Emergono i dettagli sul consiglio d'amministrazione della Srr che ha portato al via libera del testo per l'appalto da 334 milioni di euro, Iva esclusa. Unico a non dare l'ok un dirigente di Aci Catena. Ecco spiegate le criticità dietro quella votazione
Gara settennale rifiuti, dubbi sull’approvazione Quelle 49 pagine fuori dal piano di intervento
Qualcuno non era convinto. Quando il consiglio di amministrazione della Srr di Catania (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) si è riunito per approvare la gara settennale della raccolta dell’immondizia, un consigliere si è astenuto. Un tecnico, responsabile del servizio rifiuti del Comune di Aci Catena: è Francesco Agostino a portare in cda l’unica obiezione al bando da 334 milioni di euro (Iva esclusa) per l’igiene urbana del capoluogo etneo. I dubbi di Agostino sono gli stessi evidenziati più volte da questa testata: «Il consigliere Agostino – si legge nel verbale del cda della Srr del 9 agosto – rappresenta la propria perplessità in ordine al procedimento in corso: in particolare fa presente che la Srr non ha alcuna competenza sul piano di intervento».
Il piano di intervento, infatti, è un documento di competenza comunale. Si tratta, per dirla semplicemente, di una serie di caratteristiche che deve avere il servizio di raccolta della spazzatura per essere considerato valido dalla comunità cittadina. Dentro ci sono il numero dei lavoratori, delle abitazioni servite, la decisione se eseguire il porta a porta o la raccolta di prossimità, gli obiettivi da raggiungere e una lunga serie di prescrizioni pratiche. È, in pratica, l’elenco delle esigenze minime indispensabili di Catania. La città se n’è dotata nell’ormai lontano 2016, quando il documento venne approvato dal senato cittadino allora in carica.
Per oltre un anno, parte del 2018 e quasi tutto il 2019, quel documento è stato rivisto. «Aggiornato» era la parola usata: perché l’aggiornamento, in quanto minimo, non ha bisogno di un nuovo passaggio al senato cittadino, con le conseguenti lungaggini burocratiche. La «modifica», invece, avrebbe obbligato l’amministrazione comunale a tornare in aula e a sottoporre il piano a eventuali emendamenti. O, peggio, alla mancata approvazione da parte del senato cittadino. Per mesi l’«aggiornamento» è rimasto riservato. L’ufficio Ecologia del Comune di Catania ne aveva affidata la redazione alla Srr di Catania e da quegli uffici non era uscito fino a un mese fa.
Fino a quando, cioè, è stata messa nel calendario del Consiglio comunale la votazione dell’impegno di spesa per la gara settennale, che doveva essere inserito nel bilancio stabilmente riequilibrato del municipio post-dissesto. È in quella circostanza che si viene a sapere che l’aggiornamento era stato chiamato «relazione sull’affidamento»: un documento di 49 pagine, allegato all’impegno di spesa, all’interno del quale veniva divisa la città in quattro macroaree omogenee, coincidenti con i macrolotti della gara d’appalto. Sempre in questa relazione viene comunicata la necessità di aumentare di almeno un centinaio di unità la dotazione di personale e di individuare nuovi modi per incrementare la raccolta differenziata in città.
«Qualora nei nuovi atti di gara vi siano perimetrazioni e/o servizi diversi rispetto al piano di intervento approvato (dal Consiglio comunale di Catania, ndr) – continua il consigliere della Srr Agostino, secondo il verbale del consiglio di amministrazione – prima della pubblicazione si dovrebbe procedere alla ri-approvazione da parte del Consiglio comunale di Catania». Passaggio che è stato bypassato inserendo la relazione tra gli allegati all’impegno di spesa votato a ottobre. In altri termini: il documento è stato inserito in una delibera che parlava di un tema connesso. E quindi, almeno formalmente, da una approvazione è passato.
Quella seduta del consiglio di amministrazione, comunque, avviene ad agosto. Due mesi prima che l’impegno di spesa venga approvato a Palazzo degli elefanti. Alle obiezioni del consigliere Agostino replica prima Lara Riguccio, ex dirigente dell’Ecologia del Comune di Catania: «Gli atti di gara sono coerenti con il piano di intervento approvato in Consiglio comunale (nel 2016, ndr)», sostiene Riguccio. E Biagio Bisignani, ex dirigente dell’Urbanistica e presidente della Srr chiude la discussione: «Non è competenza della Srr disquisire sul piano di intervento», fa scrivere a verbale. Sebbene, però, quell’«aggiornamento» sia stata la stessa Srr a scriverlo. Mettendo da parte la questione della competenza. Quel giorno, al momento del voto, il consigliere Francesco Agostino si astiene.