Il sindaco uscente, rappresentante dell'asse Crocetta-Renzi, lascia l'atteggiamento di difesa adottato al primo turno. «Prima erano dieci candidati contro uno», spiega a MeridioNews, sottolineando l'importanza per la città di una continuità amministrativa. Voto disgiunto? «Me l'aspettavo, per le mie scelte contro i partiti»
Gela al ballottaggio, Fasulo attacca i Cinque stelle «Rifiutano il confronto perché non hanno programmi»
E’ il sindaco uscente, ma in campagna elettorale quando ci si riferiva a lui veniva spesso indicato come il punto terminale dell’asse Crocetta-Renzi. Le elezioni amministrative a Gela hanno visto in sostanza dieci candidati schierarsi contro il Pd che guida la città, la Regione ed il governo nazionale. Per questo motivo il renziano Angelo Fasulo, stimato avvocato che ha da poco raggiunto il mezzo secolo d’età, ha salutato il ballottaggio quasi con sollievo. «Finalmente comincia la campagna elettorale», ha sospirato a più riprese. E se al primo turno è stato costretto sulla difensiva, il cambio di strategia comunicativa è stato immediato sin dal 1 giugno. Fasulo è andato all’attacco di Domenico Messinese, il candidato del Movimento 5 stelle, suo avversario al ballottaggio, sfidandolo tramite una lettera aperta al confronto pubblico, uno al giorno sui diversi temi che interessano la città. È arrivato al punto di non nominarlo neanche, definendolo semplicemente «l’altro candidato».
Sindaco, Messinese ha preferito limitarsi ad un unico confronto televisivo.
Non è una bella cosa. Oggi si evita il confronto mentre al primo turno, quando si era in dieci contro uno, non si perdeva occasione. Forse per evitare che si noti l’assenza e l’irrealizzabilità dei programmi.
Leggendo il suo programma sembra che abbia preferito puntare sulle opere realizzate, piuttosto che su nuovi progetti. Perchè questa scelta?
Io dico quello che è stato fatto e quello che deve essere fatto, la continuità è fondamentale, anche perché la prossima maggioranza del consiglio comunale è già mia (al netto del premio di maggioranza sono già 17 i consiglieri delle sue liste sui 30 totali ndr). Loro invece sono a 4 su 30. Siamo riusciti a mettere a posto i conti e ad avere le tasse più basse d’Italia, che sono già una realtà. Possiamo ancora migliorare.
Il presidente Crocetta ha detto che il risultato inferiore alle attese del primo turno è stato in parte dovuto alla mancata spiegazione del protocollo con l’Eni. Sembrerebbe fare riferimento a lei. Di chi è la colpa? Cosa state facendo per spiegarlo meglio?
Intanto il protocollo è stato siglato a novembre, noi ne abbiamo parlato e lo abbiamo spiegato. Chi vuole può sapere, chi invece vuole distorcere la realtà faccia pure. La città deve prendere coscienza di quello che sta succedendo. Il protocollo è migliorabile, e chi vuole lavorare per farlo mi troverà al suo fianco. Chi invece vuole distruggerlo e sostiene che la bioraffineria e tutto il resto non funzionano, non andrà lontano.
Lei ha ottenuto circa le metà dei voti presi dalle sue liste, mentre per Messinese è avvenuto esattamente l’opposto. Si sente rassicurato dal fatto che i suoi alleati la sosterranno? Ha avuto contatti in tal senso?
No. Io cerco di parlare alla città e dico che la scelta può essere condizionata dalla rabbia. Al primo turno sono giunti mestieranti della politica e personaggi vari. Oggi scopriamo che al primo confronto utile uno dei due scappa e non si presenta più. Due le cose: o manca il programma o manca la qualità del candidato, vorremmo scoprirlo insieme.
Quindi il problema del voto disgiunto non la preoccupa?
Chiaro che è meglio avere voti in più che in meno. In cinque anni di politica locale le scelte fatte, anche contro quella politica organizzata e attrezzata che è propria dei partiti, mi spingono a dire che ero cosciente di questo rischio. Ma ho deciso che è più importante fare un certo tipo di politica, piuttosto che guardare ai consensi. Spero che la città capisca.