Forza Italia, Figuccia attacca Miccichè e porta Scilipoti «Burocrati spaventati da M5s. Musumeci? Buon nome»

Era prevedibile e previsto. Gianfranco Micciché ha disertato la conferenza stampa in corso a palazzo dei Normanni a Palermo convocata da Vincenzo Figuccia per «fare chiarezza» nel caos delle candidature alla presidenza della Regione. Ma il depurato regionale di Forza Italia aveva già pronta la contromossa, ed ecco che il suo appello all’unità per sostenere la candidatura di Nello Musumeci verso Palzzo d’Orleans. Al suo fianco, il senatore Domenico Scilipoti e, in rappresentanza dell’Udc di Lorenzo Cesa, l’ex esponente del governo Crocetta, Ester Bonafede

«Stiamo perdendo di vista l’interesse comune – ha detto Figuccia -. I siciliani si apprestano a vivere una nuova campagna elettorale e si aspettano che sia all’insegna dell’unità, perché tutti i sondaggi ci dicono che uniti si vince».

Figuccia non ci gira intorno e punta dritto allo spauracchio della candidatura forte di Giancarlo Cancelleri. «Tutti quelli che la pensano in maniera giusta – attacca – sperano che non vinca il Movimento 5 Stelle. Persino la burocrazia regionale, con cui io mi confronto spesso, è spaventata dall’ipotesi di una vittoria dei cinquestelle. Il centrodestra è l’unica vera offerta politica credibile per siciliani».

«In Sicilia – aggiunge – ci sono troppe ruggini legate al passato ventennio, in cui tanti siciliani sono stati costretti a piegarsi a logiche assistenzialistiche. Qui oggi sono rappresentate intere categorie che in questi anni sono state travolte dallo tsunami Crocetta». E il deputato azzurro le elenca. «Forestali, operatori della formazione, avvocati, architetti, ingegneri, pezzi del mondo produttivo legato all’agricoltura. Tutto questo mondo – ribadisce – vuole essere testimone di una esperienza di unità che deve andare ben oltre i vecchi giochi di bottega».

Il nodo attorno a cui verte la conferenza stampa, anche se il suo nome non viene mai pronunciato, è però la possibile alleanza con Angelino Alfano. Scilipoti nel suo intervento, pur non citandolo, è molto chiaro in questo senso. E si scaglia contro la legge sulle unioni civili. «Abbiamo l’obbligo di interrogarci – dice -. Vogliamo il bene della Sicilia o del nostro partito? Quelli che stanno facendo percorso con noi hanno in testa le nostre stesse intenzioni? Come posso pensare a un programma di governo con chi ha un’idea di famiglia completamente diversa dalla mia?». E ancora: «Non possiamo stare al fianco di chi ha fatto degli immigrati un business. Berlusconi vuole persone preparate, ama la serenità e le convergenze. Ed è in questa direzione che rivolgiamo il nostro appello, perché la convergenza possa essere trovata intanto all’interno del partito. E poi anche fuori».

«C’è una classe dirigente – ha sottolineato ancora Figuccia – che sta alzando la testa, che ritiene che il futuro sia oggi. Micciché se vuole, faccia un bagno di umiltà. Altrimenti Berlusconi ce lo tolga definitivamente dalle strade della politica siciliana, attraverso un intervento diretto, e crei le condizioni ascoltando i miti consigli di chi come Cesa sta facendo un grande lavoro di mediazione a livello nazionale. Se i nostri leader vogliono davvero vincere in Sicilia, si attivino affinché nelle prossime 48 ore si sblocchi la situazione». Il pensiero corre al nome di Nello Musumeci. «Per quanto mi riguarda è un candidato credibile».


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