Giustizia, reintrodotta obbligatorietà della mediazione civile e commerciale

Ripristinata la mediazione obbligatoria in Italia per tagliare oltre un milioni di processi civili nel nostro Paese. Misura reintrodotta all’interno del cosiddetto “Decreto Fare”. Si tratta di un documento contenente più di 80 interventi di semplificazione e stimolo all’economia. Testo varato dopo oltre cinque ore, il 15 giugno scorso, dal Consiglio dei Ministri.

L’obbligo di ricorrere alla mediazione civile per risolvere le controversie riguardanti i diritti disponibili con un più rapido accordo tra le parti attraverso l’intervento di un mediatore professionista è stato voluto fortemente dal ministro per la Giustizia, Annamaria Cancellieri. Obiettivo? Fornire una risposta adeguata e efficace all’enorme arretrato della giustizia civile che scoraggia gli investitori esteri a rischiare con il proprio capitale in Italia.

Nell’intento di rilanciare l’economia, quindi, il Governo nazionale, presieduto dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha dato il via libera, come dicevamo, al pacchetto di misure a costo zero per ridurre gli adempimenti burocratici e, come affermato dallo stesso Premier, “dare uno sbocco significativo a molti posti di lavoro e a molti lavori pubblici” come riportato dal quotidiano “La Repubblica” del 16 giugno 2013.

Dopo mesi di sospensione dell’istituto, per via della decisione della Corte di Cassazione, del 24 ottobre scorso, di dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’obbligatorietà della mediazione civile per eccesso di delega del precedente Governo Berlusconi, il Decreto legislativo n.28 del 4 marzo 2010 subirà alcune interessanti modifiche. Infatti, proprio nel 2010, era stato il ministro della Giustizia, Angelino Albano (attuale Vicepremier) ad introdurre con un decreto legislativo (Dlgs 4 marzo 2010, n.28) l’obbligo di ricorrere alla mediazione tra le parti per una serie di cause civili e commerciali. Cause che potevano finire dal giudici solamente dopo aver esperito (condizione di procedibilità) il tentativo conciliativo della durata di quattro mesi.

Su iniziativa del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, il nuovo testo prevede alcune modifiche che interessano per esempio la figura del mediatore professionista. È previsto per esempio che gli avvocati siano mediatori per legge, senza necessità di dover partecipare a un corso di formazione specialistico per il rilascio della qualifica, quindi, senza ulteriori accreditamenti presso il ministero della Giustizia.

A prevederlo il comma 4-bis dell’articolo 16 del citato decreto legislativo n.180 che recita: “Gli avvocati iscritti all’Albo sono di diritto mediatori”. Secondo quanto previsto nel testo di legge resterebbero fuori le liti per danni da incidenti stradali (RC auto). La revisione della normativa sulla mediazione, con il ripristino dell’obbligatorietà rappresenta, secondo quanto sottolineato dalla Cancellieri, “una terapia d’urto per rispondere alla impellente necessità di ridurre gli arretrati nei tribunali e tagliare oltre un milione e 200 mila pratiche arretrate in cinque anni”.

Nelle scorse settimane era stato lo stesso ministro della Giustizia a sostenere l’istituto nella sua audizione alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama (sede del Senato della Repubblica) ed alla Camera dei Deputati, in occasione della presentazione delle linee programmatiche del dicastero. La mediazione civile costituisce un valido ed efficace strumento secondo l’esperienza europea sotto il profilo dell’abbattimento del contenzioso civile. Non mancano effetti positivi anche sotto altri profili, certamente sul piano della composizione dei conflitti tra le parti che, nel caso di soluzione extragiudiziale raggiunta per mezzo della mediazione, l’accordo è raggiunto per una causa su due. “Affrontiamo con forza e determinazione l’arretrato, ha spiegato la Cancellieri, togliendo la zavorra.

I processi saranno più veloci, i fatti non arriveranno a processo ma si discuteranno prima”. È stato lo stesso ministro Cancellieri a diramare, nelle scorse settimane, i dati preoccupanti e sconfortanti sui procedimenti civili pendenti in Italia. Secondo il ministro a tutto il giugno 2012 le pendenze civili davanti ai tribunali ammontavano a circa 3 milioni e quattrocento mila, in Corte d’Appello erano circa 440 mila e in Cassazione poco meno di 100 mila. Numeri che collocano il nostro Paese in coda nella classifica europea del funzionamento della macchina della giustizia. Una riforma non più procastinabile che il Governo Letta pare aver avviato energicamente con una serie di misure tra le quali proprio la mediazione civile obbligatoria. Si tratta di una vera e propria boccata d’ossigeno per l’economia del settore.

Soddisfazione trapela dagli ambienti del Forum nazionale dei mediatori, organismo con sede a Roma che opera da un anno quale soggetto senza finalità di lucro di collegamento tra le Istituzione europee, nazionali, locali e gli organismi di mediazione e i mediatori. Gi organismi di mediazione iscritti, ad oggi, al registro del ministero della Giustizia sono 948, gli enti formatori accreditati 365 ed i mediatori abilitati circa 40 mila. Per un movimento di oltre 60 mila operatoti si riaprono le porte del mercato del lavoro, soggetti che avevano creduto nella bontà dell’istituto e che si erano ritrovati, nei mesi scorsi, privati dello strumento.


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