Quindici ragazzi autistici hanno prodotto cento bottiglie di catarratto e le hanno presentate al Vinitaly 2012. Le terre nelle quali hanno lavorato durante l'estate sono state sottratte a un boss di Partinico. Ivana Calabrese, giovane mamma di un bambino affetto da autismo e presidente dell'associazione che ha realizzato il progetto, pensa a nuove iniziative di agricoltura sociale. Riprendiamo la sua storia dal blog Tipi tosti di Cinzia Ficco
Gocce d’aurora, un vino che sa di riscatto Giovani autistici nei vitigni tolti alla mafia
Erano contenti, ma tanto contenti. Eppure, non si rendevano conto di quello che facevano. Nessuno prima di quel momento li aveva mai fatti sentire protagonisti. Quella era la loro prima volta. Ed è andata bene. Si sono sentiti grandi. Tosti. Da qualche mese sono diventati lorgoglio di una regione, la Sicilia, e, soprattutto di Ivana Calabrese, palermitana, classe 72, laureata in Scienze Agrarie, presidente dellassociazione Aurora, che li ha coinvolti in una iniziativa: la produzione di vino su terreni strappati ad un boss della mafia di Partinico.
Loro sono i quindici ragazzi autistici che, al Vinitaly 2012 hanno fatto conoscere le prime Gocce daurora. Cento bottiglie di catarratto, un vitigno a bacca bianca siciliano, diffuso soprattutto nella provincia di Trapani.
«Siamo molto soddisfatti dice Ivana, mamma di Fabio, un bimbo disabile di otto anni e mezzo Non immaginavamo che ce lavremmo fatta. Cento bottiglie! I ragazzi, circa quindici, di età compresa tra i dieci e i sedici anni, erano felici. Probabilmente non hanno capito di preciso cosa siano riusciti a fare. Ma li abbiamo visti molto partecipi. E stato un successo. Questi ragazzi non hanno mai avuto esperienze né di vita, né di lavoro in campagna. Alcuni di loro stanno rifacendo un percorso di studi. Altri rimangono sempre chiusi in casa. Lentusiasmo è grande e doppio».
«Abbiamo avuto i terreni in affidamento a luglio racconta ed abbiamo vendemmiato con i nostri ragazzi a settembre. Quindi siamo riusciti a portare in anteprima al Vinitaly il vino, che è il simbolo del nostro impegno nella lotta alla mafia».
Un ettaro in tutto a Catafratto. In passato lassociazione si era occupata di beni confiscati a Monreale. «Credo molto aggiunge Ivana- nellagricoltura sociale. Penso che possa essere daiuto a tante persone ai margini. Lo dico con convinzione, avendo un bimbo autistico».
Quanto al vino, la presidente fa sapere che si venderà il prossimo anno con il marchio dellassociazione e il nome di Gocce daurora. Sono già arrivate proposte interessanti da unazienda del Nord, che vorrebbe vendere prodotti del Meridione. «Stabiliremo dichiara il prezzo e le modalità di distribuzione. Vorrei avviare altre iniziative di questo tipo con il vino, ma anche con altri prodotti: frumento, formaggi, ortaggi. Vedremo. Intanto abbiamo cominciato e con grande sorpresa ce labbiamo fatta. Non è facile iniziare. Spesso uno dei problemi più difficili da superare è la perplessità dei genitori, che hanno paura e sono convinti che questi ragazzi non possano lavorare. Niente di più sbagliato. Tra un po brinderanno anche loro con questo vino che sa di riscatto dalla mafia e dalla malattia».
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[Foto di VinoFamily]