Ennesimo guaio per l'amministrazione del sindaco Messinese. Ieri un litigio tra Eugenio Catania e l'architetto Emanuele Tuccio è andato oltre le parole e l'approvazione del bilancio ha subito ritardi. «Si lavora con difficoltà, ecco il motivo del diverbio. Ognuno ha i suoi modi, magari inappropriati», dice il tecnico
Gela, assessore aggredisce dirigente in Comune Oggi la stretta di mano, ma la tensione resta alta
I guai per la giunta di Domenico Messinese sembrano non finire mai. Ieri sera in consiglio comunale l’approvazione del bilancio di previsione 2015 ha subito ritardi per via di una presunta aggressione dell’assessore Eugenio Catania al dirigente Emanuele Tuccio. Episodio che è stato chiarito ai margini della conferenza stampa di questa mattina, ma rimane un altro sintomo evidente della tensione e delle difficoltà di gestione della macchina amministrativa.
Dal primo febbraio l’architetto Tuccio – che fino a quel momento operava nel settore Sport ed eventi, quindi tra quelli di competenza di Catania – è stato spostato all’Ambiente. La lite è scoppiata ieri mattina, dato confermato da entrambi. Sulle modalità del litigio in consiglio si rincorrono le voci: pare che, al culmine della tensione, Catania abbia strattonato Tuccio, afferrandolo per il cappotto e fronteggiandolo a muso duro. Per questo motivo il renziano Giuseppe Ventura, seguito a ruota dai colleghi del Pd, ha chiesto che l’assessore Catania, presente in aula la sera, uscisse fuori o che porgesse le scuse per l’arroganza dimostrata. «Al collega Malluzzo, che gli chiedeva un incontro, Catania ha pure risposto che si doveva rivolgere alla sua segretaria per fissare un appuntamento. Questo è inaccettabile», ha aggiunto Ventura.
In ballo c’era l’approvazione del bilancio, per cui Catania (contestato anche dagli operai dell’indotto per aver demandato la loro vertenza ai sindacati con una certa spocchia) ad un certo punto della seduta, che stava andando per le lunghe, ha ritenuto opportuno farsi da parte e uscire dall’aula. Questa mattina poi scoppia la pace, con tanto di stretta di mano davanti ai giornalisti. Anche se rimangono le tensioni e, seppur velate, le accuse reciproche. «Tuccio mi aveva privato di due unità e impediva che si protocollassero gli atti – spiega l’assessore -. In questo modo non si può operare. Il confronto doveva comunque rimanere al chiuso degli uffici, c’è chi ha strumentalizzato la questione». Il dirigente, dopo un confronto personale col primo cittadino, getta acqua sul fuoco. «Si lavora con difficoltà, ecco il motivo del diverbio. Il mio tentativo di dare linearità non è stato compreso. Ognuno ha i suoi modi, magari inappropriati. Ritengo comunque di aver subito un’alterazione».
Sullo sfondo rimangono molte questioni aperte: il malcontento dei lavoratori del reddito minimo d’inserimento che lamentano di aver perso la mensilità di gennaio, quello dei lavoratori del servizio per il trasporto ai disabili che a distanza di mesi non sono stati ancora reintegrati e quello degli operai dell’indotto della Raffineria. Mentre l’amministrazione comunale continua a dover fare i conti anche con l’opposizione degli ex alleati del Movimento cinque stelle. «Stiamo preparando la lettera di diffida all’utilizzo del simbolo – spiega la consigliera Virginia Farruggia -. Questa giunta e il meetup che l’appoggia non sono del movimento, se ne facciano una ragione ed evitino di fare confusione e dire falsità».