le ragioni per le quali siamo usciti dal governo lombardo e ci siamo collocati in un ruolo di opposizione responsabile sono chiare e note a tutti. Mi dispiace che ci sia ancora gente che fa finta di non capire. Questo governo non è nelle condizioni di fare le riforme che servono alla sicilia e non ha un progetto credibile di risanamento dei conti pubblici della regione. Mancano allappello 1 miliardo e mezzo di euro di spesa pubblica regionale, da tagliare, e nessuno dice cosa bisogna fare. Il commissario dello stato giustamente ha impugnato le ultime 3 leggi di spesa approvate dallassemblea regionale, perché non vi sono risorse disponibili, ed il bilancio della regione non può più essere truccato. Siamo sullorlo del baratro finanziario e sociale e tanti sul versante della maggioranza continuano a far finta di niente ballando sul titanic.
Governo Lombardo? Non serve alla Sicilia
Le ragioni per le quali siamo usciti dal governo Lombardo e ci siamo collocati in un ruolo di opposizione responsabile sono chiare e note a tutti. Mi dispiace che ci sia ancora gente che fa finta di non capire. Questo governo non è nelle condizioni di fare le riforme che servono alla Sicilia e non ha un progetto credibile di risanamento dei conti pubblici della Regione. Mancano allappello 1 miliardo e mezzo di euro di spesa pubblica regionale, da tagliare, e nessuno dice cosa bisogna fare. Il commissario dello Stato giustamente ha impugnato le ultime 3 leggi di spesa approvate dallAssemblea regionale, perché non vi sono risorse disponibili, ed il bilancio della Regione non può più essere truccato. Siamo sullorlo del baratro finanziario e sociale e tanti sul versante della maggioranza continuano a far finta di niente ballando sul Titanic.
Lo ha detto Gianpiero DAlia, capogruppo dellUdc al Senato e coordinatore siciliano del partito durante la conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco Udc di Pozzallo, Raffaele Monte.
Non è più tempo di gestioni clientelari del potere regionale aggiunge è tempo di varare una grande riforma economica della Regione, partendo dallimmediato adeguamento della legislazione al decreto Monti, altrimenti si finisce come nella gestione della Sanità. Su questo punto sono totalmente daccordo con quanto ha dichiarato il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava: le sue parole certificano il fallimento della riforma Russo, che anziché avvicinare la sanità al territorio ed ai cittadini arricchisce potentati economici privati e pubbliche clientele, ad esempio in materia di reclutamento di primari e esponsabili di unità semplici e complesse. Noi sosterremo allArs le 3 proposte di legge di iniziativa della Cisl.
Leggiamo su qualche giornale continua ancora DAlia – che noi in Sicilia avremmo chiuso lesperienza del Terzo polo. Anche questa è una notizia falsa. Vorrei ricordare a chi ha memoria corta che il Terzo polo in Italia è nato grazie allintuizione di Pier Ferdinando Casini e dellUdc, che per primi e da soli, nel 2008 hanno scelto la strada dellalternativa a questa destra e a questa sinistra, che hanno messo in ginocchio il nostro Paese. E chiaro che in Sicilia noi vogliamo costruire il Terzo polo che non è né un fatto numerico, né uno strumento gattopardesco per continuare a gestire in maniera spregiudicata il potere. Il Terzo Polo è un progetto politico e culturale alternativo a ciò che, in questi 17 anni di fintobipolarismo, ha gestito male lItalia e la Sicilia. Siamo quindi usciti dal governo proprio per costruire il Terzo polo, partendo dai contenuti concreti dellazione politica e non dallassemblaggio di sigle. Anche in Sicilia esso si costruisce sui contenuti del progetto di Casini, Fini e Rutelli.
Per queste ragioni conclude il parlamentare centrista – abbiamo molto apprezzato la decisione della nostra capogruppo allArs , onorevole Giulia Adamo, di cambiare la denominazione del Gruppo parlamentare a Sala dErcole in Udc per il Terzo Polo. La stessa cosa faremo in tutti i Comuni ed in tutte le province siciliane. E su queste nostre iniziative inviteremo gli amici di Fli e Api a confrontarsi, anche perché comprendiamo umanamente la loro difficoltà a lasciare rapidamente qualche strapuntino del potere regionale.