Match da «dentro o fuori» per i rosanero obbligati a vincere nel turno infrasettimanale contro gli orobici per tenere accese le speranze di salvezza. Al Barbera la partita si disputerà a porte chiuse. Il tecnico accantonerà il 3-5-2 in favore del 4-3-1-2, il suo marchio di fabbrica
Gara con l’Atalanta sa di ultima spiaggia Ballardini: «Ci sono i mezzi per salvarsi»
Un solo risultato a disposizione. Se il Palermo vorrà tenere vive le speranze di salvezza dovrà necessariamente battere l’Atalanta domani sera al Barbera (fischio di inizio ore 20,45) nel turno infrasettimanale. Matematicamente, anche con un pareggio o una sconfitta i rosanero (penultimi in classifica con 28 punti) sarebbero ancora in corsa ma è chiaro che un risultato diverso dalla vittoria suonerebbe a quattro giornate dal termine del campionato come una condanna definitiva. Vincere per continuare a sperare, sprofondare negli abissi in caso di bocciatura. È l’effetto sliding doors della gara interna con gli orobici. Non ci sono alternative: per legittimare le proprie ambizioni il Palermo non potrà fallire l’appuntamento con i tre punti, evento che non si verifica dallo scorso 24 gennaio in occasione del successo casalingo per 4-1 contro l’Udinese.
Reduci dalla sconfitta per 4-0 rimediata a Torino contro la capolista Juventus, gli uomini di Ballardini saranno chiamati a risalire la china creando in vista del rush finale i presupposti per rimanere a galla. Il primo ostacolo presente nell’ultimo tratto del percorso si chiama Atalanta, squadra in salute (i nerazzurri, a quota 37 punti, domenica hanno pareggiato 3-3 in casa contro la Roma) e intenzionata domani sera a compiere il passo decisivo verso la salvezza. I rosa dovranno fare i conti con l’alto coefficiente di difficoltà della gara e, contestualmente, con l’incognita legata al fattore ambientale. A causa delle intemperanze degli ultras nell’ultimo match casalingo contro la Lazio, la partita di domani si giocherà a porte chiuse. Quali saranno le risposte delle due squadre? Giocare con gli spalti vuoti è certamente un’anomalia ma per il Palermo potrebbe paradossalmente essere un vantaggio: contro la Lazio la formazione rosanero (composta, peraltro, da tanti giovani) è rimasta schiacciata dalla pressione del pubblico ed è stata condizionata dalla presenza di un clima ostile.
Dovranno essere bravi i giocatori a trovare in un contesto ambientale inedito le motivazioni necessarie per imporsi sull’avversario. Non ci saranno più alibi. Grinta, determinazione, approccio giusto alla partita sono risorse che ogni giocatore dovrà tirare fuori dal proprio bagaglio senza l’influenza di variabili esterne. «Non avere il pubblico per me non è mai positivo – ha dichiarato Ballardini – e se il pubblico fischiasse dall’inizio dovremmo essere noi a far cambiare idea alla gente attraverso la prestazione. In ogni caso, il Palermo è una squadra composta da giocatori che si impegnano in modo serio e straordinario. Le cose molte volte non sono andate bene ma impegno e desiderio di uscire dalle difficoltà non sono mai mancati. Se la squadra avverte la negatività di questo momento? Sono ragazzi sensibili – ha aggiunto Ballardini – e spesso questa sensibilità li ha condizionati negativamente. Bisogna convivere con questa situazione ma possiamo uscirne. I mezzi ci sono».
Contro la compagine di Reja, decano degli allenatori italiani in attività, il tecnico ravennate accantonerà il 3-5-2 proposto allo Juventus Stadium e si affiderà al suo marchio di fabbrica (il 4-3-1-2) complice l’assenza per squalifica del difensore Goldaniga. Da inquadrare la posizione di Vazquez, utilizzabile sia come trequartista a supporto di due attaccanti sia come punta (in questo caso sarebbe Brugman il principale candidato al ruolo di vertice alto del rombo).