Gesip, da Roma né soldi, né Cassa integrazione, ma i nuclei antisommossa…

La vertenza Gesip rischia di diventare una ‘bomba sociale’. Anche per le scelte del Governo nazionale di Mario Monti, che ha deciso di adottare la linea dura nei riguardi dei mille e 1805 dipendenti della società. Da Roma, ormai da giorni, si attendono i soldi per pagare le retribuzioni. Ieri si è diffusa la voce che sarebbe stata concessa la Cassa integrazione per quattro mesi. Tutto smentito dall’esecutivo romano. Dalla ‘Capitale’, invece- così si sussurra – sarebbero arrivati i rinforzi per i nuclei antisommossa.

Questi militari con camionette, caschi, scudi e manganelli alloggiano all’hotel Mediterraneo di Palermo. Pronti per scendere in campo se  gli operai della Gesip non si genufletteranno agli ‘ordini romani’. (a sinistra, foto rassegnastampamilitare.com)

Come per casa Savoia negli anni subito successivi all’unificazione italiana, per il Governo Monti – che non a caso è infarcito di piemontesi – la Sicilia rimane, per lo più, una questione militare e poliziesca.

La scelta del Governo Monti di penalizzare Palermo non è dettata da motivazioni economiche, ma politiche. I soldi non mancano: manca la volontà di aiutare il capoluogo dell’Isola. Lo dimostra quello che è è avvenuto proprio ieri in Parlamento dove – contrariamente alle indicazioni del presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini – i partiti hanno deciso che non ci sarà controllo sui conti dei gruppi parlamentari da parte delle società di certificazione di bilancio: gli ‘allegri’ bilanci dei gruppi parlamentari saranno ‘controllati’ dagli stessi Partiti politici: insomma, gli agnelli consegnati in ‘custodia’ ai lupi. Il tutto con l’avallo del Governo Monti che non ha battuto ciglio.

Un capolavoro di ipocrisia della partitocrazia mafiosa italiana, che lucra fondi pubblici sia con il finanziamento pubblico, sia con l’erogazione incontrollata di fondi ai gruppi parlamentari. Poi, però, non si trovano 5 milioni di euro per la Gesip di Palermo. Anzi, ci si prepara allo scontro sociale.

Intanto sulla vicenda Gesip interviene il leader del sindacato Alba, Mimmo Donzelli: “Il nostro sindacato – scrive Donzelli – riconosce gli sforzi compiuti dall’amministrazione comunale riguardo la vertenza Gesip con conseguente proposta di ammortizzatori sociali per 4 mesi e successiva riqualificazione dei dipendenti Gesip all’interno di una costituente società consortile, proposta salvagente per garantire i livelli occupazionali dei dipendenti”.

“Al contrario – aggiunge Donzelli – nutriamo seri dubbi sui tempi e le modalità per la costituzione della futura società consortile e del relativo passaggio dei dipendenti Gesip all’interno della stessa società consortile. Chiediamo quindi un immediato e serrato confronto sui contenuti e sui tempi per l’attuazione del progetto. Qualsiasi accordo su eventuali ammortizzatori sociali non potrà essere sottoscritto dalla nostra organizzazione sindacale se non accompagnato da un preciso impegno dell’amministrazione comunale riguardo al futuro occupazionale dei 1805 dipendenti, indicando modalità e tempi certi”.

Mimmo Donzelli (Sindacato Alba).


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La vertenza gesip rischia di diventare una 'bomba sociale'. Anche per le scelte del governo nazionale di mario monti, che ha deciso di adottare la linea dura nei riguardi dei mille e 1805 dipendenti della società. Da roma, ormai da giorni, si attendono i soldi per pagare le retribuzioni. Ieri si è diffusa la voce che sarebbe stata concessa la cassa integrazione per quattro mesi. Tutto smentito dall'esecutivo romano. Dalla 'capitale', invece- così si sussurra - sarebbero arrivati i rinforzi per i nuclei antisommossa.

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