in cui i cittadini devono porre delle condizioni chiare e inequivocabili a chi si candida a governarli», dice Andrea Boraschi di Greenpeace. E così parte la petizione e Roma si riempie di manifesti con le facce di alcuni politici nazionali e una una domanda chiara: sei amico del petrolio e del carbone?
Greenpeace: «Non voto l’amico del petrolio» Campagna per l’uso delle energie rinnovabili
Manifesti con i volti di alcuni politici italiani e il simbolo del partito a cui sono iscritti sono apparsi nella notte a Roma. Manifesti elettorali in apparenza, ma non proprio nei fatti. Si tratta infatti di una iniziativa di Greenpeace in favore dellenergia pulita e dellabbandono delle energie fossili quali carbone e petrolio. Attraverso questi cartelli si chiede ai politici nazionali di fare delle scelte. Sui manifesti con le facce di Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano, Matteo Renzi, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, infatti, è chiara la domanda: «Sei amico del petrolio e del carbone?».
Ma i manifesti sono solo una parte della campagna che Greenpeace lancia oggi con la piattaforma online io non voto. «Aderendo alla nostra petizione si manda un messaggio diretto», dice Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e clima dellassociazione ambientalista. «Il mio voto non è disponibile a chi vuole fare dellItalia un nuovo Texas petrolifero – spiega – a chi consente la costruzione di nuove centrali a carbone, a chi frena la crescita delle energie rinnovabili e con essa loccupazione e leconomia».
Il messaggio che si vuol mandare quindi è semplice: se sei a favore dei combustibili fossili io non ti voto. LItalia dipende molto da queste fonti energetiche. Nel corso degli anni sono aumentati gli investimenti nello sviluppo delle fonti fossili, che «equivale – secondo gli ambientalisti – a condannare il Paese e a cronicizzare la dipendenza dalle importazioni in campo energetico», mentre in diminuzione sono i fondi per le energie rinnovabili.
«Carbone e petrolio distruggono il clima, inquinano, generano pochissima occupazione e causano molti danni che le aziende energetiche non compensano mai – continua Boraschi – Pensiamo sia giunto il momento in cui i cittadini devono porre delle condizioni chiare e inequivocabili a chi si candida a governarli».
E per spingere i politici a prendere delle decisioni chiare e pubbliche sulle questioni energetiche, gli ambientalisti di Greenpeace hanno mandato un questionario a tutti i leader politici nazionali, ma «al momento hanno risposto in pochi», dice ancora Andrea Boraschi. Intanto sono quasi 4500 le firme raccolte in meno di 24 ore.
«Cè bisogno di cambiare presto le cose, per ridare futuro al nostro Paese. Greenpeace comincia da questi temi decisivi: lenergia, la salute, il clima. E giocherà la sua partita fino all’ultimo per ottenere risposte e impegni chiari e per informare tutti su chi sono, tra i leader nazionali, i veri alleati delle lobby fossili. Quelli che non voteremo mai più», conclude il responsabile.
[Foto di Greenpeace]