Gela, minorenni spacciano droga nascosta nei tubi Dodici arrestati: furti in casa e negozi, auto bruciate

Auto incendiate, furti in appartamenti e in esercizi commerciali, poi vandalizzati, e spaccio di droga. A Gela, dall’inizio del 2016, episodi simili sono aumentati generando diffuso allarme sociale. Stamattina i poliziotti del locale commissariato hanno arrestato dodici persone, di cui cinque minorenni, accusati di essere gli autori di questi reati e di avere la loro roccaforte nel quartiere San Giacomo. 

È nel popolare rione che le indagini si sono presto indirizzate ed è qui che è scattata l’operazione Praesidium. Lo spaccio di hashish, marijuana e cocaina avveniva per strada. Le telecamere piazzate dagli investigatori hanno permesso di immortalare la vendita della droga, con alcuni degli arrestati, tra cui anche minori, appostati all’angolo delle strade, spesso vicino ai tubi dove passa l’acqua che scende dalle grondaie delle case. È lì che tenevano nascosto lo stupefacente per poi venderlo ai clienti, tramite il finestrino delle auto.  

Secondo i risultati degli investigatori, lo stesso gruppo sarebbe responsabile di diversi furti commessi in abitazioni private ed esercizi commerciali, e si sarebbe occupato poi della ricettazione della refurtiva via via acquisita. Infine l’attività di polizia giudiziaria ha consentito di individuare gli autori di tre incendi a danno di altrettante macchine, avvenuti durante il 2016 e nei primi mesi del 2017. Fra gli episodi scoperti, anche il furto di un televisore a schermo piatto, appartenente ad una scuola elementare.

Stamattina negli uffici del commissariato di Gela si è tenuta una conferenza stampa alla presenza del Questore di Caltanissetta Giovanni Signer, del Procuratore della Repubblica di Gela Fernando Asaro, del Procuratore per i minorenni Laura Vaccaro e del dirigente del commissariato Francesco Marino. «Emerge – ha detto il procuratore – uno scenario di intimidazioni e minacce. Il tutto alla luce del sole in un quartiere considerato una zona franca. La base logistica della banda era un’abitazione di via Lecce, dove avveniva il carico e lo scarico della merce rubata e che poi veniva rivenduta. A chi osava ribellarsi veniva incendiato il portone di casa, il garage o l’auto. Colpisce soprattutto la spavalderia dei minorenni». «Ognuno – ha aggiunto il dirigente del commissariato Marino – ricopriva all’interno dell’organizzazione un ruolo ben preciso. C’era chi si occupava di furti, chi dello spaccio e chi degli attentati incendiari»

Su decisione del Gip e del tribunale dei minorenni di Caltanissetta, tre persone sono finite in carcere: si tratta di Giovanni Canotto, 21 anni; Carmelo Meroni, 31 anni e Paolo Giuseppe Antonio, 33 anni. Per altre quattro sono scattati gli arresti domiciliari: Giuseppe Giaquinta, 46 anni; Maurizio Smorta, 21 anni (già in carcere per altro procedimento); Antonio Fusco, 61 anni, e il cittadino romeno Cozma Neculai Vlad, 24 anni. Misura cautelare anche per cinque minorenni. 

«È stata necessaria una rapida azione di prevenzione e di contrasto – dicono gli investigatori – per evitare che, in un periodo di crisi economica e di carenza occupazionale, quella dello spaccio di droga e dei cosiddetti reati predatori diventasse per molti una valida alternativa di lavoro per rimettere in sesto l’economia familiare, fornendo in tal modo manovalanza a basso prezzo per la criminalità locale».


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