Gli attivisti pentastellati hanno installato un gazebo per sondare l'umore dei cittadini su una mozione di sfiducia. Ma è scattata la sanzione. Loro si difendono: «Abbiamo presentato la richiesta con un anticipo apprezzabile». Il guru del sindaco li attacca: «Sono più divertenti di Ficarra e Picone»
Gela, raccolta firme contro il sindaco ex M5s Grillini multati da vigili per occupazione abusiva
Non c’è nulla di più feroce di un amore finito male, specie in politica. Lo dimostra ancora una volta il Movimento 5 stelle di Gela, dove continuano a ritmo quasi quotidiano le schermaglie tra i consiglieri comunali e gli attivisti pentastellati da una parte e il sindaco Domenico Messinese – espulso dal movimento di Beppe Grillo a dicembre – insieme ai suoi sostenitori dall’altra. Questa volta oggetto del contendere è la raccolta firme che da qualche giorno i grillini gelesi stanno portando avanti per mandare a casa il primo cittadino, in vista della mozione di sfiducia che il consiglio comunale potrebbe esaminare a breve, a distanza di due anni dalle elezioni.
Nella giornata di ieri i consiglieri comunali e gli attivisti del M5s hanno installato un gazebo nel quartiere Macchitella, l’ex rione costruito dall’Eni e il cui penultimo presidente del comitato di quartiere è stato proprio l’attuale primo cittadino. Con la volontà di raccogliere le firme dei cittadini e sondare gli umori della popolazione, come già avvenuto altre volte nella piazza centrale Umberto I. Solo che questa volta la polizia municipale li ha multati per occupazione abusiva di suolo pubblico. Da parte degli attivisti pentastellati era stata presentata una richiesta-comunicazione che, in assenza di risposta, era stata ritenuta accettata in virtù del silenzio assenso. Tra i multati c’è chi paventa una ritorsione politica dello stesso Messinese, che invece nega, appellandosi al rispetto delle norme.
«Abbiamo presentato la richiesta cinque giorni fa con un anticipo abbastanza apprezzabile – dice la consigliera comunale M5s Virginia Farruggia -. Ad ogni modo il sindaco si è mostrato coerente al suo solito modus operandi di censura della democrazia. Il suo gesto esprime la solita volontà di allontanare l’opinione pubblica su temi di grande interesse per i cittadini, infatti in soli due giorni abbiamo raccolto moltissime firme. Ci siamo mossi proprio come ha sempre fatto lui quando era presidente di comitato. Riteniamo che, prima di occuparsi della legittimità di una semplice azione cittadina tesa alla raccolta firme, si debba occupare della legittimità dei suoi atti».
Del tutto opposto il commento di Emanuele Ferrara, direttore del partito del sindaco Sviluppo Democratico. «I cosiddetti grillini doc locali – attacca – con il marchio di garanzia del loro guru siciliano, sono più divertenti di Ficarra e Picone nel film L’ora legale. Non sanno che se installano un gazebo in area pubblica ci vuole l’autorizzazione comunale per l’occupazione di suolo pubblico ed hanno anche il coraggio di proclamarsi vittime politiche. Fanno propaganda infinita, non sapendo distinguere tra richiesta di autorizzazione e semplice comunicazione, che vale solo in periodo elettorale con le dovute regole. Si attaccano al nulla».