«Scavare la roccia sarebbe stato certamente un sistema molto più invasivo e costoso. E non ci sono dubbi che i sacchi verranno tolti al termine dei lavori». Così Renato De Pietro di Legambiente Catania commenta la vicenda delle migliaia di big bags presenti sul fondale del lungomare etneo davanti al lido Bellatrix. «Attendere la fine della stagione balneare va bene, ma le sacche possono stravolgere il fondale marino»
Gli ambientalisti sui sacchi al lungomare «Aspettare altri due mesi non è un problema»
«Scavare la roccia sarebbe stato un sistema sicuramente più invasivo, con costi molto superiori. E non ci sono dubbi sul fatto che i sacchi vadano rimossi come previsto da progetto a termine dei lavori». Così Renato De Pietro, presidente del circolo Legambiente di Catania, commenta la vicenda dei sacchi pieni di inerti presenti sul fondo marino di fronte al lido Bellatrix di Catania. «Aspettare altri due mesi, se la situazione verrà ripristinata, non è sicuramente un problema attualmente», afferma De Pietro sul tema. Che però non esclude un rischio ambientale se i sacchi dovessero rimanere sul fondale a tempo indefinito.
«Possiamo essere d’accordo con il Comune di far trascorrere la stagione balneare, questo sì, ma va chiarito che questa rimozione venga fatta», afferma l’ambientalista. Che, in riferimento alla tecnica utilizzata per il completamento del canale, la cosiddetta no-dig, che consiste nella posa di un grande tubo di acciaio sul fondale, da realizzare proprio grazie ai sacchi di inerti, afferma: «Si tratta di un’opera utile da questo punto di vista, ma le sacche di plastica vanno sicuramente tolte, il fondale resterà sicuramente sconvolto, gli organismi nel fondale sono stati toccati e annientati», Conclude De Pietro
Sul tema interviene anche Maurizio Musmeci, coordinatore provinciale dei Verdi Catania. «La questione ambientale riguarda unicamente il completamento del canale di gronda – spiega Musmeci il prolungamento è necessario per evitare che gli scarichi, che comprendono tutto quello che viene dalle strade di Catania, arrivino praticamente sulla scogliera», spiega Musmeci. Che aggiunge: «La questione, dei lavori, peraltro, è stata già sollevata almeno un anno fa. Si aspetta solo la fine dei lavori», conclude l’ambientalista.