C'era una volta una società, finita nel mirino dei magistrati, perché 'puzzava' di mafia. Affari grossi: la metanizzazione della sicilia.
Gas spa, Ciancimino: “Grasso e Sciacchitano si dimettano”
C’era una volta una società, finita nel mirino dei magistrati, perché ‘puzzava’ di mafia. Affari grossi: la metanizzazione della Sicilia.
Visto l’odore che esalava, dopo numerose inchieste, alcuni magistrati decidono, giustamente, di sequestrare i beni di questa azienda. Non tutti però. Solo alcune quote. Praticamente stabilendo che si’ la società è mafiosa, ma solo per metà. Incredibile, ma vero.
Parliamo della Gas spa, società nata negli anni 80 e cresciuta all’ombra della politica. Tutta. E non solo politica a quanto pare.
Come si spiega che il sequestro prima e la confisca dopo abbiano riguardato solo la metà del patrimonio della Gas spa, ovvero la parte riconducibile al professore Lapis e a Vito Ciancimino?. Come mai se tutta la Gas spa, e quindi lintero suo valore, era nella disponibilità di Vito Ciancimino ,come hanno accertato i magistrati, Lapis e famiglia hanno subito la confisca, mentre gli altri soci storici della stessa società, ovvero gli eredi di Ezio Brancato, sono invece rimasti indisturbati titolari dellaltra metà del ricavo della vendita della società. Come mai?
Questa la domanda niente affatto peregrina che accompagnato in questi anni la storia della società. Non stupisce dunque, che oggi, dopo il sequestro disposto a carico della famiglia Brancato (che vi abbiamo raccontato qui), Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, si dichiari soddisfatto: “Ho sempre denunziato il tutto alle autorità competenti, finalmente le anomalie sono state sanate- dice a LinkSicilia.
“Credo – aggiunge – che adesso qualcuno dovrà trarne le dovute conseguenze. I responsabili oggi a capo di Procure ed di recente anche in cariche istituzionali di grande prestigio facciano un passo indietro”.
Ciancimino si riferisce a due persone in particolare: Piero Grasso, attuale presidente del Senato, che si è occupato della Gas, e Giusto Schiacchitano, attuale Procuratore Nazionale Anti mafia. Il figlio di quest’ultimo era sposato con una delle Brancato.
Quindi la stoccata sulla sua pagina Facebook: “È FORSE ORA DI ANDARE A CASA? AVETE COPERTO SCANDALOSAMENTE UNA INCHIESTA, SOLO PER POTER SALVARE LA FAMIGLIA BRANCATO SPOSATA CON IL FIGLIO DELL’ATTUALE PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA SCIACCHITANO. ERA UNA VERGOGNA, OGGI LA PROCURA HA SCRITTO FINE A QUESTO SCEMPIO. DIMETTETEVI, FATE UN GESTO DI UMILTÀ”.
Della strana storia della Gas spa vi abbiamo raccontato, dettagliatamente, qui e negli articoli in allegato.
Gas spa: la Giustizia arriva per tutti
Mafie e metano: mega sequestro per gli eredi Brancato
Il Tesoro a tutto gas di Vito Ciancimino