Passo falso casalingo dei rosanero, sconfitti per 3-1 dalla compagine di Ventura. Alla luce della vittoria del Frosinone a Empoli, il vantaggio sulla zona retrocessione adesso è di quattro punti
Gila illude, ma è un Toro scatenato Al Barbera i granata calano il tris
Brusca frenata nel cammino che conduce alla salvezza. Il vantaggio del Palermo sul terzultimo posto occupato dal Frosinone (corsaro ieri sul campo dell’Empoli) è di quattro punti, un margine che fa scattare un campanello d’allarme il cui sono è amplificato dalla sconfitta per 3-1 rimediata oggi in casa contro il Torino nella venticinquesima giornata. I rosa, “illusi” da un di Gilardino all’alba del match, hanno provato a matare il Toro ma l’ostacolo non è stato superato. Fallisce l’operazione sorpasso: a brindare per la vittoria è la compagine di Ventura che, trascinata da un super Immobile (autore di una doppietta), dà un calcio alla crisi (certificata prima di oggi da una sola vittoria nelle ultime dieci giornate) conquistando una grossa fetta di salvezza. Deve leccarsi le ferite, invece, il Palermo di Bosi, promosso alla guida della prima squadra in seguito alle dimissioni di Barros Schelotto. Nonostante la buona volontà, i rosanero questa volta non hanno saputo opporre resistenza ad situazione problematica acuita, nel corso dell’incontro, da alcune importanti defezioni, su tutte quella del capitano Sorrentino.
Dal punto di vista tattico Bosi ha privilegiato la linea della continuità. Nell’ambito del 4-3-3, formula base nella parentesi targata Barros Schelotto, è stata confermata la cerniera a tre di centrocampo del match di Reggio Emilia con il Sassuolo. Identici anche i margini di manovra di Vazquez che, pur partendo da una posizione defilata a destra, nel corso del match ha svariato sul fronte offensivo con l’obiettivo di non concedere punti di riferimento agli avversari. E proprio la libertà di movimento del Mudo è una delle principali risorse del Palermo. Una squadra che, inevitabilmente, dipende dalle intuizioni del giocatore più rappresentativo. Tesi confermata dopo appena due minuti quando il numero 20 ha ispirato la trama rifinita da Morganella e finalizzata da Gilardino, lesto a superare Padelli con un tap-in da distanza ravvicinata. Il copione è quello delineato più volte in questa stagione: è sempre Vazquez l’ago della bilancia della formazione rosanero. Un collettivo impostato per esprimere un gioco propositivo ma ancora alla ricerca di equilibrio in fase difensiva.
Emblematico il gol del pareggio di Immobile che al 19’ trasforma un calcio di rigore da lui stesso procurato (fallo di Brugman) al culmine di un contropiede alimentato da una leggerezza dei rosa. Troppo larghe le maglie dei padroni di casa, in difficoltà nel momento in cui i granata riuscivano a costruire delle pericolose ripartenze sfruttando la superiorità numerica nella zona nevralgica del campo. Sugli scudi immobile che, gol a parte, ha mandato spesso in tilt la retroguardia rosanero graziata un paio di volte da Belotti (poco incisivo l’ex di turno) ma punita al 34’ da un autogol di Gonzalez propiziato da una cross di Bruno Peres dall’out sinistro. Il volto della gara è cambiato. Il match, iniziato sul fronte rosanero con delle premesse incoraggianti, è diventato improvvisamente in salita. C’è anche la complicità della sfortuna, variabile che nel primo tempo ha penalizzato la compagine di Bosi in occasione degli infortuni rimediati da Goldaniga e dal capitano Sorrentino, costretto a lasciare il campo al 38’ in seguito ad un contrasto fortuito con il compagno Andelkovic (sostituto di Goldaniga).
Al posto del numero 70 rosanero spazio ad Alastra, ex portiere della Primavera che in avvio di ripresa ha “celebrato” il suo esordio in A con un ottimo intervento su un rasoterra di sinistro di Benassi. Il Palermo barcolla ma non molla. L’emergenza non “smonta” i rosanero che, per lunghi tratti della ripresa, hanno provato ad ovviare ad una situazione di oggettiva difficoltà gettando il cuore oltre l’ostacolo. Diverse le palle gol create dagli uomini di Bosi pericolosi soprattutto con Gilardino, pericolo costante per la difesa del Toro. Un Toro scatenato in contropiede, arma letale che ha trafitto nuovamente i rosa al 24’ con il tris calato da Immobile, abile a battere Alastra con una conclusione di sinistro sotto la traversa. Deve arrendersi il baby portiere rosanero, in evidenza prima del gol subito con almeno tre parate di pregevole fattura.