Conferenze stampa ristrette a pochi giornalisti. Comunicati confusionari ed imprecisi. Email e telefonate, per richieste di chiarimenti, lasciate senza risposta. Addetti alle segreterie che trattano coi piedi chi cerca di fare il proprio lavoro per informare i cittadini su questioni di interesse pubblico.
Governo Crocetta, la comunicazione istituzionale è ‘cosa loro’. Arriva un ddl contro l’arroganza
Conferenze stampa ristrette a pochi giornalisti. Comunicati confusionari ed imprecisi. Email e telefonate, per richieste di chiarimenti, lasciate senza risposta. Addetti alle segreterie che trattano coi piedi chi cerca di fare il proprio lavoro per informare i cittadini su questioni di interesse pubblico.
Da cronisti, possiamo affermare senza timore di smentita, che mai i rapporti della Pubblica Amministrazione con la stampa avevano raggiunto livelli così bassi come con il Presidente della Regione, Rosario Crocetta e i suoi assessori (tranne qualche rarissima eccezione).
La sensazione è che trattino la Pubblica Amministrazione come fosse ‘cosa loro’. Una ‘cosa’ di cui non dovere dare conto alla stampa (forse solo a quella selezionata?) e quindi ai cittadini.
A questo punto sorge il sospetto che il licenziamento dei 21 giornalisti della Presidenza della Regione, presentato come un atto mirato a sanare una illeggittimità, sia stato solo un modo per impedire un corretto rapporto con la stampa e quindi eludere l’applicazione del diritto dei cittadini ad una amministrazione trasparente.
Noi di LinkSicilia, ve ne potremmo raccontare tanti di espisodi in cui ci è stato negato il diritto all’informazione. E, qualcuno ve lo abbiamo raccontato. Ultimo, in ordine di tempo, l’arrogante silenzio di Lucia Borsellino, sul caso Ebola. Non si è mai visto un assessore che si nega dinnanzi ad una richiesta di chiarimenti su come la Regione si stia muovendo per fronteggiare eventuali casi. Scandaloso. Ma, forse, il suo cognome, la protegge dagli scandali (caso Humanitas, docet?).
Non è l’unico caso, né riguarda solo il nostro giornale, come dimostrano le numerose prese di posizione dell’Ordine dei Giornalisti siciliani e dell’Assostampa sul tema della comunicazione istituzionale che con Crocetta è un incubo, se non una chiara espressione di un sopruso.
E non a caso, sul tema arriva un ddl: “L’informazione sia restituita alla competenza dei professionisti. E’ una questione di trasparenza, prima ancora che di efficacia”. Cosi’ Nello Musumeci, primo firmatario di un disegno di legge sottoscritto anche da numerosi deputati di altri schieramenti politici, che prevede la ricostituzione dell’ufficio stampa della Regione Siciliana, attraverso un concorso pubblico.
“L’iniziativa – spiega Musumeci – nasce dalla necessita’ di dare attuazione ad un preciso obbligo di legge della Regione: quello di assicurare il massimo livello di trasparenza, conoscibilita’ e, dunque, efficacia dell’azione amministrativa, attraverso un’adeguata attivita’ di comunicazione e informazione dei propri compiti istituzionali. Serve un urgente intervento normativo, con il quale sbloccare l’attuale situazione di impasse che condiziona l’avvio delle procedure di ricostituzione dell’ufficio stampa a palazzo d’Orleans, in rigorosa osservanza dei criteri e delle procedure fissate dalla legislazione vigente in materia di accesso al pubblico impiego”. “
L’ufficio sara’ composto da 15 giornalisti professionisti, un numero che appare inadeguato se confrontato – sostiene Musumeci – con quello di analoghi uffici stampa in altre Regioni italiane. Per fare un esempio: la Regione Lazio ne ha 40, il Piemonte 38, l’ Emilia Romagna 35, la Lombardia 31, il Trentino Alto Adige 20, il Friuli Venezia Giulia 19″. “Rispetto alla legge originaria di istituzione dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione, la cui pianta organica era di 24 posti e tutti inquadrati con la qualifica di capo redattore, noi prevediamo – sottolinea Musumeci – una riduzione organica di quasi il 40 per cento una scelta, questa, che comporta una diminuzione notevole dei costi complessivi perche’, oltre al numero dei posti, l’inquadramento di caporedattore non e’ esteso a tutti i giornalisti, ne’ sono previsti distaccamenti in sedi estere, che comporterebbero aggravio di costi”.
“I giornalisti dovranno essere esclusivamente professionisti: – conclude – lo prevedono, tra l’altro, la stessa norma istitutiva dell’ufficio stampa e documentazione della Presidenza della Regione e quelle del Senato, della Camera e dell’Ars. Dei 15 giornalisti, tre presteranno servizio alla presidenza ed uno ciascuno nei 12 assessorati”.