Sensibilizzazione e prevenzione sono i punti cardine del World Obesity Day, la Giornata mondiale dell’obesità che ricorre il 4 marzo. Un evento che pone l’attenzione sulla salute pubblica a livello globale e che si prefigge l’ambizioso obiettivo di invertire la rotta della crisi del sovrappeso e dell’obesità in tutte le fasce d’età, inclusa quella infantile, […]
In Sicilia aumentano i bambini obesi. Pediatra: «Viziati con cibi ipercalorici, non vanno a piedi a scuola»
Sensibilizzazione e prevenzione sono i punti cardine del World Obesity Day, la Giornata mondiale dell’obesità che ricorre il 4 marzo. Un evento che pone l’attenzione sulla salute pubblica a livello globale e che si prefigge l’ambizioso obiettivo di invertire la rotta della crisi del sovrappeso e dell’obesità in tutte le fasce d’età, inclusa quella infantile, in cui si registra un allarmante aumento dei casi. Secondo un recente rapporto dell’organizzazione mondiale della Sanità, l’Italia si assesta al secondo posto in Europa per obesità tra le nuove generazioni, con una tendenza geografica che vede nel meridione una maggiore incidenza di bambini e bambine in sovrappeso rispetto al Nord Italia. A peggiorare la situazione è stata anche l’emergenza sanitaria da Covid-19.
A raccontarlo a MeridioNews è Giuseppe Vella, segretario provinciale di Trapani e regionale della federazione italiana medici pediatri: «La pandemia ha avuto un impatto fortemente negativo sull’alimentazione – spiega – e, in generale sul cambiamento delle dinamiche quotidiane e dello stile di vita dei bambini che, essendo rimasti chiusi in casa, hanno trascorso il tempo consumando bevande zuccherate, stuzzicando merendine e non praticando più attività fisica, con un notevole incremento del sovrappeso e dell’obesità». Il pediatra sottolinea come le abitudini in cucina della popolazione siano cambiate, prendendo le distanze dalla cucina Mediterranea e con l’introduzione di una maggiore quantità del cosiddetto junk food (cibo spazzatura) che fa il paio con una minore attività motoria: «Il nostro stile di vita è diverso da quello di un tempo – aggiunge – sono sempre meno i bambini che vanno a scuola a piedi, entrambi i genitori lavorano fuori casa e i figli trascorrono un maggiore tempo coi nonni che tendono a viziarli a tavola con cibi ipercalorici».
Sovrappeso e obesità in età infantile sono un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie croniche da adulti, come problemi respiratori, cardio-vascolari o alle articolazioni e i pediatri svolgono un costante lavoro di prevenzione: «Facciamo periodicamente dei controlli e dei bilanci sullo stato di salute dei nostri piccoli pazienti, monitorando l’altezza, il peso e lo sviluppo psico-fisico e di fronte a un caso di sovrappeso o di obesità dobbiamo subito capire qual è l’errore alimentare che ha determinato un incremento eccessivo di peso». La scuola ha un ruolo importante nell’educazione alimentare, ma per il segretario regionale Fimp va svolto in sinergia con i pediatri, con gli psicologi e con le famiglie, attraverso un’informazione capillare delle buone pratiche da rispettare a tavola.
«Una sana alimentazione sin dai primi anni di vita – evidenzia Vella – aiuta a crescere bene e a tutelare la salute dell’individuo. È determinante fare colazione, consumare carboidrati complessi, secondo la regola delle tre P (pane, pasta e patate) ed eliminando tutti quelli semplici che, invece, vengono assorbiti rapidamente, innalzando il livello glicemico e producendo insulina con il conseguente deposito degli zuccheri e la formazione di tessuti adiposi». Il pediatra evidenzia anche l’importanza dell’allattamento al seno contro il rischio di un peso eccessivo: «Un neonato che nei primi sei mesi di vita viene nutrito con il latte materno – conclude – ha minori probabilità di diventare obeso. Crescendo, la dieta dovrebbe essere ricca di colori con il consumo di legumi, di frutta e verdura di stagione. Le fibre – conclude – danno un corretto apporto calorico e un senso di sazietà, aiutando il corretto funzionamento dell’intestino».